L'ultimo scapolo - di Jay McInerney (2009)
Curioso. Una raccolta di racconti che in originale si intitola esattamente come i traduttori italiani avevano deciso di intitolare una raccolta di racconti inediti in Italia, dello stesso autore, nel 2001, appunto Com'è finita. Va da sé che era il titolo di uno di quei racconti. Anche qui, L'ultimo scapolo è il titolo dell'ultimo dei racconti che compone questo libro.
La cosa ancor più curiosa è che nella versione originale, How It Ended consta di 26 racconti brevi. Indagando un po', si scopre che, siccome nella versione italiana sono 16, i 10 che mancano sono proprio quelli che apparivano in Com'è finita. Vi ho messo in confusione, sicuramente. Il concetto originale di How It Ended era però, come potete leggere qui, di avere 26 racconti, uno per ogni anno, attraversando così la carriera di McInerney. Perdonate questa noiosa e confusionaria, appunto, introduzione, che ho ritenuto importante.
Racconti brevi che parlano di epoche diverse, abbracciando diversi stereotipi di personaggi. Il filo conduttore sono le storie di coppia, praticamente sempre condite da tradimenti, perfino quando, come in Nella provincia al confine di nordovest, l'ambientazione è l'Afghanistan. Certo, sarebbe stato interessante che i racconti fossero stati tutti, e che fossero anche messi in ordine cronologico, ma anche così, conoscendo McInerney, si ha la conferma che questo è uno dei più grandi scrittori dei nostri tempi, che, tra l'altro, secondo me si è sempre mantenuto su altissimi livelli di scrittura, rimanendo capace di emozionare senza per questo rinunciare al cinismo che contraddistingue una grande parte del suo stile. Uno scrittore che debutta con Le mille luci di New York, ma che immediatamente dopo pubblica un libro squassante emotivamente, come fu Riscatto, un libro che, mi pare, abbia riscosso poco successo, ma che sarebbe giusto riscoprire, è senza dubbio uno che ha una grande dote. Capace al tempo stesso di descrivere la società degli anni '80 newyorkesi e il dopo 11 settembre statunitense, McInerney, oggi quasi cinquantasettenne, è perfettamente conscio del passare degli anni, e questa sorta di malinconia traspare più evidente dai racconti più "moderni", che conservano passaggi divertenti, ma che arrivano maggiormente al cuore.
Ne Il corteo ritroviamo inoltre Corrine Calloway e Luke McGavock, protagonisti di Good Life (lei pure di Si spengono le luci), in un re-incontro struggente, pieno di cose pensate e non dette, sullo sfondo di una manifestazione contro la guerra in Afghanistan.
Si ride di situazioni grottesche (A letto con i maiali, ma non solo), ci si commuove con l'amore disseminato per tutte queste vite immaginate, ma il risultato è un libro fatto di storie popolate da personaggi vividi, reali, attraversati da sentimenti che si possono quasi toccare.
Jay McInerney è un maestro, che spero ci allieti ancora per molti anni, e per molti libri a venire.
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