Gone Baby Gone - di Ben Affleck (2008)
Giudizio sintetico: si può vedere (3/5)
Giudizio vernacolare: mi pareva assomilliasse a mistic rive'...
Boston, quartiere di Dorchester. Patrick Kenzie ed Angie Gennaro sono investigatori privati, ma non di quelli in giacca e cravatta, o tailleur. Sono nati e cresciuti nel quartiere dove la povertà e l'indigenza regnano, sono sopravvissuti decentemente, sono fidanzati tra di loro e si vogliono bene. Di solito investigano su casi non gravissimi, ma stavolta, per una serie di accadimenti, vengono ingaggiati dagli zii di una bambina appena scomparsa, Amanda McCready, quattro anni, figlia di Helene, una tossicodipendente invischiata pure nello spaccio di droga; la gente del quartiere non ha grande fiducia nella polizia. La coppia di detective si trova quindi prima a confrontarsi con la famiglia McCready, con strane dinamiche tra Helene, suo fratello Lionel e la moglie Bea, poi con il capo della polizia Jack Doyle, che ha alle spalle una perdita di una bambina piccola, ed infine, prima che con l'intera malavita del quartiere, con la coppia di detective della polizia ai quali è affidato il caso, O'Malley e Remy Bressant, il secondo molto meno accondiscendente del primo. Niente è come sembra a Dorchester, Boston...
Come saprà chi mi conosce, non apprezzo Ben Affleck come attore, e non ho fatto salti di gioia davanti alla visione di The Town; avevo però sentito parlare piuttosto bene di questo suo debutto alla regia, e quindi mi sono, come si suol dire, rimesso in pari.
Che dire: niente male. Per tutta la prima parte ho continuato a ripetermi che l'atmosfera era molto eastwoodiana, molto Mystic River: subito dopo ho capito perché. Il film è tratto dal libro La casa buia di Dennis Lehane, lo stesso autore di La morte non dimentica, da cui è tratto, appunto, Mystic River. Comincerei quindi con un plauso, per aver saputo creare un'atmosfera simile (anche se, essendo maligni, si potrebbe pensare ad una sorta di plagio). Affleck (Ben, perché nel film il protagonista è il fratello Casey, che interpreta dignitosamente Patrick Kenzie) mette in scena in maniera abbastanza convincente questo quartiere degradato, ma con qualche scampolo di dignità. Pare perdersi un po' nella seconda parte, dove pian piano affiorano trame complesse ed intricate, ma riesce ad instillare nello spettatore il senso, credo, della storia, e cioè il dilemma etico del finale, affidato appunto a Kenzie, del quale, però, in un tourbillon di molti protagonisti, a ripensarci pare si fosse un po' dimenticato, almeno a livello psicologico.
Regia di maniera, così come la fotografia, perfino troppo curata per l'ambiente che descrive. Cast veramente ricco: già detto di Casey Affleck, c'è Michelle Monaghan (Angie Gennaro), che abbiamo rivisto di recente in Source Code, e che qui pare una bambina in confronto (ma è ugualmente molto carina, e, forse, addirittura più convincente), Morgan Freeman (Jack Doyle) al minimo sindacale, Ed Harris (Remy Bressant) in ottima forma, Amy Ryan (Helene) come sempre molto brava (fu candidata all'Oscar per questo film, come non protagonista; vorrei ricordarvela nella terza stagione di In Treatment e in The Wire), Amy Madigan (Bea), indimenticabile in Carnivàle, Titus Welliver (Lionel), ultimamente in Sons Of Anarchy, e la faccia sfregiata ma bellissima di Michael Kenneth Williams (Devin), che abbiamo apprezzato moltissimo in The Wire (era Omar Little) e più di recente nei panni di Chalky White in Boardwalk Empire.
Rimango dell'opinione che con The Town, Affleck regista abbia fatto un passo indietro.
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