No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20130430

anima di cantante

Alma de cantaora - Amparo Sanchez (2012)

In realtà, farei meglio a parlare di dischi ufficialmente usciti nel 2013, direte voi, visto che parlo sempre meno di musica. Ma, in effetti, chi se ne frega della data di uscita, se in Italia in pochi conoscono Amparo Sanchez (nonostante fassbinder se ne sia già occupato in occasione dell'uscita del suo debutto da solista dal suggestivo titolo di Tucson-Habana - prego prendere nota di questa meravigliosa battuta autoironica)?
E quindi eccoci qui alle prese con, appunto, il secondo disco da solista della originariamente cantante e leader degli Amparanoia. Amparo abbandona, si fa per dire, le atmosfere cubane*, ma conserva in parte quelle texano/arizoniane (prendete nota di questo elegante neologismo), per continuare una sorta di viaggio attraverso la musica che se non parla spagnolo, conserva, in qualche modo, un sapore vagamente castigliano. E durante questo viaggio si incontra con una marea di altri interpreti, alcuni noti ed altri molto meno, che la aiutano a tratteggiare un ulteriore affresco, meno immediato ma non per questo meno delicato, intenso ed appassionato di Tucson-Habana, e, se ancora ce ne fosse stato bisogno, la installano definitivamente nella mia personale Hall of Fame musicale.
La title-track è presente in apertura ed in chiusura in versione reggae, ospiti Chalart58, collaboratore assiduo di Amparo, e Bongo Botrako (band di Tarragona), ed è immediatamente un manifesto femminista, usando vari campionamenti di chiacchiere di Margarita Nunez, conosciuta come Abuela Margarita, una sciamana messicana, evidentemente un personaggio interessante. Con La cuenta atràs si possono riconoscere un paio di influenze che già avevamo citato in occasione del primo disco, due suoi amici: Tonino Carotone, per la parte iniziale, diciamo così, zingara, alla Fiorenzo Carpi (l'autore della colonna sonora del Pinocchio televisivo di Comencini), e Manu Chao, che qua mi viene a mente per il ritornello, cantato in francese (fin'ora eravamo rimasti sul castigliano). Il pezzo parla di diritti civili. Pulpa de tamarindo è uno dei pezzi più belli del disco, jazzato, emozionale, caraibico, scritto dalla compositrice cubana (*ve l'avevo detto) Mane Ferret, che, inutile dirlo, ha fatto un gran lavoro. La stessa Ferret torna per il pezzo seguente, Vieja Pasiòn, ed è abbastanza chiaro che, insieme alla Sanchez, le viene facile toccare il cuore della gente. Anche se non vi sembra troppo romantica e triste all'inizio, non la suonate se siete malinconici, datemi retta.
Bella è pure Para tì, con armonici di steel guitar, e decisamente interessante (e, ancora una volta, militante) La flor de la palabra, nata da  un testo nientemeno che del Subcomandante Marcos, e durante la quale si nota la partecipazione di Arianna Puello, una rapper dominicana naturalizzata spagnola.
Vueltas è ancora una bella collaborazione, canzone scritta e cantata dal giovane Muerdo, artista anche lui spagnolo, di Murcia, mentre Muchacho è semplicemente una outtakes dal disco precedente, e quindi vede lo zampino dei Calexico.
E qui arriviamo all'altro pezzo micidiale del disco, quel Fuera fiera che è una rumba impreziosita dalla voce ruvida e graffiante di Bebe, quella che i più conoscono per il singolo Malo, e che i meno hanno avuto modo di apprezzare anche come attrice. Non originalissima, ma mica da buttare, Mujer levàntate, scritta e cantata con Jairo Zavala, conosciuto anche come DePedro (già con Amparanoia e Calexico). Delicatissima e sperimentale Free Day, scritta con Howe Gelb dei Giant Sand e cantata in inglese da Amparo (e da Gelb). Chiude (anche se in chiusura in realtà c'è la versione reggae di Alma de cantaora, come abbiamo detto in apertura) Que te pedì, che si apre come Pulpa de tamarindo, ma che è "solo" una bella canzone acustica con Amparo Sanchez che parla d'amore e di dolore col cuore in mano.
Un disco principalmente acustico, ritmato appena quanto basta, fatto di onestà, idee e sentimenti. Un disco che fa vibrare cuore e vene senza bisogno di alzare il volume.

Nessun commento: