Giudizio sintetico: si può vedere (3,5/5)
Il film racconta la vita lungo il Grande Raccordo Anulare, la tangenziale che circonda Roma. Un barelliere single che lavora per il 118; un botanico che ha come missione di difendere un'oasi di palme dall'attacco di un coleottero; un paio di nobili decaduti, in situazioni totalmente opposte; uno degli ultimi pescatori di anguille del Tevere; e altri spaccati di varia umanità. Rosi ha trascorso più di due anni facendo riprese, mentre il montaggio del film ha richiesto otto mesi di lavoro. Secondo il regista, il film è stato ispirato dal romanzo di Italo Calvino Le città invisibili (1972).
Leone d'oro a Venezia nell'edizione 2013, primo documentario a vincere tale riconoscimento, è l'ennesima riprova del talento del regista italiano nato in Eritrea. Un talento che va al di là del genere: quelli di Rosi, infatti, sono documentari che si fa fatica a definire tali. Poetico.
Golden Lion in Venice in the 2013 edition, the first documentary to win this recognition, is yet another proof of the talent of the Italian director born in Eritrea. A talent that goes beyond the genre: in fact, Rosi's are documentaries that are hard to define as such. Poetic.
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