No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20090124

der Baader Meinhof komplex


La banda Baader Meinhof - di Uli Edel 2008


Giudizio sintetico: da vedere


La banda Baader-Meinhof è l'appellativo col quale la stampa tedesca chiamava la R.A.F., acronimo di Rote Armee Fraktion (pressappoco, Plotone Armato Rosso), è stato un gruppo armato di estrema sinistra di base in Germania (Ovest), ufficialmente attivo dal 1970 al 1998. Il nome "ufficioso" deriva dai cognomi di Andreas Baader, capo indiscusso e fondatore, e di Ulrike Meinhof, giornalista tedesca di sinistra che dopo un non indifferente dilemma ideologico, si unì al gruppo diventandone l'ideologa, redigendone i comunicati e partecipando alle azioni. Il film di Edel ne ripercorre la storia, seguendo soprattutto Baader, Meinhof e la compagna di Baader, Gudrun Ensslin, ma anche Horst Herold, il capo della polizia tedesco, che li combattè tenacemente, unico ad aver intuito che non si trattava di una semplice organizzazione terroristica.


In corsa per gli Oscar nella categoria Best Foreign Language, il film di Edel credo sia importante prima di tutto a livello storico. Molte persone, che hanno la mia età o più giovani, non sanno niente di questo gruppo armato, che semplicisticamente si può definire come "le Brigate Rosse tedesche", che si macchiò di azioni che ebbero eco a livello mondiale; inoltre, un pregio, forse il più importante per un lavoro come questo (alcuni lo possono vedere come un difetto, ma giudicherete da soli all'occorrenza), è la mano rigorosa e imparziale del regista, supportato, nella sceneggiatura, da Stefan Aust, autore del libro omonimo e addirittura regista del film tv Baader-Meinhof, redattore capo di Der Spiegel dal 1994 al 2008, forse il più importante news magazine tedesco, e da Bernd Eichinger (sceneggiatore tra l'altro di Profumo - Storia di un assassino e de La caduta - gli ultimi giorni di Hitler). Il rigore, come detto, caratterizza decisamente il film, imponente (due ore e mezzo, tre nella versione televisiva) e piuttosto esauriente. Edel ha vasta e varia esperienza, e si vede (molti film, soprattutto storici e biopic per la tv ma anche, ad esempio, un episodio di Oz, uno di Twin Peaks, e un paio di film che sono arrivati al grande pubblico, veramente interessanti, quali Ultima fermata Brooklyn del 1989, e il famosissimo - non come il libro, ma quasi - Christiana F. - Noi i ragazzi dello zoo di Berlino), e riesce al tempo stesso a narrare la storia e i fatti salienti, ad essere piuttosto chiaro, e pure a spettacolarizzare il tutto. Si circonda di bravi attori, per lo più tedeschi (Bleibtreu che interpreta Baader e Martina Gedeck che interpreta la Meinhof, oltre al mitico Bruno Ganz nei panni del capo della polizia Horst Herold) o dell'est Europa che però lavorano per lo più in Germania (Alexandra Maria Lara - Petra Schelm -, attiva anche in produzioni statunitensi/europee di registi importanti - Miracolo a Sant'Anna di Spike Lee o l'ultimo Coppola Un'altra giovinezza), e affresca un periodo storico difficile, senza negare niente, dai sospetti sul suicidio di gruppo all'ampio supporto popolare del quale ha goduto per diverso tempo la RAF, dai tormenti personali dei terroristi (in particolare la Meinhof) alla brutalità della polizia tedesca (la contestazione "scatenante" verso lo Scià di Persia in visita), dalla spietatezza della RAF (il rapimento del capo della Confidustria tedesca Hanns-Martin Schleyer, poi ucciso, le cui "modalità", pare, furono riprese dalle BR l'anno seguente per il sequestro Moro; da notare un piccolissimo particolare, di cui purtroppo ultimamente si tende a scordarci: Schleyer in gioventù era stato un ufficiale delle SS naziste) stessa al mancato controllo dei capi in carcere sulle azioni roboanti degli ultimi anni.


A volte, si ha bisogno anche di questo: rappresentazione storica senza visioni di parte particolari. Tassello importante sulla storia europea del ventesimo secolo, post-Seconda Guerra Mondiale.

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