Giudizio sintetico: si può vedere (3,5/5)
1840, Maryland. In uno stato schiavista, Araminta "Minty" Ross è appena sposata con un uomo libero, John Tubman, ma è ancora una schiava nella fattoria di Brodess, insieme a sua madre e sua sorella, mentre altre due sorelle sono state vendute a un altro proprietario di schiavi nel sud. Suo padre, anche lui libero, chiede al signor Brodess la di lei libertà, dato che il bisnonno di Brodess aveva accettato di liberare la madre di Minty, Harriet "Rit" Ross, e la sua famiglia, quando lei avesse avuto 45 anni. Anche se Rit ora ha 57 anni, Mr Brodess insiste sul fatto che saranno sempre schiavi e strappa la lettera di un avvocato che John aveva assunto. Il figlio adulto di Brodess, Gideon, prende in giro Minty per aver pregato Dio di prendere il signor Brodess, dicendo che a Dio non importa delle preghiere degli schiavi. Il signor Brodess muore poco dopo, allarmando Gideon, che decide di vendere Minty come punizione. Minty, che ha delle visioni da quando è stata colpito alla testa da giovane, ha una visione di se stessa che fugge dalla libertà e decide di scappare.
Molto bello questo ennesimo film della regista afroamericana, su una figura storica (quasi leggendaria) della lotta allo schiavismo. Nel cast si distingue l'ennesimo impegno come attrice di Janelle Monae (Marie Buchanon), e naturalmente l'ottima prova di Cynthia Erivo nei panni della protagonista, candidata agli ultimi Oscar nella categoria miglior attrice (vinta però da Renée Zellweger per Judy).
Very nice this umpteenth film by the African American female director, on a historical (almost legendary) figure of the fight against slavery. In the cast stands out yet another commitment as an actress of Janelle Monae (Marie Buchanon), and of course the excellent performance of Cynthia Erivo in the role of the protagonist, nominated for the last Oscars in the Best Actress category (won however by Renée Zellweger for Judy).
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