Giudizio sintetico: si può vedere (3/5)
Sol, una bambina di sette anni, si reca a casa del nonno, dove le zie Nuri e Alejandra stanno organizzando una festa di compleanno per suo padre. Probabilmente sarà l'ultimo, quindi in un certo senso è anche una cerimonia d'addio. Con l'arrivo del tramonto, un'atmosfera insolita e sfrenata prende il sopravvento, spezzando i legami familiari. Per Sol, il mondo sta per cambiare mentre impara l'essenza del lasciar andare e sente il respiro della vita. (Wikipedia)
Capisco tutti i critici che si sono esaltati, alla visione di questo film, il secondo per la regista messicana, che qualcuno ha definito "ingannevolmente modesto" (in senso positivo, per esprimere la profondità di un'opera apparentemente di basso profilo e molto semplice). Eppure, non mi ha travolto come mi sarei aspettato, a dispetto, appunto, del basso profilo, e dell'incantevole presenza della piccola protagonista Naíma Sentíes.
I understand all the critics who got excited about this film, the second for the Mexican director, which some have called "modestly deceptive" (in a positive sense, to express the depth of a seemingly low-profile and very simple work). And yet, it didn't overwhelm me as I expected, despite, precisely, the low profile, and the enchanting presence of the little protagonist Naíma Sentíes.

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