No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20230127

Fino a quando la luce non ci prende

Until the Light Takes Us - Di Aaron Aites e Audrey Ewell (2008)
Giudizio sintetico: da vedere (4/5)


Until the Light Takes Us inizia con un viaggio in treno da Fenriz (Darkthrone) a Stoccolma, dove in seguito partecipa a una mostra dell'artista Bjarne Melgaard alla Lars Bohlman Gallery. Lungo la strada viene controllato alla dogana perché ha con sé dei gas lacrimogeni. La storia si sposta nella prigione di massima sicurezza di Trondheim. Varg Vikernes (Burzum) viene intervistato lì nella sua cella. Le registrazioni per gli album A Blaze in the Northern Sky e Burzum vengono discusse per prime, con stacchi tra Fenriz e Vikernes. Le interviste poi iniziano a raccontare la storia della scena black metal dal punto di vista di Varg Vikernes e Fenriz. Nel mezzo ci sono anche le dichiarazioni di Jan Axel Blomberg (Mayhem), Kristoffer Rygg (Ulver), così come Olve "Abbath" Eikemo e Harald "Demonaz" Nævdal (Immortal). Bård G. Eithun (ex Emperor) appare oscurato e con una voce distorta. Il documentario inizialmente si concentra sulle prime fasi dei Mayhem fino alla morte di Per Yngve Ohlin, noto come Dead. Seguono scene con Fenriz nel bar metal "Elm Street" di Oslo e ancora della visita alla mostra dell'artista Bjarne Melgaard, che ha preso la scena black metal come base per una serie di dipinti e sculture. Vede una connessione tra la scena black metal e il dipinto di Edvard Munch L'urlo. Oltre alla visita di Fenriz alla mostra, viene mostrata anche una performance dell'artista Harmony Korine in uno studio d'arte.


Un lavoro non solo accurato, ma con un taglio molto interessante, da parte di due documentaristi statunitensi, uno dei quali purtroppo deceduto nel 2016, che risulterà estremamente interessante agli appassionati di metal estremo, ma che tratta l'argomento di un fenomeno che ha tutt'oggi influenze sulla musica di un certo tipo, in maniera decisamente seria e competente, cercando di scavare a fondo, e riuscendoci in parte. Da non perdere.


A work not only accurate, but with a very interesting cut, by two US documentary makers, one of whom unfortunately died in 2016, which will be extremely interesting to extreme metal enthusiasts, but which deals with the subject of a phenomenon that has still today influences on music of a certain type, in a decidedly serious and competent way, trying to dig deep, and partially succeeding. Not to be missed.

2 commenti:

monty ha detto...

Piacque molto anche a me (ne scrissi).
Sconvolgente la performance finale di Frost.

jumbolo ha detto...

Mi pareva. E, non ricordo (perché come sai, le rece di cinema e serie sono in ritardo di circa 2 anni), ma probabilmente presi da te lo spunto per cercarlo.