No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20120808

giallo e verde

Yellow and Green - Baroness (2012)

Eccolo qui, con tutte le probabilità, il disco metal dell'anno, e chissà che non risulti in assoluto il disco dell'anno, visto che at the end of the day, dentro di me, come spesso vi ripeto, batte sempre un cuore di metallo. Da Savannah, Georgia, i Baroness, al terzo full length "colorato" (Red Album e Blue Record sono i titoli dei due dischi precedenti), più una manciata di EP, con una superba progressione, si lasciano alle spalle una propensione progressive ma power-sludge alla Isis, per entrare in una dimensione paradossalmente più commerciale, cosa che gli farà sicuramente perdere dei fan, che di certo grideranno al tradimento, alla ricerca di un qualcosa che stia al centro del quadrilatero complessità/melodia/potenza/psichedelia. Non sarà il disco perfetto, questo Yellow and Green, formato da due cd, naturalmente il primo intitolato Yellow e il secondo Green, ma di sicuro siamo di fronte a 75 minuti di grande musica. Un'opera senza dubbio ambiziosa, se volete perfino supponente, ma che lascia spesso a bocca aperta, un disco di quelli che sembrano di altri tempi, non dal punto di vista musicale, tutt'altro, ma da quello della stratificazione: ad ogni ascolto riuscirete a scoprirci qualcosa che vi era sfuggito durante l'ascolto precedente, qualcosa che era stato offuscato da un'altra luminescenza. Ho letto recensioni che ho trovato decisamente ingenerose, tipo quella su Rumore (7 su 10) che a proposito di Green dice "se lo potevano risparmiare", mentre ne ho trovate altre assolutamente esaltanti, tipo quella su Spin (9 su 10), con chicche tipo "Baroness are The Breakfast Club where ButtHead and Daria are Emilio Estevez and Ally Sheedy". Io vi posso assicurare che dopo molti, ma veramente molti ascolti, stento ancora a trovare un pezzo brutto tra i diciotto (si, avete letto bene, 18) che compongono i due dischi.
Green Theme e Board Up the House, accoppiata devastante, con i suoni delle chitarre che ricordano quelle di Kim Tahyil, Take My Bones Away (probabilmente IL pezzo rock dell'anno), Sea Lungs, Psalms Alive, un pezzo che rompe definitivamente i confini del post-metal e lascia basiti, Mtns. (The Crown & Anchor), March to the Sea, credetemi, una roba da far venire il mal di testa, dal ventaglio di influenze, dall'abilità di miscelarle, dalla quantità di citazioni e dalla pulizia delle esecuzioni, dalla potenza miscelata abilmente alla dolcezza, dall'assoluta mancanza di limiti che si ascoltano, ma che si possono anche immaginare per il futuro per una band del genere.
Direi di non perdermi più in ulteriori panegirici: Yellow and Green, se non è il disco dell'anno, poco ci manca. Se tollerate anche solo minimamente i suoni metal, dovete assolutamente ascoltare questo doppio cd. Se non li avete mai sopportati, è arrivato per voi il momento di mettere da parte i preconcetti, e buttarvi a capofitto in un mondo di buona musica. Il nuovo disco dei Baroness è quello che ci vuole.
Masterpiece.

5 commenti:

monty ha detto...

caspita!

jumbolo ha detto...

spero di ripetere l'exploit degli Sword segnalandovi questo nuovo Baroness :))

Anonimo ha detto...

amazza che belli tosti
abbravo ale

cali

jumbolo ha detto...

bella fabbio ti pensavo oggi

lafolle ha detto...
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