Boardwalk Empire - di Terence Winter - Stagione 2 (12 episodi; HBO) - 2011
Che dire, in più a quello che vi dissi a proposito della prima stagione, su Boardwalk Empire? Beh, sicuramente che il livello non è sceso, poco ma sicuro. Anzi, se proprio devo essere del tutto sincero, negli ultimi episodi di questa seconda stagione (se ci penso meglio, un po' durante tutta la stagione), c'è pure un pizzico di perversione in più (occhio ai flashback e ad un Agente Van Alden sempre più scheggia impazzita). Per non parlare di rutilanti rese dei conti, in un crescendo finale (penso agli ultimi tre episodi della stagione, Georgia Peaches, Under God's Power She Flourishes ed il conclusivo, più cinematografico che mai, To the Lost, che, a ripensarci, mette i brividi) con grande senso del ritmo.
Un po' di trama. Nucky è accerchiato: Jimmy, sostenuto dalla madre e dal vero padre (il Commodoro), si allea con Eli ed altri per incastrarlo. Ma, si sa, le alleanze sono come quelli di Lotta Continua: da un giorno a un altro te li puoi ritrovare da una parte o dall'altra. Mentre in casa di Nucky, il suo rapporto con Margaret ed i figli si fa al tempo stesso più stretto e più complesso, l'agente Van Alden fa una scelta sorprendente rispetto alla gravidanza di Lucy. Le maglie del proibizionismo si stringono, e quindi tutti i contrabbandieri cercano altre strade (e altre alleanze); addirittura, in una curiosa assonanza con la terza stagione di Sons Of Anarchy, qualcuno tratta addirittura con l'IRA, e c'è perfino una trasferta irlandese. Fa capolino l'eroina, sul versante del "divertimento", e ad Atlantic City arriva un nuovo Procuratore Federale, sorprendentemente una donna (e anche lei decisa a mettere in galera Nucky, poverino). Insomma, tutti contro Nucky, ma il ragazzo non è che sta lì per pettinare le bambole...
Boardwalk Empire, come già detto, è l'ennesimo esempio di (grande) cinema trasportato alla televisione. Grande budget, perfette ricostruzioni storiche (automobili, abiti, ecc.), riferimenti storici precisi [il combattimento del secolo (Battle of the Century) tra Jack Dempsey e Georges Carpentier]; al tempo stesso, splatter a volontà, perversioni varie, personaggi mai o bianchi o neri, corruzione, violenza, razzismo: come già espresso in passato, in una parola le radici degli USA (e meno male che è un serial statunitense, altrimenti passerei da anti-americano).
Che dire, in più a quello che vi dissi a proposito della prima stagione, su Boardwalk Empire? Beh, sicuramente che il livello non è sceso, poco ma sicuro. Anzi, se proprio devo essere del tutto sincero, negli ultimi episodi di questa seconda stagione (se ci penso meglio, un po' durante tutta la stagione), c'è pure un pizzico di perversione in più (occhio ai flashback e ad un Agente Van Alden sempre più scheggia impazzita). Per non parlare di rutilanti rese dei conti, in un crescendo finale (penso agli ultimi tre episodi della stagione, Georgia Peaches, Under God's Power She Flourishes ed il conclusivo, più cinematografico che mai, To the Lost, che, a ripensarci, mette i brividi) con grande senso del ritmo.
Un po' di trama. Nucky è accerchiato: Jimmy, sostenuto dalla madre e dal vero padre (il Commodoro), si allea con Eli ed altri per incastrarlo. Ma, si sa, le alleanze sono come quelli di Lotta Continua: da un giorno a un altro te li puoi ritrovare da una parte o dall'altra. Mentre in casa di Nucky, il suo rapporto con Margaret ed i figli si fa al tempo stesso più stretto e più complesso, l'agente Van Alden fa una scelta sorprendente rispetto alla gravidanza di Lucy. Le maglie del proibizionismo si stringono, e quindi tutti i contrabbandieri cercano altre strade (e altre alleanze); addirittura, in una curiosa assonanza con la terza stagione di Sons Of Anarchy, qualcuno tratta addirittura con l'IRA, e c'è perfino una trasferta irlandese. Fa capolino l'eroina, sul versante del "divertimento", e ad Atlantic City arriva un nuovo Procuratore Federale, sorprendentemente una donna (e anche lei decisa a mettere in galera Nucky, poverino). Insomma, tutti contro Nucky, ma il ragazzo non è che sta lì per pettinare le bambole...
Boardwalk Empire, come già detto, è l'ennesimo esempio di (grande) cinema trasportato alla televisione. Grande budget, perfette ricostruzioni storiche (automobili, abiti, ecc.), riferimenti storici precisi [il combattimento del secolo (Battle of the Century) tra Jack Dempsey e Georges Carpentier]; al tempo stesso, splatter a volontà, perversioni varie, personaggi mai o bianchi o neri, corruzione, violenza, razzismo: come già espresso in passato, in una parola le radici degli USA (e meno male che è un serial statunitense, altrimenti passerei da anti-americano).
Detto, sempre in occasione della prima stagione, degli attori protagonisti, splendidi (vorrei solo pregarvi di osservare con attenzione il lavoro di Michael Pitt/Jimmy Darmody), mi piace sottolineare qualche carattere non precisamente protagonista, ma interpretato ugualmente in maniera superba. Uno dei miei preferiti, soprattutto per il forzatissimo e divertente accento italo-americano, è Vincent Piazza nei panni di Charles Lucky Luciano; Albert Chalky White, messo in scena dall'indimenticabile faccia-con-cicatrice di Michael Kenneth Williams (l'Omar Little di The Wire), un sofferente Elias Eli Thompson, fratello di Nucky, interpretato da Shea Whigham, che qualcuno avrà notato in This Must Be the Place ultimamente, e un enorme William Forsythe nei panni di Manny Horvitz.
Cinema in televisione. Godimento e momenti epici. Verso settembre 2012 la terza stagione.
2 commenti:
Favolosa!! Serie top, lentissima, si prende tempo da dedicare ai personaggi secondari, indimenticabile Richard-faccia di maschera. Solo un po' troppe morti di personaggi con cui simpatizzavo nel finale...
Perchè non fai una classifica delle best series??
Boardwalk e Treme sono le meglio secondo me.
Non la faccio perché sarebbe davvero un lavoro complesso...certo, il 2011 senza Mad Men lascia campo libero ad altre. Treme probabilmente la migliore, anche se la stagione 2 un pochino sotto alla 1. Boardwalk Empire come detto, non mi entusiasma ai massimi livelli come temi, ma è girata come se fosse grande grande cinema.
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