Il gringo poliglotta
Cominciamo con una notizia che forse in Italia e' gia' arrivata, io l'ho letta dopo aver postato il mio ultimo aggiornamento: la federazione argentina di calcio ha deciso, dopo gli ultimi accadimenti, di far giocare da qui alla fine dell'anno, tutte le partite solo con gli spettatori di casa.
Avanti cosi'. La giornata "libera" e' trascorsa lentamente, riflettendo sul da farsi quando avro' finito le escursioni che mi interessano. Vorrei arrivare a Bariloche (San Carlos de Bariloche), dove dovrei incontrarmi, da ultima telefonata, almeno con Gaston, uno dei fratelli di Juli, che sara' li' dal 19 per accompagnare un viaggio. Avrete capito che qui in Argentina i treni non esistono, quindi ci si affida ai bus. Nel nord la rete stradale e le citta' sono un po' piu' "avanti", qui al sud e' un po' un problema. Esempio pratico. Mi informo per andare a Bariloche da qui. Come diceva il notaio del Pippo Chennedy Show (o era l'Ottavo Nano?), ci sono due opzioni.
La prima e': partire alle 3 o alle 4 della notte da El Calafate. Attendere un paio d'ore a Rio Gallegos (quindi tornando a sud), per poi prendere un bus per Comodoro Rivadavia dove si arriva dopo circa 10 ore (partenza alle 10 del mattino, arrivo alle 20,30 della sera). Da li' si puo' scegliere se prendere un bus semi-cama o uno cama. La differenza sta nelle poltroncine, le cama sono praticamente come un letto (c'e' ovviamente una differenza di prezzo). Prendendo il cama, si parte da Comodoro alle 21,30 e si arriva a Bariloche verso le 10,30 della mattina seguente, altrimenti si arriva un paio d'ore dopo (viaggiando un po' piu' scomodi).
La seconda e': partenza da El Calafate alle 8 del mattino, arrivo a Perito Moreno (la cittadina, non il ghiacciaio) alle 22 della sera, ripartenza da P.Moreno alle 8 del mattino seguente e arrivo a Bariloche la sera alle 22. La notte te la devi organizzare e Perito Moreno non e' cosi' pullulante di posti per dormire. Questo viaggio passa per la Ruta 40, proprio sotto le Ande, ed e' una strada messa non molto bene.
Detto questo, ho deciso di non decidere, di aspettare altre novita' da Juli, e di aspettare un'ispirazione per la decisione dell'ennesimo spostamento.
Rientrando all'hostel nel tardo pomeriggio ero sempre stanco, ma le sorprese non mi lasciano rendermene conto. Sono deciso ad aspettare un po' e poi a mangiare al pub dell'hostel, ma non ho molta fame. Mi siedo nella hall, ho gia' familiarizzato con i ragazzi che ci lavorano, ma sono impegnati. Si siede accanto a me un ragazzo, che scopriro' essere basco di un paesino vicino a San Sebastian (mi viene a mente una coppia anziana favolosa conosciuta in Cile nel 1994, e mi rammarico ancora oggi di aver lasciato l'indirizzo all'amico che era in viaggio con me, indirizzo che ha regolarmente perso), ha voglia di familiarizzare ma non troppo, ci scambiamo i progetti, lui e' un trekker vero, fara' cose facendo le quali io morirei dopo 10 minuti, passiamo un'ora e mezzo cosi' e poi decidiamo di andare a mangiare insieme al pub dell'hostel, anche lui vuole andare a letto presto. Mentre mi alzo per andare in camera a lasciare la giacca, chi entra dalla porta? Ronny, l'israeliana, con la madre, che gia' era con lei a Ushuaia, ma che io non ero sicuro fosse la madre. Le dico che proprio nel pomeriggio le ho scritto una mail. Mi domanda se ho visto Mark, le racconto che abbiamo fatto il viaggio insieme ma che poi lui si e' accampato in tenda ed e' andato a fare trekking. Niente di piu'. Il pub e' pieno, e tutti questi tedeschi sono fastidiosi. Urlano, parlano la loro lingua che sinceramente a me non piace, e fanno comunella tra di loro. Sono giovani e meno giovani. Mangiamo rapidamente, e non riesco nemmeno a ricordare il nome del basco. Parla un castigliano veloce e si mangia le parole, ma lo seguo. Apprezza il fatto che viaggi da solo, lui pure si e' stancato di stare dietro agli altri. Ci salutiamo e ci avviamo verso le nostre camere. E in camera chi incontro? Si chiamano Giorgio e Gabriella, i due fidanzati che stanno nella stessa mia camera, la 11, e sono simpatici. Gli racconto come ho capito che erano italiani, e mi scuso con Giorgio per averlo svegliato quando sono arrivato nella notte, loro ridono e si divertono. Rientra anche la ragazza francese, rispolvero il mio francese e capisco che il giorno seguente anche lei fara' l'escursione che faro' io, al giacciaio Perito Moreno, quindi ci accordiamo con Giorgio e Gabriella perche' ci sveglino, loro partono prima. Vanno a fare tre giorni di trekking con pernottamento in tenda, Gabriella e' preoccupata per il freddo, ci facciamo una serie di risate sui metodi che potrebbe usare Giorgio per scaldarla. Chacchieriamo fino a notte, non prima di aver tappato l'ingresso fastidiosissimo della luce del corridoio nella camera, una luce che praticamente mi picchiava in faccia tutta la notte. Il giornale lo metto io, il nastro da carrozziere lo mette Giorgio.
Mi svegliano la mattina seguente con le facce sorridenti, una stretta di mano a Giorgio e un bacio a Gabriella, un foglietto con la loro e-mail e sotto scritto "vieni a trovarci a Cuneo" sono davvero un buongiorno coi fiocchi. Si parte dalla hall, mi siedo vicino a Françoise e cominciamo lentamente a comunicare. Il mio francese e' arrugginito, ma funziona. La guida e' Alejandro, ed e' un incrocio tra un indio, un cantante rock e uno snowboarder alla moda. Simpatico, bella presenza, ci spiega come sara' la giornata in spagnolo e in inglese, e io traduco a Françoise quello che non e' riuscita a capire. La strada per arrivare al Parque Nacional Los Glaciares e' alternativa, passa da uno sterrato dove si puo' apprezzare un bel panorama, ci si ferma in un piccolissimo bar-osteria gestito da una coppia giovanissima. Buone torte, cortesia, e capre che giocano fuori tentando continuamente di entrare. Françoise comincia a scattare foto su foto, e' un'appassionata, e qui apro una parentesi. Nonostante abbia letto con piacere che c'e' chi apprezza queste immagini scritte, ci saranno delle foto di questo viaggio. Il metodo piu' semplice per chi viaggia senza macchina fotografica al tempo di internet. Ayelen, Victor e Françoise per adesso sono le persone dalle quali aspetto foto nella mia casella di posta elettronica. Un metodo conosciutissimo, sul quale scherziamo piu' tardi con Alejandro: lui lo suggerisce ad alcuni, io lo metto in pratica, lui tira le somme e dice "ecco perche' c'e' sempre una buena onda tra italiani e argentini: siamo uguali". In effetti, 3 nonni su 4 di Alejandro sono italiani.
L'ingresso al Parco costa 30 pesos, mentre per i residenti molto meno, questa e' una cosa che scoccia parecchia gente, ed infatti e' un metodo discutibile. Abbiamo gia' visto dei condor in giro, iniziamo a salire e, in effetti, quando prima dell'ultima curva Alejandro dice che adesso lui fara' la tipica guida e noi i tipici turisti, l'ooohhhhh che esce dalle bocche dei partecipanti non e' cosi' scherzoso. L'impatto visivo del Perito Moreno e' imponente. La particolarita' di questo ghiacciaio e' che praticamente scende a valle provando continuamente a chiudere due bracci del Lago Argentino, fornendo uno spettacolo naturale mozzafiato, ma causando anche problemi. Quando infatti il ghiacciaio "serra" i due bracci, l'acqua a monte inizia a salire di livello e aumenta la pressione della stessa, piano piano il ghiaccio si fa erodere, si forma una galleria, l'acqua comincia a trafilare, ma i pezzi di ghiaccio che si staccano generando onde potenti che arrivano a valle - fino a El Calafate che, in pratica, e' in riva a questo lago enorme - sono sempre piu' grandi e pericolosi. Lo spettacolo dello sfondamento e' una grande attrattiva, ma negli ultimi anni, calcolati i rischi, si preferisce provare a far saltare una parte del ghiaccio con cariche esplosive: spesso senza alcun risultato. Ci guardiamo il ghiacciaio da ogni posizione, camminiamo un po', pranzo al sacco e una coda interminabile per un caffe' al piccolo bar li' presente (si offre Françoise perche' io non ce l'avrei fatta), poi navigazione di fronte al ghiacciaio lato nord, dopodiche' ritorno alla base. Ne avevo gia' visti di ghiacciai, ma devo ammettere che ogni volta lo spettacolo e' grandioso. La natura trova sempre il modo di farti sentire un'inezia. In bus al ritorno capito accanto a una coppia italiana, anche loro simpatici e di basso profilo, come piace a me. Sono di un paesino vicino a Civitanova Marche, ci scambiamo esperienze e ridiamo insieme, anche degli altri. Li faccio ridere quando prendo in prestito uno slogan de La Pina: il futuro e' l'anziano. Riflettiamo su quanti anziani ci sono in giro a fare i turisti ma anche i viaggiatori. Gli ostelli, che in Italia si chiamavano "della gioventú" sono pieni di pensionati, che se ne vanno in giro per il mondo. Del resto, altro problema italiano, guardiamoci, gli faccio. Voi avete 35 anni e siete una coppia, io sono single e ne ho 40, nessuno di noi ha figli. E tra poco saremo anziani anche noi, e magari ci rimarra' la voglia di girare il mondo.
Rientriamo e dopo aver scoperto che abbiamo scelto la stessa escursione anche per il giorno seguente (navigazione degli altri bracci del Lago Argentino, con viste di altri 3 ghiacciai) con Françoise (me ne hanno parlato i due marchigiani, loro l'hanno fatta ieri), facciamo un po' di toilette e decidiamo di andare a mangiare insieme in qualche ristorante. Chediamo una dritta a Seba, alla reception, una sorta di copia in piccolo di Johnny Depp, viso molto simile, fisico un po' piu' tarchiato, un sorriso delinquente nonostante ogni volta che rientro con i ray-ban indosso mi guarda e mi dice es que de verdad tienes cara de policia hombre, e lui ci indica il ristorante di suo cognato, La Matera. Finalmente trovo una compagna di bicchiere come si deve: ci beviamo una bottiglia di vino argentino buonissimo, il ristorante e' rustico ma di buona classe, la spesa leggermente piu' alta ma la qualita' ottima, il cognato di Seba e il collega simpatici, parliamo di un tema che mi sta a cuore, i vini argentini appunto. Ce ne sono di ottimi, ma non sono opportunamente commercializzati ed esportati. Me ne faro' carico, gli dico.
Con Françoise si parla delle solite cose, di quelle che fanno girare il mondo delle persone intelligenti: musica, libri, cinema, il tempo che ci rimane fuori dal lavoro. E' infermiera, vicino a Saint Etienne, ed e' un lavoro massacrante. E' la prima volta che viaggia sola, e, in fondo, anch'io, anche se a volte faccio il grande e sembro chissa' che cosa. Rientriamo all'hostel e troviamo due nuove compagne di stanza, una ragazza svizzera di Berna e una americana di Washington D.C.
Rispolvero l'inglese, ma se ne vanno subito perche' sono affamate, tornano dal supertrekking che Françoise fara' dopo domani. Domattina alle 7,00 si parte.
La giornata dei 3 ghiacciai, proprio quelli che mi aveva raccomandato Adela, Upsala, Onelli e Spegazzini, comincia scherzando con la coppia di ragazze alla reception. Il bus e' in ritardo, oggi e' venerdi' 17 e in Italia porta sfortuna. Qui no, dicono loro, qui porta sfortuna il martedi' 13. Posto che vai, usanza che trovi. Siamo solo noi dal Los Pioneros, gli altri vengono dal "gemello", l'hostel del Glaciar. C'e' anche un ragazzo spagnolo che abbiamo conosciuto il giorno prima, Francisco. Ci portano a Puerto Bandera, da dove cominciamo tutte queste navigazioni. La nave e' quasi piena, e vi si puo' notale una comitiva, se non capisco male, di adolescenti danesi, sembra quasi la gita di una scuola, e mi domando come cazzo e' che gli organizzano una gita in Argentina. Spiccano tra di loro, a parte un ragazzino che sembra la fotocopia di Nick Carter dei Backstreet Boys, un paio di ragazzine che non puoi non notare. Una sembra Ilary Blasi, l'altra e' la classica bellezza nordica, ha i capelli tra il biondo e il rosso, due occhi che ti trapassano e una non vaga somiglianza con una delle mie muse ispiratrici, Nina Persson dei Cardigans. Soffro, al pensiero che sara' sicuramente di un altro, prima o poi. Ma cosi' e' la vita.
Mi rendo conto che il Lago Argentino e' qualcosa di enorme. La navigazione ci prende quasi tutto il giorno, scendiamo solo a Bahía Onelli per una camminata di nemmeno 40 minuti, per arrivare al lago Onelli, bello e strano, pieno di iceberg che vengono dai ghiacciai sovrastanti. Gli iceberg costellano il lago interamente, e ce ne sono di enormi e spettacolari. Fuori fa freddo, ma mi riscopro bimbo guardando le figure degli iceberg, anche i piu' piccoli. Françoise fa foto a raffica e mi prende in giro perche' mi addormento continuamente, poi al ritorno si addormenta anche lei. Le faccio ascoltare Joan As Police Woman e il responso e' positivo. Il ghiacciaio Upsala negli ultimi anni e' "retrocesso" di almeno 5 chilometri, cosi' come gli altri, e questo e' quanto. Lo spettacolo e' affascinante ma la mia testa continua a spellarsi, causa sole della costanera di Puerto Madryn. Se tutto va bene e ad aprile vado in Malawi, il freddo non sara' certo un problema. Mentre navighiamo di ritorno, indosso l'mp3 e mentre l'occhio continua a cadermi sulla sosia di Nina, mi rendo contro che quello che dice Cornell in Be Yourself e' filosofia spicciola ma pura verita': to be yourself is all that you can do.
Da due giorni non c'e' segnale nel cellulare, chissa' gli sms accumulati. Rientriamo e andiamo a cena senza pretese, ci ritroviamo a riparlare con un cameriere dei vini argentini, Françoise prende un bicchiere di bianco mendozino proprio buono, io provo la Quilmes alla spina perche' non l'ho ancora trovata. Parliamo di nipoti e di calcio. Domani lei se ne va col supertrekking e io mi prendo un giorno di riposo per decidere cosa fare, sicuramente non ci rivedremo qui.
Stamattina mi sveglia per salutarmi e mi ringrazia. Dormo ancora un po'.
Be yourself is all that you can do.
7 commenti:
anche se un ne castichi una............sei come il vino, piu' invecchi e meglio scrivi.
scoppe
grande ale è così bello leggerti..ti penso e ti abbrraccio forte.
Filippo (San Polo in Chianti Firenze)
P.S. marlene kuntz giovedì 30 novembre firenze fortezza da basso live gratuito per il festival della creatività con spettacolo presentazione festival ore 18 di dario fo.
ale, una domanda.
scrivi di getto quando ti colleghi a internet o le scrivi prima su un pezzo di carta ?
comunque veramente grande.
ti aspettiamo all'ardenza, domani partitaccia col parma.
grazie scoppe
grazie filippo, che bello sentirti
vit, niente. se n'e' andata. rimaniamo in contatto pero'.
emi, in questo giro ho deciso di non appuntarmi niente, ma di prendermi ogni 2-3 giorni un paio d'ore per scrivere di getto quello che mi lasciano questi giorni.
ciao a tutti miei cari, sto aspettando le tre di notte nella hall dell'hostel con il personale che ormai e' tutto mio amico, sembro uno di loro...ho cominciato ad accompagnare i nuovi arrivi nelle camere :))
per filippo: torno proprio il 30 ma saro' a casa a mezzanotte
Bella Ale.
Ti penso sempre.
Soprattutto ieri, che il Livorno ha dato 3 sberle al Parma.
Ci manchi.
ciao,
Filo.
si ma qui stiamo aspettando tutti il "castigo divino"...........
Posta un commento