Giudizio sintetico: da vedere (4/5)
Gli studenti della classe settima dell'insegnante idealista Carla Nowak, appena trasferitasi nella scuola, vengono pressati dagli altri insegnanti affinché identifichino chi tra i loro compagni potrebbe essere il sospettato più probabile per una serie di furti nella sala professori. Carla li incoraggia a rimanere in silenzio se lo desiderano, ma gli altri insegnanti insistono sulla questione e in seguito costringono gli studenti maschi della classe di Carla a consegnare i portafogli per l'ispezione. Dopo aver scoperto che uno studente di origini turche, Ali, porta con sé molti soldi, gli insegnanti lo accusano di furto; tuttavia, durante un incontro con i genitori di Ali, questi ultimi informano gli insegnanti che i soldi erano la paghetta di Ali e accusano gli insegnanti di aver fatto del profiling razziale nei confronti di Ali. In seguito, dopo aver assistito al furto di denaro dal salvadanaio della sala professori da parte di una collega, Carla decide di indagare personalmente sul furto. Usando il suo portatile, registra di nascosto la sua giacca e ottiene un filmato di una persona sconosciuta con una camicetta particolare che le ruba i soldi dal portafoglio. (Wikipedia)
Figlio di immigrati turchi in Germania, nato a Berlino ma tornato, per un periodo, in Turchia per terminare la scuola, il regista Çatak è ancora giovane, ed ha al suo attivo non troppi lungometraggi ma molto lavoro e svariati premi. Questo Das Lehrerzimmer è un film che denuncia senza urlare, che non fornisce soluzioni ma lascia "lavorare" lo spettatore di riflessione a posteriori, e che è punteggiato da una prova superba della protagonista Leonie Benesch, fatta di una moltitudine impressionante di registri.
Son of Turkish immigrants in Germany, born in Berlin but returned, for a while, to Turkey to finish school, the director Çatak is still young, and has not too many feature films under his belt but a lot of work and several awards. This Das Lehrerzimmer is a film that denounces without shouting, that does not provide solutions but lets the spectator "work" on reflection after the fact, and that is punctuated by a superb performance by the protagonist Leonie Benesch, made up of an impressive multitude of registers.
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