No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20111224

Beneath the Planet of the Apes


L'altra faccia del pianeta delle scimmie - di Ted Post (1970)


Giudizio sintetico: si può perdere (1,5/5)

Giudizio vernacolare: robbetta

Perse le tracce dell'equipaggio capitanato dall'astronauta Taylor, sulle loro tracce ecco un altra navicella con un altro equipaggio. Come da tradizione, nell'atterraggio, dei due uno muore. L'altro, Brent, si mette sulle tracce di Taylor, trovandosi di fronte ad una realtà sconvolgente, che lo spettatore ha scoperto nel primo film. Questa realtà, nella quale le scimmie hanno preso il posto degli umani, la scopre tramite Nova. Brent la incontra, lei ancora non parla, ma indossa le piastrine identificative di Taylor. La porta quindi con sé, fiducioso che ne trarrà qualche indizio. Arrivato alla Città delle Scimmie, Brent conosce la violenza dei gorilla, ma pure Cornelius e Zira, che gli danno notizie di Taylor. Nel frattempo, il Generale Ursus sta organizzando una spedizione militare nella Zona Proibita, convinto che sia popolata. E' proprio là che, in un modo o nell'altro, Brent arriverà per conoscere quel che è successo a Taylor e all'umanità.



Primo di una serie di sequel, a dire il vero probabilmente il più debole, sia a livello di messa in scena che a livello di sceneggiatura. Charlton Heston (Taylor) appare in un ruolo minore, e James Franciscus (Brent) gli somiglia fin troppo pacchianamente, ma non ha lo stesso carisma.

Curiosamente, Ted Post pare un regista specializzato nei sequel, una sorta di succhiaruote della cinepresa: il suo film precedente fu il buon Impiccalo più in alto (Hang 'Em High), con Eastwood, che doveva essere diretto da Sergio Leone, e che echeggiava i successi della Trilogia del dollaro. L'altro suo lavoro per il cinema di una certa rilevanza, insieme a moltissima televisione, è infatti Una 44 Magnum per l'ispettore Callaghan, il seguito di Ispettore Callaghan: il caso Scorpio è tuo, alias Dirty Harry. Insomma, niente di epocale, in questo caso.

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