Giudizio sintetico: si può vedere (3/5)
Il documentario è incentrato all'inizio sul crollo delle popolazioni di balene, squali, delfini e tartarughe marine. Il film afferma che l'attenzione dei gruppi ambientalisti su materie plastiche di consumo relativamente piccole come le cannucce ha offuscato il problema più ampio dei rifiuti di plastica dagli attrezzi da pesca o dalle reti fantasma, nonché la devastazione delle catture "accessorie". Il film suggerisce anche che le organizzazioni ambientaliste non sono state in grado di definire o implementare efficacemente la pesca sostenibile, i prodotti ittici sostenibili o i prodotti sicuri per i delfini. Queste critiche si concentrano in particolare sul Marine Stewardship Council, l'Earth Island Institute e la Plastic Pollution Coalition.
Prodotto da uno dei registi di Cowspiracy, del quale parleremo più avanti, il documentario in questione solleva dubbi e interrogativi interessanti, ma soffre moltissimo di parzialità e di una malattia sempre più diffusa negli ultimi tempi, quella della teoria della cospirazione (presente già dal titolo, del resto).
Produced by one of the directors of Cowspiracy, which we will discuss later, the documentary in question raises doubts and interesting questions, but suffers greatly from bias and from an increasingly widespread disease in recent times, that of the conspiracy theory (already present in the title, after all).
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