Giudizio sintetico: da vedere (4/5)
Silverio Gama è un giornalista messicano diventato documentarista che vive a Los Angeles con la moglie Lucía e il figlio adolescente Lorenzo. Il suo lavoro è diventato sempre più personale e soggettivo con l'avanzare dell'età; il suo ultimo film, False Chronicle of a Handful of Truths, è un'opera di docufiction con elementi autobiografici. Silverio e Lucía sono felici insieme, ma sono tormentati dalla morte del loro primo figlio, Mateo, avvenuta un giorno dopo la sua nascita. I due conservano le ceneri di Mateo e si sentono incapaci di andare avanti dopo la sua perdita. Silverio vive gran parte della sua vita quotidiana in modo surreale, con sogni, ricordi e fantasie che si svolgono insieme alle sue attività. Quando incontra l'ambasciatore degli Stati Uniti in Messico al castello di Chapultepec, ad esempio, immagina gli eventi della battaglia di Chapultepec del 1847 e i suicidi dei Niños Héroes intorno a lui. (Wikipedia)
Definito da alcuni critici accreditati autoindulgente e pretenzioso, criticato per la durata e in alcuni casi, non compreso, al contrario, io ho trovato l'ultimo (al momento) film del regista messicano personalissimo, visionario, certamente ambizioso, e capace di solleticare la mente degli spettatori davvero amanti di un cinema che, come amo dire, non dà risposte ma ti fa uscire dalla visione con molte domande.
Defined by some accredited critics as self-indulgent and pretentious, criticized for its length and in some cases, not understood, on the contrary, I found the latest (at the moment) film by the Mexican director very personal, visionary, certainly ambitious, and capable of tickling the minds of spectators who truly love a cinema that, as I like to say, does not give answers but makes you leave the viewing with many questions.
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