It's Kind of a Funny Story - di Anna Boden e Ryan Fleck (2010)
Giudizio sintetico: si può vedere (3/5)
Giudizio vernacolare: bellino!
Craig è un adolescente di New York, ha una sorella più piccola, due genitori che caricano entrambe i figli di aspettative, soprattutto il padre, con la sua presenza/assenza, ed il suo lavoro ben retribuito, probabilmente nell'ambito finanziario. La sorellina Alissa è un genietto, mentre Craig è un ragazzo "solamente" intelligente e sensibile, con passioni, interessi e voglie perfettamente nella media. Ma si ritrova sempre più spesso a sognare e ad immaginarsi il suo suicidio, e la cosa sconvolgente è che, anche con l'immaginazione, quello che lo ferma è la sua famiglia e le loro aspettative riflesse su di lui. Stanco di soffrire per queste continue fantasie, stanco di essere invaghito dell'amica Nia, che è felicemente fidanzata col suo migliore amico, Aaron, una notte si reca all'ospedale ed insiste per essere ricoverato in psichiatria. Il dr. Mahmoud lo accontenta, e Craig, convinto di uscire il giorno dopo per andare a scuola, scoprirà un mondo nuovo, e prenderà coscienza di alcune cose...
Incuriosito da Keir Gilchrist (qui protagonista nei panni di Craig) e dal suo personaggio in United States Of Tara, sono andato a cercarmi questo film relativamente nuovo, uscito in Italia direttamente in dvd qualche mese fa. E devo dire che sono rimasto soddisfatto, e piacevolmente colpito da questa sorta di commedia semi-drammatica con risvolti psicologici, sul tema della depressione, dell'ansia da prestazione, e, come sottolineato più volte nel riassunto della trama, sulle aspettative che i genitori ripongono, in maniera psicologicamente violenta, sui figli, soprattutto quelli delle classi medio-alte.
I due registi, che collaborano ormai da diversi film, hanno un bel tocco, con momenti onirici (i disegni di Craig, e i suoi sogni) e sopra le righe (Under Pressure) in momenti però perfettamente circoscritti, riuscendo però a confezionare un prodotto molto low profile, e facendo lavorare tutto il cast in maniera adeguata e mai un tono sopra; si perdona loro pure un finale rassicurante, e qualche sbavatura di troppo nel pre-finale (Muqtada), tanto il film risulta carino e musicato dai Broken Social Scene, senza stare ad elencare gli altri estratti da una colonna sonora da leccarsi i baffi.
Bravo Gilchrist, molto bravo Galifianakis (Bobby), apprezzabili Emma Roberts (Noelle) e la sempre deliziosa Zoe Kravitz (Nia). Sempre inquietante, invece, Matthew Maher (Humble).
Nessun commento:
Posta un commento