No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20110717

accétta


Hatchet - di Adam Green (2010)
Giudizio sintetico: si può vedere (2,5/5)
Giudizio vernacolare: arriva un'antro fenomeno...

Louisiana, poco fuori New Orleans. Sampson ed il figlio Ainsley sono a pesca in un lago (ma è più una palude) di notte. Accade qualcosa di spaventoso.
New Orleans, tutti in strada a festeggiare il Mardi Gras. Tutti si divertono, meno Ben, che gli amici hanno portato lì per distrarsi. La ragazza lo ha lasciato, per mettersi con un altro, e lui ha il cuore spezzato, e non riesce a non pensarci. Decide che il divertimento non fa per lui, e di andare quindi a fare il giro guidato delle paludi attorno alla città. Marcus, uno degli amici, non intende lasciarlo solo, e si unisce a lui, seppur a malincuore. Dopo un tentativo andato a vuoto, eccoli che partono, guidati dall'inesperto ma logorroico Shawn, di evidenti origini asiatiche. La compagnia è altamente variegata: ci sono Jim e Shannon, una coppia di mezz'età, Doug Shapiro, produttore e regista di film porno, insieme a due aspiranti attrici, Misty e Jenna; infine, oltre naturalmente a Marcus e Ben, c'è la taciturna Marybeth. Shawn racconta la leggenda di Victor Crowley, il cui fantasma si aggirerebbe ancora per la palude, e quando il barcone si incaglia in una roccia, ed il gruppo si ritrova in balia della notte, il fantasma pare materializzarsi...

Secondo lungometraggio dopo Coffe & Donuts, è però il film che ha dato la notorietà ad Adam Green (quello di Frozen), anche se non ha girato molto nelle sale in tutto il mondo, ma soprattutto i festival, è del 2006 ed in Italia è uscito lo scorso anno. Il sottotitolo sulla locandina americana recita "Old school american horror": niente poteva essere più indovinato. Il film piace, ed è piaciuto, proprio per questo. Nessuna velleità intellettuale, solo un sano e vecchio horror con gli ingredienti considerati classici: qualche ragazza carina e più o meno svestita, sventramenti, decapitazioni, amputazioni, fiotti di sangue inverosimili, buio, effetto sorpresa, un personaggio deforme destinato a diventare il protagonista di una serie infinita di sequel, scenografia palesemente ricostruita in teatri di posa, colonna sonora vagamente metal (interessante la versione alternativa di This Is The New Shit di Marilyn Manson, usata anche nell'originale, che vede la partecipazione di Goldfrapp), molte morti senza starci a pensare troppo.
Recitazioni non troppo raffinate, varie apparizioni di personaggi famosi per classici horror (Robert Englund, Tony Todd). Però funziona.

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