No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20170507

Il clan

El Clan - di Pablo Trapero (2015)
Giudizio sintetico: da vedere (3,5/5)


Arquímedes Rafael Puccio, in Argentina, è una sorta di leggenda cattiva, un personaggio che ricorda tutto il male che è esistito. Membro dei Servizi Segreti argentini (SIDE), della Alianza Anticomunista Argentina, del Batallón de Inteligencia 601, coinvolto nell'Operazione Condor e nella Guerra sucia ("guerra sporca", terrorismo di Stato), membro del Movimiento Nacionalista Tacuara, fu anche marito (di Epifanía, professoressa di matematica), e padre severo di cinque figli. Con l'aiuto dei due figli maggiori, Alejandro e Daniel "Maguila", e un paio di ex militari, tra il 1982 (anno in cui rimane disoccupato, in seguito alla fine della Guerra delle Falkland) e il 1985, realizzò diversi rapimenti a fine di estorsione di alcuni facoltosi personaggi (che furono tutti uccisi). Alejandro, giovane brillante e membro dei Los Pumas, Nazionale di rugby argentina, fungeva spesso da distrazione, avvicinando le vittime. La cosa sensazionale, era che le vittime erano tenute prigioniere nella casa dei Puccio. Nonostante nel 1983 l'Argentina fosse tornata alla democrazia, i militari rimasero piuttosto influenti, e Puccio, insieme al suo Clan, era protetto dalle sue molte conoscenze. Ma sensi di colpa e fine della protezione, portarono la storia ad un finale amaro. Il film di Trapero racconta parte della storia.


Regista poliedrico, ma anche muscolare, Trapero affronta la storia argentina a modo suo, e prende come pretesto una storia che potremmo definire sintomatica dell'epoca che, fortunatamente, si è chiusa da tempo, ma che ha rappresentato una pagina vergognosa della storia dell'umanità. Il film è ovviamente dominato da un gigantesco Guillermo Francella nei panni di Arquímedes, ha un buon ritmo e un realismo che oserei definire agghiacciante. Da vedere, non si sa mai che vi metta curiosità di approfondire un po' di storia sudamericana.


A multifaceted but also muscular director, Trapero addresses Argentine history in his own way, and takes as a pretext a story that we could call symptomatic of the era that, fortunately, has been closed from some decades, but which has represented a shameful page in the history of humanity. The film is obviously dominated by a gigantic Guillermo Francella as Arquímedes, has a good rhythm and a realism that I would dare to define spine-chilling. To see, you never know that it give you some curiosity to deepen a bit of South American history.

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