La buena vida - di Andrés Wood (2008)
Giudizio sintetico: si può vedere (3/5)
Giudizio vernacolare: un è artmanne ma si daddaffà ir ragazzo
Santiago del Cile. Vite che si intrecciano, si sfiorano, a volte si toccano pure, ma non si compenetrano. Teresa è una psicologa che cerca di aiutare le prostitute a salvarsi almeno dall'AIDS. Sua figlia Paula è un'adolescente lunatica, chiusa con lei, che invece la vorrebbe solare. Teresa è separata dal marito, padre di Paula, Jorge, hanno un rapporto cordiale ma freddo, e lei non sa se odiarlo oppure no. Edmundo è un parrucchiere/estetista che desidera un auto, ma con il suo lavoro a malapena sopravvive in casa con la madre; all'improvviso, si ritrova a fare i conti con una donna che lo desidera, Esmeralda, proprio la bancaria alla quale chiede il prestito per l'auto, e l'esumazione della salma del padre, con i conseguenti costi da sostenere. Mario è un giovane musicista di clarinetto, con il sogno di entrare alla Filarmonica di Santiago, ma che per far buon viso a cattivo gioco, respinto dalla Filarmonica, entra nell'Esercito, in modo da poter guadagnarsi da vivere continuando a suonare, in attesa di meglio. Patricia è una ragazza madre che, ai limiti dell'indigenza, abbandonata da tutti, tenta come può di dar da mangiare alla piccola figlia. Ognuno cerca qualcosa, ma finirà per trovare altro.
Wood è vagamente conosciuto da noi per il precedente Machuca, davvero un bel film, il suo quarto lungometraggio. Questo è il seguente, ed è un affresco corale ben fatto, con un finale amarissimo, messo in scena da attori molto bravi. Il mood è perennemente in bilico tra fatalismo, ironia, situazioni grottesche (l'inseguimento di Mario ad un borseggiatore, visto che lui, in divisa, è scambiato per un poliziotto o giù di lì, un po' tutte le situazioni di Edmundo), ha un bel tocco, la città sta sullo sfondo ma è ugualmente protagonista come un'entità tentacolare.
Per chi avesse visto il già citato Machuca, anche qui c'è la giovane e brava Manuela Martelli (in Machuca era Silvana, qui è Paula), e Aline Kuppenheim (qui Teresa), e per chi invece avesse visto anche i film di Pablo Larraín, c'è il grande Alfredo Castro (Jorge), in una parte "normale". Molto brava anche Paula Sotelo nei panni di Patricia.
Apprezzabile.
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