Giudizio sintetico: si può vedere (3,5/5)
Mary Hussain e suo marito Ahmed tornano a casa una notte, e Ahmed muore inaspettatamente. Dopo aver frugato nel portafoglio di Ahmed qualche tempo dopo il suo funerale, nota la foto di una donna di nome Genevieve di cui non aveva mai sentito parlare prima. Indagando ulteriormente, guarda il telefono di Ahmed e vede più messaggi di testo che ha inviato alla stessa donna, con i due che discutono in modo suggestivo di incontrarsi. Insospettita, Mary prende un traghetto attraverso il Canale della Manica fino a Calais per trovare Genevieve. Dopo averla incontrata, Genevieve scambia Mary per una donna delle pulizie e la invita a casa per lavorare. Genevieve vive con suo figlio Solomon, con il quale sembra non essere in buoni rapporti, ed entrambi hanno intenzione di trasferirsi entro pochi giorni. Entrambi non sanno che Ahmed è morto. Mary nasconde la sua vera identità e si atteggia a donna delle pulizie in modo da poter ottenere maggiori informazioni. Mentre è a casa sua, nota diversi articoli di abbigliamento di Ahmed. Dopo essere entrata in possesso di un filmato casalingo con Genevieve, Ahmed e Solomon, Mary si rende conto che Genevieve e Solomon sono stati la famiglia segreta di Ahmed per molti anni.
Un debutto senza dubbio impressionante, questo del regista inglese (madre inglese, padre pachistano) nel lungometraggio. Un film misurato ma intenso, una storia (scritta dallo stesso regista) senza tempo, ma che ambientata ai giorni nostri, assume sfaccettature intriganti e apre interrogativi etici ancor più profondi. Molto bene il cast.
An undoubtedly impressive debut, this one from the English director (English mother, Pakistani father) in the feature film. A measured but intense film, a timeless story (written by the director himself), but set in the present day, takes on intriguing facets and opens up even deeper ethical questions. The cast was very good.
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