No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20091009

Die bleierne Zeit


Anni di piombo - di Margarethe von Trotta 1981


Giudizio sintetico: da vedere


Marianne e Juliane, due sorelle tedesche, convincimenti di sinistra, nonostante l'infanzia profondamente (troppo) cattolica, influenzata pesantemente da un padre pastore luterano. Scelgono due strade diverse. Juliane, la maggiore, attiva nel movimento per la legalizzazione dell'aborto e, in generale, per i diritti delle donne, giornalista di un giornale autogestito interamente al femminile; convive da anni, ma non vuole avere figli. Marianne sposata con un figlio piccolo, lascia marito e prole per unirsi ad un gruppo armato di estrema sinistra, che effettua azioni in Europa, soprattutto in Germania Ovest, ma si addestra in Libano. Il marito di Marianne porta il figlio Jan a Juliane, dicendole che non può occuparsi di lui per un anno perchè deve partire per degli studi all'estero, dopo di che si suicida. Juliane contatta Marianne per farle sapere la cosa, e Marianne decide di proseguire con la latitanza, fregandosene del bambino, nonostante Juliane le dica che lo darà in adozione. Dopo una "irruzione" notturna in casa di Juliane e del suo compagno, di Marianne insieme ad altri due terroristi, dove i due proprietari mostrano il loro disagio, Marianne e altri della banda vengono arrestati.

Inizia il calvario di Juliane, che dapprima si vede rifiutare la visita dalla sorella, e dopo inizia una serie di visite sempre più costanti, tanto da mettere in pericolo il suo lavoro, la sua relazione, la sua stabilità mentale. La "lotta" di Marianne e gli altri è dura anche in carcere, per condizioni più umane ed altro, tanto che cominciano uno sciopero della fame. E il peggio deve ancora venire...


Struggente opera terza della von Trotta, premiata nel 1981 con il Leone d'Oro a Venezia, che si ispira chiaramente alla storia vera delle due sorelle Christiane e Gudrun Ensslin, dove Gudrun era la compagna di Andreas Baader (vedi La banda Baader Meinhof), morta in carcere con gli altri del gruppo, ufficialmente per suicidio tramite impiccagione.

Il film è fin troppo rigoroso nell'impostazione, fotografia tendente ai colori naturali, per lo più scura, lunghi silenzi, primi piani insistiti, dialoghi secchi, poca musica e per lo più classica, litigi frequenti e scatti d'ira; in più, ci sono continui salti avanti e indietro nel tempo, per poter comprendere meglio l'infanzia delle due sorelle. Nonostante ciò, anche se il ritmo ne paga un po' le conseguenze, il film risulta profondamente toccante, grazie anche ad un'interpretazione sofferta e intensa di Jutta Lampe nei panni di Juliane, descrivendo, con diversi "quadri", il fortissimo rapporto tra le due sorelle, costantemente in bilico tra l'aggressività, lo scontro, e l'amore profondissimo, pronto al sacrificio di ogni cosa. Finale secco, come tutto il film, ma molto bello.

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