Le strane coincidenze della vita - di David O. Russell (2005)
Giudizio sintetico: si può perdere (2/5)
Giudizio vernacolare: seondo me l'ameriani so' propio 'osì...
Albert Markovski è alla guida di Open Spaces, un piccolo gruppo di attivisti ambientalisti che si batte per la conservazione delle aree verdi, in una imprecisata località statunitense (siamo dalle parti di LA). Poeta a tempo perso, la battaglia di Albert è tutta diretta verso l'impedimento della realizzazione di un nuovo centro commerciale Huckabees. Albert è inoltre ossessionato dalle coincidenze, ed ultimamente gli pare di vedere troppe volte un "alto ragazzo africano", in situazioni particolari. Quando Brad Stand, giovane e rampante avvocato della stessa catena Huckabees, fidanzato con Dawn Campbell, bella e svampita modella testimonial della catena, circuisce i membri di Open Spaces, diventandone il capo, estromettendo Albert, e convincendo gli attivisti a non intralciare Huckabees, corrompendoli promettendo loro un concerto di Shania Twain per l'inaugurazione, Albert si affida alla coppia di "detective esistenziali" Bernard e Vivian Jaffe, che lo seguono per analizzare i suoi comportamenti, e renderlo cosciente delle interconnessioni universali che guidano gli accadimenti della sua vita.
Regista ben strano, che opta per scelte di solito non convenzionali, O. Russel fece centro, a mio giudizio, con Three Kings nel 2000, ed ultimamente è tornato sotto i riflettori con il più usuale The Fighter; questo Le strane coincidenze della vita, che si colloca temporalmente più o meno in mezzo, è un film scanzonato che riflette sul senso della vita, per cui una sorta di contraddizione in termini, mettendo nel piatto ambientalismo, psicanalisi e consumismo, centrifugando il tutto e cercando di prendere per in giro l'intera struttura culturale occidentale. Nonostante un cast lussuosissimo (Jason Schwartzman - Albert -, Jude Law - Brad -, Naomi Watts - Dawn -, Dustin Hoffman, Isabelle Huppert, Mark Wahlberg), il risultato fa sorridere in più punti, ma non risulta affatto convincente, e pure un po' confusionario.
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