No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20110715

pinta di sangue


Pint Of Blood - Jolie Holland & The Grand Chandeliers (2011)

Tanto per cominciare, una splendida copertina, il che non guasta mai. La prima impressione, e magari non me n'ero accorto in precedenza, con gli album del passato (questo è il suo quinto, non contando quelli incisi con la sua band precedente, le The Be Good Tanyas), è di una certa somiglianza con la voce e l'impostazione di Joan Wasser aka Joan As Police Woman. Provate ad immaginarvi una Joan, senza dubbio più conosciuta di Jolie Holland, che suona fondamentalmente un'americana classica, anche alla ricerca delle radici e delle tradizioni. Provate ad immaginarvi JAPW che suona un'inedito di Neil Young: perché è un po' questo che succede con il pezzo di apertura All Those Girls (qui si dice che, in pratica, è una cover di Helpless di CSN & Y, ed anche questo è vero). Insomma, non precisamente qualcosa di originale, ma molto, molto ben suonato e piuttosto "sentito". Proseguendo con l'ascolto, non si trova niente di sensazionale, ma una serie di pezzi scritti e suonati con passione, e molto stratificati, da ascoltare con estrema attenzione. Presentandosi questa volta con i The Grand Chandeliers (il co-produttore, nonché multi-strumentista, Shahzad Ismaily, ed il chitarrista Grey Gersten), la Holland chiede solo di cantare le sue canzoni (e, ogni tanto, quelle di qualcun altro), spesso con il cuore in mano, raccontando piccoli spaccati di vita e d'amore. Senza dimenticare che la ragazza racchiude nella sua musica, oltre alla base di americana, echi di Tom Waits ed influenze tex-mex. Il tutto, sempre con una grande voce e con una discreta dose di classe.
Chiude una più che dignitosa cover di Townes Van Zandt, Rex's Blues, Marc Ribot continua le sue ospitate sui dischi della Holland suonando su The Devil's Sake, e c'è posto pure per un remake di un pezzo delle The Be Good Tanyas, Little Birds, in cui escono fuori suoni quasi caraibici.
Disco non eccezionale, ma di grande eleganza. Sensazione paragonabile: come quando ti addormenti in un prato, e ti si posa una farfalla su una mano.

2 commenti:

monty ha detto...

Non conosco, anche se leggo con piacere
di Townes.
Che bella l'immagine della metafora conclusiva.
:-)

jumbolo ha detto...

vorrei farla diventare una consuetudine. ci stavo pensando in questi giorni di relax. invece di un voto, un paragone. il più possibile vicino a quello che davvero sento ascoltando un disco.