Giudizio sintetico: si può vedere (3,5/5)
La routine a cui Hannah cerca disperatamente di aggrapparsi, tra lavoro, corsi di teatro e piscina, va in pezzi all’indomani dell’arresto del marito. Perché è stato incarcerato? Perché la donna si nasconde dai vicini? Perché suo figlio non vuole avere niente a che fare con lei e le impedisce di vedere il nipote? Gli indizi per rispondere a questi dilemmi sono lì, nascosti nei silenzi e disseminati tra le pieghe di un dolore inespresso, ma le risposte sono in realtà del tutto marginali. Al centro di ogni scena c’è Hannah: il suo mondo interiore esplorato senza giudizi morali, un crollo che traspare con inquietante compostezza dai gesti, dagli sguardi, dai brevi momenti di cedimento. (Wikipedia)
Secondo lavoro del regista italiano, ma da più di 20 anni residente negli USA, Hannah è un film di quelli che stuzzicano lo spettatore, lo sfidano non solo a capire quel che accade, ma anche a leggere i pensieri della protagonista, in una condizione di sofferenza interiore, e di sforzo per conservare una patina esterna di normalità. Una fortuna, ma anche una scelta voluta, scegliere un'attrice del calibro della Rampling, ancora una volta gigantesca. Sembra che questo film sia la prima parte di una trilogia dedicata alle donne, e della quale il seguente Monica sarà la seconda.
Second work by the Italian director, but resident in the USA for more than 20 years, Hannah is one of those films that tease the viewer, challenging him not only to understand what is happening, but also to read the thoughts of the protagonist, in a condition of internal suffering, and of effort to maintain an external veneer of normality. A stroke of luck, but also a deliberate choice, to choose an actress of the caliber of Rampling, once again gigantic. It seems that this film is the first part of a trilogy dedicated to women, and of which the following Monica will be the second.
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