No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.
20060506
lavoro
Perdonerete l'impertinente accostamento della foto, ma la causa dei miei non scritti è proprio il lavoro, unita alla mia voglia di uscire tutte le sere a fare qualcosa di interessante, come se dovessi dimostrare di essere ancora giovane a 40 anni. Cosa, quest'ultima, che mi riprometto di approfondire a breve, visto che non è niente più che un luogo comune; inoltre, non è vero niente. Non è vero che se si è giovani si esce tutte le sere, e se si invecchia si rimane a casa. Ma passiamo oltre.
Da ottobre ero in formazione in un nuovo reparto, con lo stesso inquadramento di prima. La persona che mi ha "lasciato" il posto è andata in pensione a fine aprile, e con ieri si è conclusa la prima settimana da responsabile del nuovo posto, ben più impegnativo di quello che occupavo prima. Avevo un po' di timore, ma tutto è andato bene. Ho capito anche cose che non ero riuscito a farmi spiegare, forse perchè non riuscivo a fare le domande giuste. E' andata bene, e sono stato molto felice, soddisfatto. La cosa che a volte appare strana anche a me stesso, è la seguente: mi piace il mio lavoro. Mi piace anche se so benissimo che non faccio quello che ho sempre sognato di fare, lavorare nel campo musicale, suonare, scrivere. Mi piace ugualmente, e spesso lo faccio con passione, una passione che non so proprio da dove arrivi. Forse sono malato. Forse sono un camaleonte, e sono riuscito a farmi piacere una cosa brutta. Che ne so. Mi dispiaccio sempre quando parlo con qualcuno che conosco e che si lamenta del lavoro che fa. Non so come dargli una mano, cerco di mettermi nei suoi panni, ma non so se ci riesco.
A proposito di quello che dice lafolle su popinga e sulla loro città, natale o d'adozione fa lo stesso, mi trovo d'accordo, come ho detto a popinga, senza prendere posizione. Ogni scarrafone è bello a mamma soja.
Di recente, un amico di Milano, mentre mangiavamo un 5&5 in via Grande a Livorno, mi fa "Ma sai che non è tanto bello qui?". Gli ho risposto "E chi l'ha detto che è bello? Però a noi ci garba, dé no!". Ieri, verso l'ora di cena, mi sono seduto da solo nello stesso posto, ho sgonfiato due 5&5 con una birra, è passato lo stesso barbone della volta scorsa che mi ha detto "Capo, una monetina?" e io gli ho dato, ancora una volta, un euro. Nel tragitto da Piazza della Repubblica, dove ho lasciato l'auto, al posto dove ho mangiato, ho sentito parlare almeno 4 lingue diverse: la prima frase in italiano, o meglio, in livornese, l'ho scambiata con il ragazzo della pizzeria.
Chi l'ha detto che deve essere bello?
Mercoledì, come preannunciato tempo fa, sono tornato a vedere Marco Paolini, a Cascina, con un altro spettacolo, "Il Sergente di Mario Rigoni Stern". Bello, poetico, intenso e divertente, il volto umano della campagna di Russia voluta dal Duce. Ancora una volta, grande Marco.
Sullo sfondo, The Sword con il loro debutto "Age of Winters": Black Sabbath, St. Vitus e altri Doom metallers rivisitati in chiave moderna. Doom del 2006. Non importa se abbia un senso: ci piace.
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2 commenti:
no, non sei malato. hai quella grande qualità di saper apprezzare la vita.
bella lì
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