No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20110710

Dawson isla 10


Isola 10 - di Miguel Littìn (2011)

Giudizio sintetico: si può vedere (3/5)
Giudizio vernacolare: un è la peggio 'osa che ha fatto 'r bavoso

L'isola di Dawson è un'isola cilena, situata nello Stretto di Magellano, a sud di Punta Arenas. Triste storia, la sua: nel XIX secolo fu usata come campo di concentramento per gli indios Selknam. Nel 1973, il regime militare instaurato da Pinochet, dopo il golpe che esautorò Salvador Allende, vi installò un campo di prigionia dove deportò tutti o quasi i componenti del governo Allende. Tra di loro Sergio Bitar, ministro delle Miniere, politico tutt'ora in attività, che su quell'esperienza scrisse un libro, Dawson isla 10 (che è anche il titolo originale del film), da cui è tratto il film in questione.

Film presentato due anni fa al Roma Film Festival, e che ufficialmente risulta uscito in Italia il 17 giugno 2011, ma credo lo abbiano visto in pochi, Isola 10 è l'ennesimo film del regista militante, sconosciuto da noi, Miguel Littìn, esiliato ai tempi del golpe, designato da Allende nel 1971 alla guida di Chile Films, soprattutto in seguito al successo del suo debutto, Lo sciacallo di Nahueltoro. A differenza di molti altri film sul regime di Pinochet, questo di Littìn appare più riflessivo, con meno violenza fisica e più psicologica, mostrando soprattutto un ridicolo anticomunismo macchiettistico (vi viene a mente qualcuno delle nostre parti?), ma anche un lato umano di alcuni militari fin qui poco usato, che fa di questo lavoro un caso atipico, e per questo interessante.
Sfruttando lo scenario mozzafiato e, al tempo stesso, doloroso e dolente della Terra del Fuoco e dello Stretto di Magellano, con una fotografia decolorata e quindi tendente ancor più ai toni grigi, usando una manciata dei migliori attori cileni, Littìn ci racconta una storia dove l'ottusità di una manciata di uomini si ritrova a fare i conti con l'umanità di molti altri. Un film che accarezza le coscienze, anziché scuoterle.
Nei panni del narratore Sergio Bitar troviamo un ottimo Benjamìn Vicuna, visto in Fuori menù e in Fuga, ma come detto, anche il resto del cast fornisce una buona prova corale.

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