Quattordicesimo album in studio (tralasciamo il fatto che in pratica, lo stesso album è uscito tre volte, con tre titoli diversi, e ogni volta veniva aggiunta una traccia), se non ho sbagliato i conti, per il collettivo norvegese, ormai da tempo immemorabile passati dal black metal degli esordi a un synth pop avant-garde sperimentale, con influenze persino Carpenteriane. Se ricordate molte delle mie recensioni dei loro dischi precedenti, inclusa quella del live belga, sono sempre stato molto affascinato dalla loro progressione in questo campo; stavolta, devo ammettere che forse per la prima volta, la loro proposta mi è sembrata molto debole. Mi pare manchi ormai la spinta ad osare qualcosa di più, appunto, di un certo synth pop con addirittura influenze disco music anni '80, naturalmente trasformate in raffinate suite, ma poco incisive. Spero di sbagliarmi, e spero che prossimamente gli Ulver sappiano regalarci qualcosa di più stimolante.
Fourteenth studio album (let's leave aside the fact that in practice, the same album was released three times, with three different titles, and each time a track was added), if I didn't make a mistake, for the Norwegian collective, who have long since moved from the black metal of their early days to an experimental avant-garde synth pop, with even Carpenterian influences. If you remember many of my reviews of their previous albums, including the one of the Belgian live, I have always been very fascinated by their progression in this field; this time, I must admit that perhaps for the first time, their proposal seemed very weak to me. It seems to me that the drive to dare something more is missing, precisely, than a certain synth pop with even 80s disco music influences, naturally transformed into refined suites, but not very incisive. I hope I'm wrong, and I hope that Ulver will soon be able to give us something more stimulating.
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