No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20130930

Macedonia - Settembre 2013 (2)

La colazione è più che sufficiente, chiedo qualche indicazione per attraversare Skopje e magari passare vicino al monte Vodno, quello con l'enorme croce sopra, e magari riuscire a vedere il monastero di Sveti Pantelejmon. Guardando la cartina, mi sono fatto l'idea che sia meglio proseguire sulla strada sulla quale si trova il motel, e tirare dritto, entrare a Skopje non dall'autostrada, i luoghi dovrebbero essere più vicini, ma la signora insiste che è meglio riprendere l'autostrada. Saldo il conto e mi metto in macchina. E, naturalmente, faccio come penso io e non come ha detto la signora: al massimo, se mi vedo perso torno indietro, è mattina presto, ho tutto il tempo. Passo uno, due, tre villaggi, la strada prosegue dritta. Quando mi sto convincendo a tornare indietro, noto che inconfondibilmente sono entrato in città. E' lei, è Skopje. Mi inoltro guardingo nei viali, attraverso semafori, seguo indicazioni. Passo accanto ad alcuni parchi, e dopo un po' mi rendo conto che sto di nuovo in periferia. Marciapiedi larghi e mal tenuti, officine, auto in doppia fila costantemente. Alla mia destra, si staglia il Vodno, e la sua croce enorme. Le indicazioni non sono ancora chiarissime, non sono ancora esattamente sicuro di essere sulla direzione corretta, ma non ci sono lontano. Abbandono però l'idea di cercare il monastero. Ce ne sono così tanti, e non sono esattamente la mia priorità. E poi, sono rapito dalla strada, dal viaggio, dal movimento. Periferia industriale, indicazioni, autostrada. Ci sono. la imbocco, direzione Tetovo. Mi rendo conto che qui, le biciclette sono ammesse in autostrada. Pazzesco. Mi lascio cittadine, sobborghi, alla mia destra e alla mia sinistra, poi esco quando vedo le indicazioni per il Canyon Matka.
Diamo un'occhiata. Non male, anche se non c'ho voglia di vedere pure la diga e il lago annesso. Ma quel che mi piace di più sono i due villaggi che attraverso per arrivare alla fine della strada. In mezzo ad uno di questi noto una moschea, che mi riprometto di fotografare durante la risalita, e così faccio. Noto anche una specie di tempietto, non saprei come altro definirlo, per fugare ogni dubbio lo fotografo.
La relativa moschea, by the way, è questa. Dai, questa è venuta discretamente.
Prima di andare avanti, alcune foto della gola.
E pure questa, siccome non bisogna nascondere niente (non che qui in Italia siamo più rispettosi, anzi), ma effettivamente, il problema dell'immondizia esiste in Macedonia, e mini-discariche si vedono qua e là.
Mi rimetto sull'autostrada, viaggiando con tutta calma, guardandomi attorno e gustandomi i panorami davvero imponenti, e soprattutto, che variano in maniera graduale, ma costante. Dalla zona centrale, per intenderci quella di Skopje, si va verso una zona un poco più verde, quella di Tetovo. Alcune istantanee per rendervi l'idea, e anche per farvi notare che era una bellissima giornata (quasi tutta la settimana è stata splendida).

Sia Tetovo che Gostivar, le cittadine più grandi ed importanti che si trovano nel centinaio di chilometri scarsi che separano la capitale dal Parco Nazionale Mavrovo, sono industriali e di scarso interesse. Tiro dritto, e dopo Gostivar la strada diventa un poco più impegnativa, decisamente di montagna, finché non arrivo sulle sponde del lago Mavrovo, artificiale, come molti in Macedonia, ma molto, molto carino, e, in questa stagione, decisamente poco frequentato. Ecco le foto del mio primo "avvistamento" del lago.
Ora, il suddetto lago era un po' il punto d'arrivo della mia seconda tappa, visto che l'albergo che avevo prenotato sapevo che è uno di quelli che si affacciano sulle sue rive. E, per strada, avevo già trovato dei cartelloni enormi che indicavano l'hotel in questione a soli 6 chilometri. Bene, prima di trovarlo ho fatto una volta e mezzo il giro del lago (quasi una cinquantina di chilometri), accorgendomi poi che ci ero passato davanti già un paio di volte. E si che non è nemmeno piccolo... il problema, o meglio una parziale giustificazione, è che qualche buontempone si è divertito a cancellare la scritta Radika (il nome dell'hotel) sul cartello presente ad una delle entrate (l'altra è chiusa, e non ci sono cartelli). Ma, a proposito di cancellazioni e di cartelli (di indicazione), mentre viaggiavo ho cominciato a notare che praticamente tutte le scritte nell'alfabeto latino e lasciato quelle in cirillico. Tensioni nazionaliste.
Detto questo, mi fermo, perché l'albergo sarà una bella sorpresa, e dato la quantità di foto pubblicate in questo post, il tutto rischia di diventare chilometrico. E non siamo ancora a mezzogiorno della seconda giornata!

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