No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20230123

Ormar

Wardruna, Teatro dal Verme (MI), 22 gennaio 2023


Pur non avendo ascoltato niente del loro passato, quando ho sentito Kvitrafn sono rimasto talmente ammaliato, che ho deciso che sarebbe stato interessante vedere la band norvegese dal vivo. Quando mi sono accorto che avevano una data riprogrammata (inizialmente doveva essere nel 2021) a Milano, era già esaurita. Quando ne hanno aggiunta un'altra, il giorno precedente, mi sono precipitato a comprare il biglietto. Dopo avervi assistito, posso dire che è stata una scelta totalmente indovinata.
Ci sarebbe da indagare a fondo sul perché i Wardruna sono seguiti al 99% da un pubblico metallaro. Per la loro provenienza? Per il loro background? Per via dei Manowar? La risposta non credo possa essere provata, quindi rimaniamo con il dubbio: così è. Quindi, fuori dall'elegante ma moderno Dal Verme, e non appena si aprono le porte, all'interno, è un'invasione metallara, che si mescola ad altre persone di chissà quale estrazione. Due date totalmente esaurite (la capienza è ufficialmente di 1.436 posti), attesa palpabile, un palco che si presenta già da subito elegante ed evocativo al tempo stesso, ed infine, con qualche minuto di ritardo sulla tabella di marcia, comincia lo spettacolo. Ed è veramente uno spettacolo: luci sobrie ma efficaci, che spesso generano giochi di ombre sullo sfondo davvero belle ed adeguate all'atmosfera, qualche sparuto visual ispirato alle liriche (e lo spettacolo nello spettacolo sono gli strumenti antichi usati dalla band), una band molto affiatata capitanata da un Einar Selvik maestro di cerimonie, e una scaletta di un'ora e mezzo che abbraccia tutta la loro discografia. Grandissimo il contributo della cantante Lindy Fay Hella, tra l'altro. Pubblico a dir poco adorante, che finalmente viene "accontentato" da Einar dopo quasi un'ora e venti di canzoni, in pratica prima degli encore, quando finalmente si concede, con un discorso accorato, quasi commosso, sulla radice della musica che suonano, e con un messaggio di pace e fratellanza universale, ma non pomposo. Ancora Einar bissa dopo il primo encore, congeda la band, per ringraziare ancora della calorosa accoglienza, promettendo di tornare quanto prima, ed introducendo la sua (da uno dei suoi lavori solisti) Snake Pit Poetry parlando della serie TV Vikings, da loro musicata, e della figura storica e leggendaria di Ragnar Lodbrok, al quale (chi ha visto la serie lo saprà) questa canzone è ispirata/dedicata. Come ho detto prima, scelta indovinata, concerto indimenticabile.

Although I haven't heard anything from their past, when I heard Kvitrafn I was so enthralled, that I decided it would be interesting to see the Norwegian band live. When I realized they had a rescheduled date (originally it was supposed to be in 2021) in Milan, it was already sold out. When they added another the day before, I rushed to buy the ticket. Having witnessed it, I can say that it was a totally right choice.
We would have to investigate thoroughly why Wardruna are 99% followed by a metal audience. For where they come from? For their background? Because of the Manowar? I don't think the answer can be proven, so we remain with the doubt: it is so. Then, outside the elegant but modern Dal Verme theater, and as soon as the doors open, inside, it's a metal invasion, mingling with other people from who knows what background. Two totally sold out dates (the capacity is officially 1,436 seats), palpable expectation, a stage that is immediately elegant and evocative at the same time, and finally, with a few minutes late on the schedule, the show begins. And it's truly a show: sober but effective lights, which often generate really beautiful plays of shadows on the background and appropriate to the atmosphere, some sparse visuals inspired by lyrics (and the show within the show are the ancient instruments used by the band), a band very close-knit led by a master of ceremonies Einar Selvik, and a lineup of an hour and a half that embraces their entire discography. The contribution of the singer Lindy Fay Hella, among other things, was great. An adoring audience to say the least, which is finally "satisfied" by Einar after almost an hour and twenty of songs, in practice before the encores, when he finally concedes himself, with a heartfelt, almost moved speech, on the root of the music they play, and with a message of peace and universal brotherhood, but not pompous. Again Einar repeats after the first encore, dismisses the band, to thank again for the warm welcome, promising to return as soon as possible, and introducing his (from one of his solo works) Snake Pit Poetry talking about the TV series Vikings, set to music by them, and of the historical and legendary figure of Ragnar Lodbrok, to whom (those who have seen the series will know) this song is inspired/dedicated. As I said before, guessed choice, unforgettable concert.

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