No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20241207

Jeanne

Jeanne Dielman, 23, quai du Commerce, 1080 Bruxelles - Di Chantal Akerman (1975)
Giudizio sintetico: da vedere (4/5)


Il film esamina il programma rigido di una madre vedova, che cucina, pulisce, si prende cura della madre anziana e fa commissioni nell'arco di tre giorni. La donna (il cui nome, Jeanne Dielman, si capisce solo dal titolo e da una lettera che legge al figlio) guadagna soldi facendo sesso con un cliente diverso ogni pomeriggio prima che il figlio torni a casa da scuola. Come le sue altre attività, la prostituzione di Jeanne fa parte di una routine banale che esegue quotidianamente a memoria. Dopo la visita di un cliente il secondo giorno, il comportamento ordinato di Jeanne inizia a sgretolarsi in modo sottile. Cuoce troppo le patate mentre prepara la cena, poi vaga per l'appartamento portando la pentola delle patate. Dimentica di mettere il coperchio all'urna di porcellana in cui tiene i soldi, dimentica di spegnere le luci nelle stanze che lascia, salta un bottone della sua vestaglia e fa cadere un cucchiaio appena lavato. Le alterazioni alla routine di Jeanne continuano fino all'arrivo del suo cliente il terzo giorno. Durante il sesso, o ha un orgasmo o è disgustata da ciò che sta facendo, poi si veste, torna al letto dove il suo cliente si sta rilassando e lo pugnala a morte con un paio di forbici. Poi si siede in silenzio al tavolo della sala da pranzo. (Wikipedia)

Incuriosito dalla citazione di questo film mastodontico, non mi ricordo da parte di chi, ma di qualcuno "di peso", mi sono messo alla visione, e, nonostante la fatica (il film è lungo più di 3 ore, ed ha un ritmo estremamente lento, nonché piuttosto ripetitivo), il giudizio concorda decisamente: un film molto femminista, a dispetto di quello che si potrebbe pensare leggendone la trama (tra l'altro, la troupe fu volutamente interamente femminile), e a dispetto del fatto che la stessa regista rifiutò di definirlo e definirsi tale, accolto con sospetto inizialmente, divenuto culto in seguito. Il giudizio più indovinato trovo sia quello di Gary Indiana: "la genialità della regista sta nella sua abilità di affascinare lo spettatore da tutto quello che normalmente viene lasciato fuori dai film". I registi Todd Haynes, Gus Van Sant e Céline Sciamma hanno dichiarato più volte di essersi ispirato a questo film per alcuni loro lavori. Esercizio che richiede fatica, ma ripaga.

Intrigued by the mention of this mammoth film, I don't remember by whom, but by someone "important", I started watching it, and, despite the effort (the film is more than 3 hours long, and has an extremely slow pace, as well as rather repetitive), the judgment definitely agrees: a very feminist film, despite what one might think reading the plot (among other things, the crew was intentionally entirely female), and despite the fact that the director herself refused to define it and define herself as such, initially greeted with suspicion, later becoming a cult. The most accurate judgment I think is that of Gary Indiana: "the genius of the director lies in her ability to fascinate the viewer from everything that is normally left out of films". Directors Todd Haynes, Gus Van Sant and Céline Sciamma have stated several times that they were inspired by this film for some of their works. An exercise that requires effort, but pays off.

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