No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20160629

Orly/Clamecy/Paris, Francia - Giugno 2016 (1)

Lunedì 13 giugno
La giornata inizia come sempre molto presto (sveglia all'alba, a lavoro dalle 6 circa), scandita da veri impegni lavorativi, riunioni ed altro fino alle 11,30. Ho già la borsa fatta, verso le 12 saluto, infilo il pc in borsa e mi avvio verso Pisa. Mi fermo all'Ikea a mangiare, soluzione mai provata ma ci sta, i ristoranti dell'aeroporto son tutti già testati, e il McDonald's lì vicino pure. Molta gente, un po' di fila ma non ressa. Verso le 14, come previsto, sono al solito parcheggio. Ricordo agli addetti che non torno giovedì, bensì venerdì. La prima bozza di questo viaggio di lavoro era di rimanere martedì e mercoledì in una amena (così si spera) località della Borgogna, in un piccolo sito del gruppo, e ripartire giovedì, ma in seconda battuta sono stato invitato a rimanere a Parigi il giorno di giovedì per raccogliere e tirare le somme degli elementi appresi, quindi ho spostato il volo al venerdì.
Mi appropinquo verso la stazione aeroportuale, e fa un discreto caldo, passo i controlli, compro una bottiglia d'acqua e bevo un caffè, e attendo ordinatamente l'imbarco. Volo easyJet già utilizzato un paio di volte, e con qualche minuto di ritardo sono ad Orly. Esco dall'aeroporto e contatto i miei colleghi, la responsabile della qualità della Supply Chain per l'Europa, e il mio omologo, traducendo grossolanamente in italiano il "gestore dei flussi di prodotto", su un prodotto con volumi molto più importanti del "mio". Per inciso, questo signore belga attempato e con una vastissima esperienza lavorativa in molte altre società, è in realtà un consulente esterno che occupa questa posizione dall'agosto dell'anno scorso, e la posizione è quella per la quale mi sono candidato l'anno scorso in ottobre; chi doveva decidere non ha deciso, nessuna scelta tra tutti i candidati (io in realtà, forse ve l'ho raccontato, non ho neppure fatto l'intervista, ma uno dei miei capi, quello che in pratica doveva decidere, ha voluto pranzare testa a testa con me mesi fa per spiegarmi il perché di questa non decisione, sincerarsi che fossi sempre e comunque interessato ad un eventuale trasferimento, magari con un'altra posizione, e tranquillizzarmi sul fatto che mi tengono sempre in grande considerazione; questa "chiamata" per questo "tour" in Francia è uno dei segnali). Con questo collega, D., negli ultimi tempi c'è un buonissimo rapporto, ci sentiamo spesso, vedo che si fida dei miei giudizi e persino dei miei consigli. Con l'altra collega, M., una giovane francese di origini italiane, che quando ci sentiamo e ci vediamo e ci scriviamo prova a parlare un poco di italiano, c'è ugualmente un buon rapporto: è una professionista con una capacità impressionate di razionalizzare ed organizzare le cose, nonostante abbia più di 15 anni meno di me sono sempre molto attento ai suoi interventi, trovo ci sia sempre qualcosa da imparare. D. mi contatta al telefono, e ci troviamo, mi guida verso il parcheggio dove M. ci attende con l'auto presa a noleggio a Gare du Nord (lei abita a Parigi, lui è arrivato in treno da Bruxelles, ma in realtà abita ad Anversa). Saluti di rito e via verso Clamecy, 200 km circa più a sud, non lontana da Auxerre, luogo che ai tifosi livornesi ricorda un tempo glorioso ormai lontano
Il traffico in uscita e in entrata a Parigi, a questo punto l'ho visto alcune volte, è sempre piuttosto impressionante. Stop and go continui per un'ora buona, poi si scorre. Panorami bucolici, chiacchiere in relax, sempre interessanti. Si arriva che sono oltre le 20, il tempo di appoggiare i bagagli in camera e siam pronti per la cena. Alloggiamo all'Hostellerie de la Poste, vecchia struttura ammodernata con annesso ristorante di un certo interesse. Si mangia bene, ho capito dai colleghi francesi, M. in testa, che sono molto esigenti, probabilmente più di noi italiani, quando si tratta di cibarsi. Non beviamo troppo, in effetti dopo la settimana scorsa in Germania mi devo dare una regolata. Ci diamo appuntamento alla mattina seguente, di buon'ora, alle 8 ci attendono nel piccolo stabilimento. Non sto a dirvelo: sono veramente contento di essere qui.

Nessun commento: