No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20120119

benvenuti dai Riley



Welcome To The Rileys - di Jake Scott (2012?)

Giudizio sintetico: si può vedere (3/5)
Giudizio vernacolare: boia la morte ti fa fa le peggio 'ose



Indianapolis, Indiana, USA. Douglas (che tutti chiamano Doug) e Lois Riley sono una coppia sposata da quasi 30 anni. Non sono ancora vecchi, lui è proprietario di un'impresa idraulica, messi bene economicamente, casa grande, automobile confortevole. C'è un problema: avevano una figlia, Emily, che è morta otto anni prima, quando aveva 15 anni. Come hanno reagito? Ognuno a modo suo.



Doug ha il lavoro, i suoi conoscenti, ogni settimana ha la sua partita a poker; da quattro anni ha un'amante, Vivian, una donna semplice che fa la cameriera in una tavola calda, con la quale ha una relazione fatta non solo di sesso, ma in pratica, di tutto quello che non ha più con Lois.



Lois si è convinta di essere agorafobica. Ormai da anni non esce più di casa, a malapena riesce ad entrare in garage. La parrucchiera le sistema i capelli a domicilio. Siccome la cassetta della posta è dal lato opposto della strada, se il marito non c'è affida il compito di portarle la posta ai vicini, o alla sorella. Il dialogo col marito è ridotto ai minimi termini, ma si nota che si prende lei tutta la colpa. E' arrivata a far installare una lapide coi loro nomi ed il loro anno di nascita, accanto alla tomba delle figlia. Pianificazione, dice.



Doug deve andare, controvoglia, ad un convegno a New Orleans; chiede a Vivian di andare con lui. Le ha perfino comprato una valigia. Ma, all'improvviso, Vivian muore d'infarto. Doug parte per New Orleans, cercando di dissimulare la sua tragedia interiore. Stufo delle chiacchiere tra idraulici, esce a comprare le sigarette, e percorre la città a piedi. Solo per essere lasciato in pace, entra in uno strip-club. E lì conosce Mallory, almeno così gli dice di chiamarsi. Dice di avere 22 anni, ma in realtà ne ha 16; viene dalla Florida, balla la lap-dance e si prostituisce. Vive in un tugurio, e a Doug ricorda esageratamente la figlia...



Jake Scott è il figlio di Ridley, nipote di Tony. Ma non è male. Qui alla prima prova con un lungometraggio per il cinema, si è fatto le ossa con i videoclip e qualcosa in televisione; di certo, senza il trittico degli attori protagonisti, questo film avrebbe senza dubbio avuto un appeal minore, ma, alla fine, a noi amanti del cinema interessa godere del cinema, mica farsi le pippe mentali. Il tocco è lieve, direi sussurrato, la sceneggiatura di Ken Hixon appena accennata, ma con dialoghi interessanti, con sprazzi di comicità non stupidi.



New Orleans è fotografata senza sfarzo, ma è funzionale alla storia. Il cast, come detto, è fondamentale. James Gandolfini (Doug), nonostante il personaggio sia un po' l'opposto, ricorda più la recitazione messa in campo per Tony Soprano (naturalmente senza la violenza), che quella "usata" per il generale Miller di In The Loop; Melissa Leo (Lois) è un'attrice straordinaria, ma fin'ora vista più spesso in ruoli di donna comunque forte, anche se sottoposta a sventure: qui riesce a far trasparire fragilità e dolore. La scena del re-incontro di Lois e Doug a New Orleans è tra le più belle viste ultimamente: dividiamo il merito a metà tra la storia e gli attori.



Kristen Stewart (Mallory, che però si chiama anche Allison, e altri nomi a scelta) ormai non è più una scoperta, e più la vediamo recitare, più capiamo due cose: è capace di interpretare qualsiasi tipo di personaggio, e non avrà alcun problema a scrollarsi di dosso quello di Bella (per chi non lo sapesse, la protagonista della saga di Twilight). Anche stavolta molto brava e convincente.



Un buon film, del 2010, che non ha trovato distribuzione italiana.

3 commenti:

Filo ha detto...

questo mi interessa parecchio. non ne esiste una versione italiana? tu come l'hai visto? Inglese con sub spagnolo?

Anonimo ha detto...

sub ita

jumbolo ha detto...

ero io eh. si trova con i sottotitoli italiani.