No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20160304

La sala del lupo

Wolf Hall - Scritta da Peter Straughan, diretta da Peter Kosminsky (2015) - Miniserie in 6 episodi - BBC Two



Thomas Cromwell, primo conte di Essex. Nato a Putney attorno al 1485, avvocato, fu un politico, tra i più influenti durante il regno di Enrico VIII d'Inghilterra, al punto di divenirne Primo Ministro dal 1532 al 1540. Fu determinante nel cosiddetto scisma anglicano, in seguito al quale la Chiesa d'Inghilterra ruppe con la Chiesa cattolica romana e l'autorità papale; decisivo nell'annullamento del matrimonio di Enrico VIII con Caterina d'Aragona e l'unione con Anna Bolena, fu dapprima alleato con quest'ultima, poi di lei nemico fino ad esserne il principale attore nella sua caduta.
Di umili origini, fu uno dei primi self made men, seppe sfruttare appieno la sua brillante intelligenza e diplomazia. Mercenario, si fermò durante la sua gioventù in Italia, al servizio del banchiere fiorentino Francesco Frescobaldi. Conoscitore di molte lingue oltre all'inglese, conosceva bene anche il Vaticano.
Membro del Parlamento inglese, ebbe un figlio e due figlie da Elizabeth, sua moglie, e una figlia illegittima. La moglie e le due figlie morirono a causa della malattia del sudore.

Incuriosito dalla lista delle nomination ai 67esimi Primetime Emmy Awards, sono andato a cercarmi questa miniserie inglese, tratta da due libri di Hilary Mantel, l'omonimo Wolf Hall ed il seguente Bring Up the Bodies (seguirà, a breve, la conclusione della trilogia, titolo The Mirror and the Light).
Interessante e dal ritmo molto pacato, forse, chissà, fin troppo benevolente con la figura di Cromwell, Wolf Hall è filmato, messo in scena e recitato alla grande da un cast azzeccato. Al di là delle ovvie polemiche sulle accuratezze storiche, e addirittura di anti-cattolicesimo, fanno sempre piacere questi "sguardi" storici quantomeno ben fatti, per conoscere dinamiche politiche che, per quanto probabilmente molto meno sanguinarie, permangono attuali. Certo, non ha il fascino di Game of Thrones, ma può servire per ingannare l'attesa e, al tempo stesso, per saperne un po' di più (seppur la storia di Anna Bolena sia stata portata su palchi, piccoli e grandi schermi ormai decine e decine di volte) su figure defilate, ma non per questo meno importanti.
Damien Lewis (Homeland, adesso Billions) è un misurato ma fisico Enrico VIII, mentre Claire Foy (ve ne parlai bene per The Promise) è una tesissima Anna Bolena; a proposito di Game of Thrones, Anton Lesser (lì Qyburn) è Thomas More, Jonathan Pryce (lì High Sparrow) è il cardinale Thomas Wolsey, Thomas Brodie-Sangster (lì Jojen Reed) è Rafe Sadler, Harry Lloyd (lì Viserys Targaryen) è Lord Harry Percy.
C'è anche Mark Gatiss (Mycroft Holmes in Sherlock, anche co-creatore della serie) nei panni del vescovo Stephen Gardiner, e Mathieu Amalric nella parte dell'ambasciatore francese Eustace Chapuys, ma su tutti si erge Mark Rylance, già in Intimacy, candidato agli ultimi Oscar come non protagonista per Il ponte delle spie, attore soprattutto teatrale, che dà vita al personaggio cardine, Thomas Cromwell, autore di una straordinaria performance.

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