Giudizio sintetico: da vedere (4/5)
Nella Roma tra il 1979 e il 1983, un giovane borgataro, Remo Guerra, è poliziotto di giorno e di notte capo riconosciuto di una banda che toglie ai ricchi romani, con violenza e minacce, in nome di un riscatto sociale altrimenti irraggiungibile. La sua "anima proletaria", non paga dell'autorità conferitagli dal ruolo di tutore della legge, si ribella nel solo modo datogli dall'appartenenza al mondo delle borgate, ossia rubando. Nel vano tentativo di cambiare strada, con i suoi complici, aprirà un bar in periferia, ma anche questo episodio si rivelerà marginale, poiché egli sembra affidare il proprio destino alla sua definitiva cattura. (Wikipedia)
Visto con il senno di poi, l'ennesimo capolavoro di questo regista purtroppo scomparso nel 2015 a 67 anni e con soli tre lungometraggi di fiction alle spalle (questo è il suo secondo). Un giallo drammatico e nichilista, sporco, cattivo e senza speranza, appunto. Cast italiano importante e splendidamente in parte. Da recuperare assolutamente.
Seen with hindsight, yet another masterpiece from this director who sadly passed away in 2015 at the age of 67 and with only three feature-length fiction films behind him (this is his second). A dramatic and nihilistic thriller, dirty, bad and hopeless, in fact. Important Italian cast and splendidly in part. Absolutely to be recovered.
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