Viola di mare - di Donatella Maiorca (2009)
Giudizio sintetico: si può vedere (2,5/5)
Giudizio vernacolare: slabbrapotte der passato
Su una piccola isola siciliana, nella seconda parte dell'ottocento, crescono Angela e Sara, legate da un qualcosa di indissolubile. Angela è la figlia del padrone delle cave di tufo dell'isola, un padre-padrone che comanda e dispone delle donne della sua famiglia a piacimento. Sara, orfana, viene presa a servizio della Baronessa, il cui marito utilizza i servigi e i "prodotti" delle cave isolane. Quando Sara, con la corte del Barone, torna sull'isola, le due sono donne fatte, in età da marito. Ma Angela, la più cocciuta delle due, si rende conto che quel legame che le rende l'una per l'altra, è amore, e, contro qualsiasi convenzione dell'epoca, inizia a forzare gli accadimenti per convincere anche Sara che loro due devono stare insieme. Naturalmente, il padre di Angela non tollera la cosa, e si oppone con l'unico linguaggio che conosce, quello della forza. Angela però, come detto, è cocciuta fino a non aver paura della morte, e, finalmente, anche la madre di Angela rivendica il suo ruolo, inventandosi una soluzione che perfino il marito dovrà accettare...
Tratto dal libro Minchia di Re, di Giacomo Pilati, ispirato a sua volta ad un fatto e a personaggi realmente esistiti e vissuti a Favignana, è un buon film questo secondo della Maiorca dopo Viol@ del 1998, molto più nelle intenzioni e nel concetto che nella realizzazione, che tende un po' troppo a farlo apparire come un prodotto televisivo, con tutti i difetti del caso, ma ugualmente apprezzabile.
Il cast è ricco, anche nei ruoli secondari, tutto italiano, e le interpretazioni delle due protagoniste convincenti (meglio la Ragonese - Sara - della Solarino - Angela -, ma forse è un giudizio soggettivo, vista la mia totale ammirazione per Isabella, qualsiasi cosa faccia); gli ambienti molto belli (il film è girato tra San Vito Lo Capo e Favignana) e discretamente fotografati. Forse è la macchina da presa che, sovente, rende tutto un po' ingessato, poco dinamico. Ma, alla fine, è il messaggio, quello di una conquistata libertà omosessuale femminile con larghissimo anticipo sui tempi, che fa apprezzare molto questo lavoro.
Bravo come sempre Fantastichini (Salvatore, il padre di Angela), nel cast anche Maria Grazia Cucinotta (Agnese, la sorella di Angela), Giselda Volodi (la madre), Marco Foschi (Tommaso), Corrado Fortuna (Ventura) e Lucrezia Lante della Rovere (la Baronessa).
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