Giudizio sintetico: si può perdere (2/5)
Al miliardario newyorkese Damian Hale viene diagnosticato un cancro terminale. Trova un biglietto da visita che lo indirizza al Professor Albright, il quale lo informa di una procedura medica chiamata "shedding", in cui la coscienza viene trasferita in un nuovo corpo. Damian accetta la procedura e segue le istruzioni di Albright per inscenare la propria morte pubblica. Albright lo trasferisce quindi in un nuovo corpo più giovane e gli prescrive dei farmaci per alleviare le vivide allucinazioni che, a suo dire, sono effetti collaterali della procedura. Damian inizia una nuova vita a New Orleans sotto il nome incognito di Edward Kidner e fa subito amicizia con il suo vicino Anton. In seguito, dimentica di prendere le medicine e ha allucinazioni di una donna e di un bambino. Damian (nei panni di Edward) interroga Albright, che lo liquida, ma menziona accidentalmente dettagli delle allucinazioni che Damian non aveva rivelato. (Wikipedia)
A volte è sorprendente vedere quanti soldi e che tipo di cast, vengono affidati a registi tutto sommato bravi soprattutto con l'estetica, e che non riescono mai a lasciare un segno indelebile, nella cinematografia. Forse è solo una mia personale convinzione, ma questo film del regista indiano, infarcito, anche nelle parti tutto sommato marginali, di grandi attori, non mi ha lasciato niente, se non una vaga sensazione di già visto, mentre lo guardavo.
Sometimes it's surprising to see how much money and what kind of cast are given to directors who are all in all good, especially with aesthetics, and who never manage to leave an indelible mark on cinematography. Maybe it's just my personal belief, but this film by the Indian director, stuffed, even in the all in all marginal parts, with great actors, left me with nothing, if not a vague feeling of déjà vu, while I was watching it.

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