Come molti dei lavori precedenti di Curtis, il documentario esplora e collega vari argomenti come l'individualismo, il collettivismo, le teorie del complotto, i miti nazionali, l'imperialismo americano, la storia della Cina, l'intelligenza artificiale e il fallimento della tecnologia nel liberare la società nel modo in cui gli utopisti tecnologici una volta speravano che potesse. Originariamente intitolata What Is It That Is Coming?, la serie è stata ispirata dall'ascesa del populismo nel 2016. Curtis ha voluto indagare sul motivo per cui i critici di Donald Trump e della Brexit non sono stati in grado di offrire una visione alternativa per il futuro e perché queste circostanze sociopolitiche continuavano oltre i punti di rottura etici. Dal 1960 in avanti, questo imponente documentario a episodi, esplora quindi ogni fenomeno socio-politico-culturale mondiale, e cerca di contestualizzarlo, con un umorismo inglese particolarmente ficcante.
Adam Curtis dev'essere un personaggio davvero particolare, si capisce anche se questo è il suo unico lavoro che mi è capitato di vedere: otto ore circa di documentario su una buona parte dello scibile umano contemporaneo, che espone teorie spesso anche risibili, non solo audaci, ma molto affascinante.
Adam Curtis must be a very particular character, it is clear even if this is his only work that I happened to see: about eight hours of documentary on a large part of contemporary human knowledge, which often exposes laughable theories, not only daring, but very charming.
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