No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20111122

le vedove del giovedì



Las viudas de los jueves – di Marcelo Piñeyro (2009)



Giudizio sintetico: da vedere (3,5/5)
Giudizio vernacolare: ci stavano gobbi ‘n quer posto

Una mattina del 2001, nel country (in Argentina così si chiamano i quartieri privati, formati da abitazioni di lusso, immerse nel verde, e protetti dall’esterno da recinzioni sorvegliate) "Altos de la Cascada", nella piscina principale, vengono ritrovati tre cadaveri. Sono di altrettanti proprietari di case del quartiere, amici tra di loro. Un incidente? Forse. Fuori, intanto, il Paese si sgretola sotto i colpi della crisi economica. Un flashback ci riporta a qualche mese prima, quando Gustavo visita una delle case del complesso, guidato da Mavi, agente immobiliare che abita con la famiglia proprio nel country, e la acquista, senza dire niente alla mogliettina Carla, per farle una sorpresa. Comincia così un viaggio attraverso le vite delle quattro famiglie protagoniste.

Tratto dall’omonimo romanzo di Claudia Piñeiro (quasi omonima, perdonate la ripetizione, del regista), questo lavoro è l’ultimo (per adesso) film del regista argentino/spagnolo, del quale ho personalmente apprezzato Kamchatka, del 2001, ed il precedente El Método (2005), film del quale questo Las viudas de los jueves ricorda il meccanismo “ad orologeria”, tanto che non avendo fatto caso che il regista era lo stesso, pochi minuti prima del finale mi è venuto naturale fare il paragone.
E’ un buon film, a tutti i livelli. L’introduzione è dark e onirica, lo stacco verso il lunghissimo flashback che costituisce il corpo del film è spiazzante, ma comprensibile. I molti personaggi sono introdotti poco alla volta, e delineati piuttosto bene. Le interpretazioni apprezzabili, da parte dell’intero cast; bella fotografia, location elegante, e un crescendo drammatico che culmina con la riflessione “filosofica” a bordo piscina. Ho trovato estremamente interessante, in pratica, la scelta di descrivere il crollo dell’economia argentina attraverso uno degli ambienti più riservati e lussuosi (qualcosa di molto simile al barrio de La zona del messicano Plá), tramite personaggi di una certa cultura e di un certo ambiente, che, forse, si sgretolano più facilmente. Parallelamente, le dinamiche tra le famiglie di “amici”, costituiscono un’altra parte fondamentale del film, una parte che prosegue fino alla fine, illustrando perfettamente la pusillanimità di queste persone.
Come detto, davvero un buon film, che non è uscito in Italia.

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