No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20081219

the brothers Grimm


I fratelli Grimm e l’incantevole strega – di Terry Gilliam 2005

Giudizio sintetico: si può perdere

Germania sotto il dominio napoleonico; i fratelli Will e Jack Grimm sbarcano il lunario confidando nella credulità popolare, girovagando per villaggi spaventati dalle leggende, inscenando, con due fidi collaboratori, riti liberatori per i quali si fanno pagare, scacciando streghe, demoni e altre invenzioni. Quando vengono smascherati dai francesi, e condannati a morte, patteggiano la libertà a condizione di liberare un villaggio che è situato ai bordi di una foresta, dalla maledizione che sembra gravare sulla popolazione. Increduli pure loro, si trovano di fronte una vera foresta incantata, sotto l’influsso di un sortilegio creato da un’antica regina-strega, che cerca di conquistare l’eterna giovinezza.

Inutile negare che il cinefilo accanito e appassionato non resista alla tentazione di sperare sempre e comunque nel capolavoro, quando si mette alla visione di un film di Gilliam, genio incompreso, spendaccione, sognatore e casinista. Inutile negare anche, che all’uscita lo stesso cinofilo si domandi se è vera ispirazione, quella che ha spinto Gilliam a cimentarsi ancora con una favolona, oppure solo la voglia di rialzare la testa dalla disfatta epocale del mancato Don Chisciotte.
La mano dell’ex Monthy Pyton certo, si vede eccome, lungo l’arco della pellicola, che a tratti diverte ma poco coinvolge. Ovvio, i bambini si divertiranno un sacco, mentre gli adulti rimarranno con l’amaro in bocca. Il baraccone colorato, rumoroso, zeppo di semplici ma piacevoli citazioni favolistiche, funziona fino ad un certo punto. L’abilità di Gilliam non si discute (basta guardare solamente la scena dell’arrampicata con la fune sulla torre “incantata” e il movimento della macchina da presa per rimanere affascinati), ma questa, da sola, non basta. Mettendo da parte i film di sicuro spessore del passato (“Brazil”, “La leggenda del Re pescatore”, “L’esercito delle 12 scimmie”, “Paura e delirio a Las Vegas”), anche “Le avventure del Barone di Munchausen” è decisamente superiore a questo ultimo lavoro.
Interessante notare che la mano del grande regista può poco con attori poco portati (Matt Damon e Monica Bellucci, ancora una volta doppiata anche in italiano), mentre invece dà grandi risultati, pur nella pochezza del film, con quelli promettenti (Heath Ledger, ma soprattutto la sorprendente Lena Headey, spavalda e sexy molto di più di diverse e ben più decantate divette in questo ultimo periodo, penso a Keira Knightley, Eva Green o Diane Kruger). Grandioso con i caratteristi, forse uno dei pochi punti di forza di questo film, spettacolari infatti le prove di Jonathan Pryce nei panni di Delatombe, e di Peter Stormare, uno spettacolare Cavaldi.
Da Terry vogliamo molto di più.

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