Quattro amici - di David Trueba (2000)
Un'estate degli anni '90. A Madrid fa caldo. Solo, questo il soprannome del protagonista, unico che ci è dato sapere, decide di partire per un paio di settimane di vacanza insieme ai suoi tre amici Blas, il ciccione, intelligente ma ingenuo, poco fortunato con le donne e poco piacente, Claudio, il bello del gruppo, grande successo con le donne, nessuna preoccupazione di sorta, un lavoro di fatica senza troppe responsabilità, e Raùl, da poco padre di due gemelli avuti da Elena, un tipo che ama il sesso estremo ma che adesso si sente sospeso tra la nostalgia della vita selvaggia e la responsabilità di padre e marito. La destinazione è sconosciuta, il mezzo di trasporto ridicolo, il gruppo buffo e affiatato, anche se costantemente in disaccordo su tutto. In realtà, Solo è ad una svolta della sua vita. Ha appena lasciato il lavoro da giornalista di piccolo cabotaggio in un giornale della città, un'opportunità avuta grazie all'amato/odiato padre (Solo vive da sempre all'ombra di una coppia perfetta di genitori intellettuali), non sa che fare della sua vita, e ad aggravare la situazione c'è il fatto che ha da poco ricevuto l'invito alle nozze di Barbara, la sua ex fidanzata storica, una donna che non ha mai dimenticato, e che più ci pensa, e più si rende conto che gli manca, e che probabilmente era la donna della sua vita.
David Trueba, fratello del Fernando regista che vinse l'Oscar per il miglior film di lingua non inglese anni fa, con Belle Epoque, è un professionista poliedrico. Sceneggiatore, regista, attore, editorialista brillante e pure scrittore di romanzi (tre, per la precisione). Questo Quattro amici è il suo secondo, e non è niente male. Non si può probabilmente definire come romanzo di formazione, almeno, io credo che qui si parli di quello che avviene prima della formazione. Il passaggio, ritardato, come avviene ormai a tutti i giovani europei del sud, dall'adolescenza all'età adulta. Quel periodo senza lavoro, senza certezze, senza futuro, che può mettere paura in diverse maniere. Ma non immaginatevi un trattato di sociologia, probabilmente sono solo io che attualizzo Quattro amici: in realtà, essendo ambientato negli anni '90, ed uscito in Spagna nel 1999, la crisi non si sentiva arrivare, mentre quello che è fondamentale per la storia di Solo, il protagonista, è il suo sentirsi schiacciato da, come detto nel riassunto, due genitori troppo intelligenti e progressisti, il desiderio di tranquillità, e uno spirito ribelle. A condire il tutto, c'è un animo riflessivo, filosofico se volete, ma pure profondamente romantico, anche se per convivere con gli amici, tutto ciò va affogato nella goliardia. E poi, ultimo ma non meno importante, c'è il desiderio costante di sesso.
Divertente, con una prosa semplice, diretta e spesso sboccata, parte come un libro comico, ma pian piano diventa una riflessione sull'amicizia e sull'amore, sulle scelte che a volte si fanno senza pensarci troppo su, ma che ti condizionano la vita. Un finale amaro, con la speranza che è rappresentata, in fondo, dall'amicizia. Non male.
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