No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20081221

slumdog millionaire


The Millionaire - di Danny Boyle 2008


Giudizio sintetico: da non perdere


Jamal ha meno di 20 anni, ed è incarcerato dalla polizia della sua città, Mumbai, trattato come un terrorista. Che cosa ha fatto? Semplicemente, sta partecipando alla versione indiana di Chi vuol essere milionario?, e sta sbancando. Nessuno ci crede: Jamal viene dagli slum, è cresciuto per strada, non ha un'istruzione, lavora come ragazzo del tè (del chai nella versione originale) in un call-center: com'è possibile che sia stato in grado di rispondere a tutte le domande fattegli fin'ora, e rischi adesso di vincere, rispondendo all'ultima domanda, 20 milioni di rupie? Rispondendo all'ispettore di polizia che lo ha in custodia, dopo le torture, Jamal spiegherà come ci è arrivato, raccontando della sua vita e del suo "perduto amor".


The Millionaire è un film che ti convince soprattutto dopo che ne hai finito la visione. Come mi piace dire, è un film che ti "rincorre". Nei giorni seguenti, ci ripensi, e ti rendi conto che è composto da scene indimenticabili, che ti ha inchiodato alla poltroncina con una regia adrenalinica, che il soggetto è geniale, moderno, e allo stesso tempo, il film ha il respiro romantico e senza tempo dei grandi classici. Non mi stupirei se venisse preso in considerazione per gli Oscar.

E' anche il film che ci riconsegna un regista che sicuramente ha ancora molto da dire, Danny Boyle, seppur, come dicono alcune note, supportato dalla regista indiana Loveleen Tandan nella direzione. Boyle partì fortissimo, anni fa, con il delizioso Piccoli omicidi tra amici (1994) e due anni dopo fece il botto con Trainspotting, un film che tutti conoscono e difficilmente dimenticano. Dopo, si perse, alternando film decenti (28 giorni dopo, Millions) ma non eccelsi, a flop e boiate inguardabili (Una vita esagerata, ma soprattutto The Beach e Sunshine), il che ci portò a pensare di averlo perso. Invece, eccolo qui.

Impossibile non pensare alla scena dell'inseguimento di Trainspotting sulle note di Lust For Life di Iggy Pop, quando si riflette sulla bellezza stilistica della scena dell'inseguimento, da parte della polizia, dei ragazzini di strada che stanno giocando a cricket sulle piste dell'aeroporto, e si sviluppa attraverso i budelli degli slum di Mumbai (ricordiamo appunto il titolo originale Slumdog Millionaire). Vi diciamo solo che le similitudini non finiscono qui: un'altra scena indimenticabile, tra le altre, ha a che fare con un gabinetto, ma rispetto a Trainspotting qui si va oltre, credetemi. Lasciatemi citare solo un'altra scena: la chiusura con i titoli di coda è degna di un musical e, al tempo stesso, di Bollywood. Ci si alza malvolentieri.


Dicevamo poi del soggetto. E qui il merito va a Vikas Swarup, impiegato al ministero degli esteri di Nuova Delhi, autore del libro Le dodici domande (in originale Q and A), ma anche ovviamente a chi ha scelto per Boyle il plot, e chi lo ha adattato per il cinema (Simon Beaufoy, The Full Monty). Come detto prima, geniale: attraverso le domande del quiz, ormai un format affermato a livello mondiale, ci racconta la vita del protagonista e ci illustra le tremende contraddizioni dell'India moderna.

Per finire, la storia d'amore. Prevedibile, se volete, telefonata, tutto vero, ma le risatine isteriche del protagonista mentre sta per rispondere all'ultima domanda riscattano anche l'eccesso di melò: l'amore è più forte di tutto. E la bellezza della protagonista femminile Latika, interpretata da Freida Pinto, modella indiana, toglie il fiato e giustifica qualsiasi cosa.

Perfetta si rivela pure la scelta di Dev Patel che interpreta Jamal da grande. Nato in Inghilterra e conosciuto per aver recitato in Skins, serie tv famosa nel Regno Unito (trasmessa in Italia su MTV), Boyle lo ha preferito ad attori indiani con la giustificazione che Bollywood sforna attori maschili un po' stereotipati, tutti forti, belli ed eroici, lontani dalla sensibilità che cercava lui per il carattere del protagonista.

Funzionale alla regia pirotecnica e adrenalinica, la colonna sonora che mischia dance e musica tradizionale indiana, dove tra l'altro M.I.A. la fa da padrona.


Probabilmente, il film ad alto budget più bello di questo 2008.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Veramente molto bello
sono d'accordo