No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20150427

The German Doctor

Wakolda - di Lucía Puenzo (2013)
Giudizio sintetico: si può vedere (3,5/5)

Argentina, 1960. In procinto di attraversare la strada che attraversa il deserto patagonico, un misterioso dottore tedesco viene attratto da una bambina argentina. La bambina, Lilith, è la figlia di mezzo di Eva ed Enzo Raggi; Lilith ha due fratelli, quindi, uno più grande ed uno più piccolo. La madre, Eva, di origini tedesche, è incinta. La famiglia se ne sta andando da Buenos Aires per riaprire la locanda di famiglia a Bariloche, da loro ereditata. Il dottore, diretto anch'esso a Bariloche, chiede gentilmente a Enzo se li può seguire, per fare quella strada pericolosa in carovana. Enzo acconsente. Arrivati a destinazione, la famiglia Raggi saluta il dottore, ma ormai il tedesco (che viene accolto in città dalla comunità tedesca, numerosissima, come una celebrità straordinaria e viene trattato con un rispetto e un servilismo senza eguali) è talmente preso da Lilith e dalla sua famiglia, che dopo pochi giorni insisterà per essere il primo ospite della locanda. La morbosa attrazione tra il dottore e Lilith è reciproca; Enzo è diffidente, Eva è indecisa. Il dottore si insinuerà nella famiglia con le sue maniere affettate ed i suoi soldi.

Terzo lungometraggio da regista per l'argentina figlia d'arte, tratto dal suo quinto libro, omonimo (aggiungeteci che ha 38 anni ed è piacente, capirete perché voglia sposarla). Innegabilmente attratta da storie morbose, con giovani donne protagoniste (XXY, El Niño Pez), stavolta punta il dito contro la connivenza argentina coi reduci del nazional-socialismo tedesco, e indubbiamente fa centro. Il film è, a dispetto della fotografia molto bella, aiutata dai grandiosi scenari patagonici e pre-andini dell'Argentina, disturbante e spiazzante. Il casting è azzeccatissimo nei protagonisti: Alex Brendemuhl (attore spagnolo di padre tedesco) è un freddissimo Josef Mengele, mentre Florencia Bado, presumibilmente debuttante, è una Lilith pressoché perfetta. Non male anche il contorno. Diego Peretti (Enzo), attore argentino solitamente più portato per la commedia e del quale vi ho parlato più volte, è bravo come sempre, Natalia Oreiro (Eva), attrice uruguaiana vista in Infancia Clandestina, si conferma ottima non solo per le telenovelas; una menzione la merita anche Elena Roger (la prima argentina a recitare Evita a Broadway) nei panni di Nora Eldoc.
Insomma, il film è buono, forse buonissimo, ma a me che quasi contemporaneamente ho letto il libro, ha sorpreso non poco il "taglio" di diverse parti che ritenevo importanti. Anche la regista ne ha parlato come sacrifici necessari. Come che sia, il messaggio arriva ugualmente, la già citata denuncia di connivenza è forte e chiara.

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