No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20220804

Pietra da sbattere

Rammstein + Duo Abélard, 12 luglio 2022, Stadio Olimpico Grande Torino, Torino

Mese di luglio che vede ben quattro concerti "di recupero", rimandati per due anni, alcuni (Nick Cave, il 4 a Verona, ne abbiamo già parlato) totalmente cancellati e poi riprogrammati; il secondo è quello dei tedeschi Rammstein, che si tiene all'Olimpico di Torino. I concerti negli stadi non sono i miei preferiti, soprattutto in questi ultimi anni, ma credo che in questo momento sia la dimensione adatta alla band tedesca; superato lo scoglio del viaggio, del parcheggio, dell'ingresso e di abbozzare una cena comprandola con i maledetti token, mi calmo e attendo l'inizio, ascoltando le due pianiste francesi del Duo Abélard, scelta atipica (eseguono un breve set fatto tutto da brani dei Rammstein in versione strumentale con, appunto, doppio pianoforte) ma in linea con la maestosità dell'evento, dall'alto del mio posto, scelto il più lontano possibile dal palco. Poco dopo le 21, senza troppo ritardo sul programma, eccoli.


Le note di Music for the Royal Fireworks di George Frideric Handel, scelta azzeccata senza dubbio, introducono Armee der Tristen, e i sei pazzoidi popolano un palco incredibile e difficile da descrivere, così come altrettanto difficile risulta raccontare una serata che risulterà spettacolare, nel vero senso della parola, con travestimenti, fiammate, schiuma, coriandoli, allestimenti teatrali, gente che suona le tastiere da un tapis roulant (Flake), ascensori, luci incredibili, volumi assordanti, e una scaletta che ripercorre la loro storia, ma ribadendo che il disco omonimo del 2019 (quello col fiammifero in copertina) è ancora oggi il loro punto più alto. Questo non vuol dire che i Rammstein non abbiano scritto canzoni memorabili negli altri album, anzi. Un pubblico eterogeneo (la lingua di scambio era l'inglese, credetemi, sembrava di essere ad un festival e non ad un concerto in Italia) ed entusiasta (lo dimostra la "gara" a mostrare le tette durante una pausa, durante la quale la telecamera ritrasmessa sugli schermi giganti vagava per la platea), per una serata da ricordare. Molti i punti salienti, musica a parte, ma su tutti, per me, quando i sei, dopo la versione di Engel eseguita insieme al Duo Abélard sul palco secondario (lo stesso sul quale si sono esibite le pianiste prima di loro), tramite tre canotti (avete letto benissimo), si fanno letteralmente trasportare dal pubblico sul palco principale. Peccato per l'amico Dino che stasera non è potuto esserci.
The notes of Music for the Royal Fireworks by George Frideric Handel, undoubtedly an apt choice, introduce Armee der Tristen, and the six madmen populate an incredible and difficult stage to describe, just as it is equally difficult to tell an evening that will be spectacular, in the true sense of the word, with disguises, flames, foam, confetti, theatrical arrangements, people playing keyboards from a treadmill (Flake), elevators, incredible lights, deafening volumes, and a setlist that traces their history, but reiterating that the disc namesake of 2019 (the one with the match on the cover) is still their highest point today. This is not to say that Rammstein didn't write memorable songs on their other albums, quite the contrary. A heterogeneous audience (the exchange language was English, believe me, it seemed to be at a festival and not at a concert in Italy) and enthusiastic (this is demonstrated by the "competition" to show the breasts during a break, during which the camera relayed on giant screens roamed the audience), for an evening to remember. Many highlights, music aside, but above all, for me, when the six, after Engel's version performed together with the Duo Abélard on the secondary stage (the same on which the pianists performed before them), through three dinghies (you read very well), are literally carried on by the audience on the main stage. Too bad for my friend Dino who couldn't be there tonight.

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