No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20070823

big in japan


Per la serie "band o dischi che hanno segnato la mia vita", inaugurata con questo post, questa mattina ho avuto l'ispirazione da un "carteggio" informatico con due amiche. Vado dritto al sodo e vi comunico che vi parlerò brevemente dei Japan di David Sylvian e del loro Oil On Canvas. Ho preso tra le mani il cd ed ho constatato con un po' di nostalgia che è del 1983. 24 anni, quasi una generazione. Naturalmente all'epoca la versione in vinile doppio era elegantissima e molto, molto figa. Tanto per dirne una, i 3 minuti e 28 secondi di Voices Raised In Welcome, Hands Held In Prayer potrebbero benissimo aver convinto i Sigur Ros a fare musica. Se si pensa che il disco è postumo (la band si sciolse nel 1982), si capisce ascoltando il disco, che è una raccolta live, di quanto questa band abbia influenzato la musica elettronica che all'epoca aveva ancora da venire, e al tempo stesso, la grandezza dei Japan.

Gemme indimenticabili, in versioni pressoché perfette, quali Gentlemen Take Polaroids, Visions Of China, la splendida Ghosts (che ricordo ancora eseguita acustica e struggente dal solo Sylvian, durante un concerto a Livorno, in uno dei suoi tour insieme a Robert Fripp, per dire, non un minchia qualsiasi), canzoni levigate, delicate, con quegli echi ovviamente orientali, mi conquistarono immediatamente, nonostante i miei orecchi fossero avvezzi a tutt'altri suoni.

La voce di Sylvian, che coronava il lavoro dei musicisti, letteralmente ti concupiva.


Provare per credere.
PS ci credete che solo stasera ho realizzato cosa rappresentasse il dipinto in copertina?

9 commenti:

Butel1 ha detto...

Ti ho scovato per caso cazzeggiando su Verona Blog (sì, sono uno yuppie che non c'ha un cazzo da fare).
A pare il canvas e la voce di Sylvian (che è tuttoggi identica in maniera quasi misteriosa), secondo me l'estetica new romantic alla quale si allineano e che aveva già preso piede nei Japan dell'80-81 (in teoria la svolta c'è con I second that emotion, ma non vorrei sbagliare con le annate).

Artisti completi i Japan, com'è raro ve ne siano: musicale, visuale e letterario in una sinestesia che solo negli ultimi due anni del '70 e nei primi '80 aveva ragione di esistere a quel modo.

Gentlemen take polaroids e Life in Tokyo sono poesia per le mie orecchie ottantesche: "Somewhere's a sound of distant living...welcome in high society"
E come del resto non citare la proficua collaborazione con R. Sakamoto, altro geniaccio dei tempi e leader della Yellow Magic Orchestra (almeno tre pezzi da eiaculazione)?

Se interessa, consiglio questi due video documentari-interviste
questo e questo.

Butel1 ha detto...

mh forse mancava il completamento di un periodo...
ecco l'estetica new romantic alla quale si allineano è sì '80 ma è esatto definirlo il prodotto di quegli anni solo in parte: il manager dirà che percorrono una strada che non c'entra NULLA con le giovani generazioni del tempo. Quasi "a farsi i cazzi loro, prendere o lasciare". Ecco perchè sono stati grandi.
La cosa dura poi pochi album, finchè M. Karn spiegherà che non riescono più a "litigare" sulle scelte, perchè ormai c'è uno standard. E dopo l'ultimo progetto, adieu.

[lasciare incompiuto un periodo così, è assurdo, mi rendo conto]

Anonimo ha detto...

uh, un collega (patito di eighties) proprio in questi giorni è partito coi Japan, ovviamente con la mia più totale benedizione.
Solo che i giovinastri si scaricano le raccolte di singoli che vabbè... Lunedì gli impongo Tin Drum (dove David somiglia in maniera assurda a Franca Rame).

Fremo al pensiero di rivedere il vecchio David a settembre anche se ormai è partito per una tangente tutta sua, che apprezzo a targhe alterne.

Oltre ai meriti che sappiamo ne aggiungerei uno recente: Sylvian ha avuto su Blemish il Sig. Derek Bailey, e per l'etichetta di David questi ha fatto uscire un disco.

Ora, a parte che Bailey è venuto a mancare e sticazzi però stiamo parlando di una figura centrale dell'avanguardia musicale che non si sa perchè nessuno si deve cagare. La chitarra di Bailey è una di quelle esperienze che mettono dei paletti e dopo ti sembra tutto persino normale (fu di ispirazione anche per gli Area)!

Lode a entrambi.
A questo punto attendo il punto di Jumbolo sui Talking Heads.

Ah, Jumbolo scusa per lo sbrodolamento ma a se non faccio il giornalista musicale un motivo c'è.

mau

lafolle ha detto...

cosa pensavi che fosse il dipinto?
per curiosità--

Anonimo ha detto...

dopo tutti i discorsi di ieri e oggi inutile aggiungere che il mio e' talemente rigato che se provi ad ascoltarlo ti viene il mal di mare .. mi e' venuto in mente altro .. e' firmato da me ... al tempo firmavo le copertine dei dischi come per imprimere il marchi del mio alto gradimento .. che cose strane si fanno da adolescent .. sex ..

jumbolo ha detto...

un astratto, livio

anch'io sabri, data e firma

Anonimo ha detto...

non speravo tanto ma almeno il gancio sui Talking Heades
vabbè

Anonimo ha detto...

psyco killer

Anonimo ha detto...

Yes


Qu'est-ce que c'est?
fa fa fa fa fa fa fa fa fa far better
Run run run run run run run away
Psycho Killer
Qu'est-ce que c'est?
fa fa fa fa fa fa fa fa fa far better
Run run run run run run run away

. .
O

Mau