Maelstrom - di Denis Villeneuve (2000)
Giudizio sintetico: si può vedere (3/5)
Giudizio vernacolare: popo' di rigirio
Giudizio vernacolare: popo' di rigirio
Un pesce, in attesa di essere fatto a pezzi, racconta una storia. Quebec, 1999. Bibiane Champagne ha 25 anni, un appartamento da urlo, nessun problema di soldi. Dirige un mini-franchising di tre negozi di abbigliamento, ma è sopraffatta dalla pressione, essendo la figlia di una celebrità, Flo Flabert. Si rifugia spesso nell'alcol e nelle droghe, uscendo tutte le sere, rifuggendo da legami duraturi. L'unico è quello che ha con l'amica Claire, di origini norvegesi. Una sera, mentre torna da una serata in condizioni al limite, complice il buio e la pioggia, con l'auto urta un operaio addetto alla lavorazione del pesce, Annstein Karson (anche lui di origini norvegesi), ma non si ferma a soccorrerlo. L'uomo, ferito a morte, si trascina fino al suo piccolo appartamento per morire in pace. Bibiane, in preda al panico e ai sensi di colpa, per cancellare le prove si getta in mare con l'auto, ma si salva. Si decide a continuare a vivere, ma non a confessare il suo presunto omicidio.
Casualmente, Bibiane incontra Evian, il figlio di Annstein; affascinata ed oppressa dal senso di colpa, che estrinseca in una strana maniera, si spaccia per una vicina di casa dell'anziano.
Secondo film del regista québécois, dopo l'invisibile Un 32 août sur terre del 1998, Maelstrom è un film acerbo ma interessante, che contiene i temi portanti della cinematografia di Villeneuve (temi soprattutto etici), e che, visto oggi, anticipa in parte il suo capolavoro Incendies. Grottesco e surreale, anticonformista come un Hal Hartley, per esempio nella scelta del pesce narrante, fa sorridere ma poi diventa agghiacciante quando si intuisce dove vuole andare a parare.
Casualmente, Bibiane incontra Evian, il figlio di Annstein; affascinata ed oppressa dal senso di colpa, che estrinseca in una strana maniera, si spaccia per una vicina di casa dell'anziano.
Secondo film del regista québécois, dopo l'invisibile Un 32 août sur terre del 1998, Maelstrom è un film acerbo ma interessante, che contiene i temi portanti della cinematografia di Villeneuve (temi soprattutto etici), e che, visto oggi, anticipa in parte il suo capolavoro Incendies. Grottesco e surreale, anticonformista come un Hal Hartley, per esempio nella scelta del pesce narrante, fa sorridere ma poi diventa agghiacciante quando si intuisce dove vuole andare a parare.
Non troppo fluido nella messa in scena, dimostra però potenziale, e intuito nella scelta quantomeno della protagonista: questo Maelstrom infatti, è il film che ha lanciato la splendida Marie-Josée Croze (qui Bibiane, e la vediamo come mamma l'ha fatta in una scena) verso una carriera fatta di grandi registi ed ottimi film: Atom Egoyan ed Ararat, Denys Arcand e Le invasioni barbariche, Steven Spielberg e Munich, Julian Schnabel e Lo scafandro e la farfalla. Si sono interessati a lei anche Woody Allen per Match Point e Steven Soderbergh per Solaris, film ai quali poi non ha partecipato.
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