Ghosts V Together / Ghosts VI Locusts - Nine Inch Nails (2020)
Il decimo e l'undicesimo disco della creatura di Trent Reznor, sono due dischi totalmente strumentali, intesi come prosecuzione del loro sesto disco Ghosts I-IV del 2008. I dischi sono stati pubblicati il 26 di marzo di questo 2020, gratis, in segno di solidarietà verso i fans, aggiungendo sul loro sito una nota che sottolinea "Sebbene ognuno di noi si definisca come un tipo antisociale che preferisce stare da solo, questa situazione ci ha davvero fatto apprezzare il potere e il bisogno di CONNESSIONE.", in riferimento al lockdown.
Diciamocelo francamente: sono lontanissimi i fasti di The Downward Spiral, e probabilmente non torneranno mai più, ma sappiamo benissimo che Reznor, da qualche anno supportato da Atticus Ross, è un grande musicista. Ecco quindi che musica di questo genere, quella che può servire da colonna sonora all'arte visiva intendo, potrebbe senza dubbio essere una svolta decisiva per il futuro dei NIN. Come che sia, i dischi sono ovviamente intriganti, forse il V più meditativo del VI, adatti ad un ascolto concentrato e sognante. Qualcosa di completamente diverso.
The tenth and eleventh album of Trent Reznor's creature, are two totally instrumental discs, intended as a continuation of their sixth album Ghosts I-IV of 2008. The discs were released on March 26 of this 2020, for free, as a sign of solidarity with the fans, adding a note on their site that emphasizes "As the news seems to turn ever more grim by the hour, we've found ourselves vacillating wildly between feeling like there may be hope at times to utter despair—often changing minute to minute. Although each of us define ourselves as antisocial-types who prefer being on our own, this situation has really made us appreciate the power and need for CONNECTION.", in reference at lockdown.
Let's face it frankly: the glories of The Downward Spiral are very far away, and they will probably never return, but we know very well that Reznor, supported by Atticus Ross for a few years, is a great musician. So here is that music of this genre, the one that can serve as a soundtrack to visual art, I mean, could undoubtedly be a decisive turning point for the future of NIN. Whatever it is, the records are obviously intriguing, perhaps the most meditative V of the VI, suitable for a concentrated and dreamy listening. Something completely different.
No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.
20200831
L'estraneo
The Outsider - Sviluppata da Richard Price, diretta da Jason Bateman, Andrew Bernstein, Igor Martinovic, Karyn Kusama, Daina Reid, J.D. Dillard, Charlotte Brandstrom (2020) - Miniserie in 10 episodi - HBO
A Cherokee City, in Georgia, il cadavere mutilato di un giovane ragazzo, Frank Peterson, viene trovato coperto di saliva e segni di morsi umani. Il detective locale Ralph Anderson identifica rapidamente forti prove che indicano l'allenatore della squadra giovanile di baseball Terry Maitland, tra cui testimonianze di numerosi testimoni e filmati di telecamere di sicurezza. Ralph, il cui defunto figlio è stato allenato da Terry, è infuriato e lo fa arrestare pubblicamente durante una partita di campionato. Terry insiste sulla sua innocenza e sua moglie Glory chiama prontamente il loro avvocato di famiglia, Howard Salomon. Alec Pelley, un investigatore privato assunto da Salomon, rintraccia le prove che Terry era a una conferenza fuori città al momento dell'omicidio, compresi i filmati di Terry che parlava alla conferenza. Entrambe le parti hanno prove estremamente decisive ma contraddittorie. Salomon è certo che Terry verrà scagionato, ma Terry viene lasciato in prigione in attesa del processo preliminare. Nel frattempo, la famiglia Peterson si disintegra, con la madre di Frank che soffre di un esaurimento che si intensifica in un infarto. Una figura incappucciata con una faccia grottesca e deforme indugia fuori dalla casa dei Maitland, e Glory si accorge che la figlia più piccola soffre di apparenti incubi su un uomo nella sua stanza che le dice "cose cattive".
Trasposizione del romanzo di Stephen King, The Outisder, a dispetto dai molti che sono rimasti delusi dal finale, è stata una delle cose più appassionanti di quest'anno, a livello di serie TV. Gli episodi centrali hanno una tensione altissima, e il cast è eccezionale. Da non perdere.
Transposition of Stephen King's novel, The Outisder, in spite of the many who were disappointed by the finale, was one of the most exciting things this year, in terms of TV series. The central episodes have a very high tension, and the cast is exceptional. Not to be missed.
A Cherokee City, in Georgia, il cadavere mutilato di un giovane ragazzo, Frank Peterson, viene trovato coperto di saliva e segni di morsi umani. Il detective locale Ralph Anderson identifica rapidamente forti prove che indicano l'allenatore della squadra giovanile di baseball Terry Maitland, tra cui testimonianze di numerosi testimoni e filmati di telecamere di sicurezza. Ralph, il cui defunto figlio è stato allenato da Terry, è infuriato e lo fa arrestare pubblicamente durante una partita di campionato. Terry insiste sulla sua innocenza e sua moglie Glory chiama prontamente il loro avvocato di famiglia, Howard Salomon. Alec Pelley, un investigatore privato assunto da Salomon, rintraccia le prove che Terry era a una conferenza fuori città al momento dell'omicidio, compresi i filmati di Terry che parlava alla conferenza. Entrambe le parti hanno prove estremamente decisive ma contraddittorie. Salomon è certo che Terry verrà scagionato, ma Terry viene lasciato in prigione in attesa del processo preliminare. Nel frattempo, la famiglia Peterson si disintegra, con la madre di Frank che soffre di un esaurimento che si intensifica in un infarto. Una figura incappucciata con una faccia grottesca e deforme indugia fuori dalla casa dei Maitland, e Glory si accorge che la figlia più piccola soffre di apparenti incubi su un uomo nella sua stanza che le dice "cose cattive".
Trasposizione del romanzo di Stephen King, The Outisder, a dispetto dai molti che sono rimasti delusi dal finale, è stata una delle cose più appassionanti di quest'anno, a livello di serie TV. Gli episodi centrali hanno una tensione altissima, e il cast è eccezionale. Da non perdere.
Transposition of Stephen King's novel, The Outisder, in spite of the many who were disappointed by the finale, was one of the most exciting things this year, in terms of TV series. The central episodes have a very high tension, and the cast is exceptional. Not to be missed.
20200830
L'unghia del maestro
Mestarin Kynsi - Oranssi Pazuzu (2020)
Oggi, per la prima volta da parte mia, proviamo ad immergerci nello strano mondo musicale degli Oranssi Pazuzu, band finlandese di Tampere, che prende il nome dal "famoso" demone della mitologia babilonese (lo stesso de L'Esorcista), virato in salsa finlandese (Oranssi sta per arancione in finlandese). La band fa parte di un collettivo chiamato Wastement, e questo Mestarin kynsi è il loro quinto disco. Una band dal suono davvero difficilmente incasellabile, quella finlandese: lunghe tracce con divagazioni prog-rock (ci sono anche le tastiere) che sconfinano nello space-rock, voce luciferina che si ispira al black metal più estremo, ritmi sincopati che richiamano perfino il free-jazz. Il disco in questione vede sei tracce molto dilatate (si va dai 7 ai 10 minuti di durata l'una), e l'ascolto cala decisamente in una realtà parallela, inquietante e onirica. Inusuale, tutto da scoprire.
Today, for the first time on my side, let's try to immerse ourselves in the strange musical world of Oranssi Pazuzu, a Finnish band from Tampere, which takes its name from the "famous" demon of Babylonian mythology (the same as The Exorcist), veered in Finnish sauce (Oranssi stands for orange in Finnish). The band is part of a collective called Wastement, and this Mestarin kynsi is their fifth album. A band with a really difficult sound to pigeonhole, the Finnish one: long tracks with prog-rock digressions (there are also keyboards) that cross over into space-rock, a Luciferian voice inspired by the most extreme black metal, syncopated rhythms that even recall free -jazz. The album in question sees six very dilated tracks (ranging from 7 to 10 minutes each), and the listening falls decidedly in a parallel, disturbing and dreamlike reality. Unusual, all to be discovered.
Oggi, per la prima volta da parte mia, proviamo ad immergerci nello strano mondo musicale degli Oranssi Pazuzu, band finlandese di Tampere, che prende il nome dal "famoso" demone della mitologia babilonese (lo stesso de L'Esorcista), virato in salsa finlandese (Oranssi sta per arancione in finlandese). La band fa parte di un collettivo chiamato Wastement, e questo Mestarin kynsi è il loro quinto disco. Una band dal suono davvero difficilmente incasellabile, quella finlandese: lunghe tracce con divagazioni prog-rock (ci sono anche le tastiere) che sconfinano nello space-rock, voce luciferina che si ispira al black metal più estremo, ritmi sincopati che richiamano perfino il free-jazz. Il disco in questione vede sei tracce molto dilatate (si va dai 7 ai 10 minuti di durata l'una), e l'ascolto cala decisamente in una realtà parallela, inquietante e onirica. Inusuale, tutto da scoprire.
Today, for the first time on my side, let's try to immerse ourselves in the strange musical world of Oranssi Pazuzu, a Finnish band from Tampere, which takes its name from the "famous" demon of Babylonian mythology (the same as The Exorcist), veered in Finnish sauce (Oranssi stands for orange in Finnish). The band is part of a collective called Wastement, and this Mestarin kynsi is their fifth album. A band with a really difficult sound to pigeonhole, the Finnish one: long tracks with prog-rock digressions (there are also keyboards) that cross over into space-rock, a Luciferian voice inspired by the most extreme black metal, syncopated rhythms that even recall free -jazz. The album in question sees six very dilated tracks (ranging from 7 to 10 minutes each), and the listening falls decidedly in a parallel, disturbing and dreamlike reality. Unusual, all to be discovered.
Agosto nella contea di Osage
August: Osage County - Di John Wells (2013)
Giudizio sintetico: si può vedere (3/5)
Il titolo indica l'ora e il luogo: un agosto insolitamente caldo in una zona rurale fuori Pawhuska, in Oklahoma. Beverly Weston, un poeta alcolizzato, un tempo noto, intervista e assume una giovane donna Cheyenne Johnna come cuoca e badante per la sua violenta e instabile moglie Violet, che soffre di cancro alla gola e dipendenza da medicinali. Poco dopo, scompare dalla casa e Violet chiama sua sorella e le sue figlie per un aiuto. Sua sorella Mattie Fae arriva con il marito Charles Aiken. Ivy, la figlia di mezzo di Violet, è single e l'unica che vive in zona; Barbara, la sua più grande, che ha ereditato il carattere di sua madre, arriva dal Colorado con suo marito Bill e la figlia di 14 anni Jean. Barbara e Bill sono separati, ma fanno fronte comune di fronte a Violet.
Classica trasposizione da una pièce teatrale (di Tracy Letts, che ne ha curato anche la sceneggiatura cinematografica), con un cast di altissimo livello. Disturbante al punto giusto, visto che si parla di una sorta di faida psicologica familiare, ma concetto estremamente sfruttato.
Classical transposition from a theatrical play (by Tracy Letts, who also edited the film script), with a cast of the highest level. Disturbing at the right point, since we are talking about a sort of family psychological feud, but on an extremely exploited concept.
Giudizio sintetico: si può vedere (3/5)
Il titolo indica l'ora e il luogo: un agosto insolitamente caldo in una zona rurale fuori Pawhuska, in Oklahoma. Beverly Weston, un poeta alcolizzato, un tempo noto, intervista e assume una giovane donna Cheyenne Johnna come cuoca e badante per la sua violenta e instabile moglie Violet, che soffre di cancro alla gola e dipendenza da medicinali. Poco dopo, scompare dalla casa e Violet chiama sua sorella e le sue figlie per un aiuto. Sua sorella Mattie Fae arriva con il marito Charles Aiken. Ivy, la figlia di mezzo di Violet, è single e l'unica che vive in zona; Barbara, la sua più grande, che ha ereditato il carattere di sua madre, arriva dal Colorado con suo marito Bill e la figlia di 14 anni Jean. Barbara e Bill sono separati, ma fanno fronte comune di fronte a Violet.
Classica trasposizione da una pièce teatrale (di Tracy Letts, che ne ha curato anche la sceneggiatura cinematografica), con un cast di altissimo livello. Disturbante al punto giusto, visto che si parla di una sorta di faida psicologica familiare, ma concetto estremamente sfruttato.
Classical transposition from a theatrical play (by Tracy Letts, who also edited the film script), with a cast of the highest level. Disturbing at the right point, since we are talking about a sort of family psychological feud, but on an extremely exploited concept.
20200829
L'anomalia di Lisa
Anomalisa - Di Charlie Kaufman e Duke Johnson (2015)
Giudizio sintetico: si può vedere (3,5/5)
Nel 2005, l'esperto di servizio clienti Michael Stone si reca a Cincinnati, Ohio, per promuovere il suo ultimo libro a una convention in un hotel. Si sente distante da tutti coloro che lo circondano, che percepisce avere un viso e una voce identici, inclusi moglie e figlio. Michael pratica i suoi discorsi nella sua camera d'albergo, ma è ossessionato dal ricordo di una lettera arrabbiata di una vecchia fiamma, Bella, che lui ha improvvisamente lasciato senza spiegazioni anni fa. Fa in modo di incontrarla nel bar dell'hotel; ancora sconvolta, è indignata dal suo invito nella sua stanza e se ne va.
Affascinante film d'animazione girato con la tecnica della stop-motion, con una sceneggiatura intrigante. Molto bella l'idea delle facce e delle voci tutte uguali.
Fascinating animated film shot with the stop-motion technique, with an intriguing script. The idea of the same faces and voices is very beautiful.
Giudizio sintetico: si può vedere (3,5/5)
Nel 2005, l'esperto di servizio clienti Michael Stone si reca a Cincinnati, Ohio, per promuovere il suo ultimo libro a una convention in un hotel. Si sente distante da tutti coloro che lo circondano, che percepisce avere un viso e una voce identici, inclusi moglie e figlio. Michael pratica i suoi discorsi nella sua camera d'albergo, ma è ossessionato dal ricordo di una lettera arrabbiata di una vecchia fiamma, Bella, che lui ha improvvisamente lasciato senza spiegazioni anni fa. Fa in modo di incontrarla nel bar dell'hotel; ancora sconvolta, è indignata dal suo invito nella sua stanza e se ne va.
Affascinante film d'animazione girato con la tecnica della stop-motion, con una sceneggiatura intrigante. Molto bella l'idea delle facce e delle voci tutte uguali.
Fascinating animated film shot with the stop-motion technique, with an intriguing script. The idea of the same faces and voices is very beautiful.
20200828
Conquista di regni
Conquest of Kingdoms - The Sword (2020)
E' già qualche anno che i texani di Austin sono latitanti. Nel 2018, subito dopo l'uscita del loro sesto disco in studio Used Future, hanno dichiarato che si sarebbero presi uno iato. Sembra che il prossimo anno saranno in tour con Primus, Wolfmother e Battles, per un tour di tributo ai Rush. Nel frattempo, per l'inizio di questa estate erano previste ben due compilations: al momento se ne trova una, ed è questa Conquest of Kingdoms, della quale parleremo brevemente, in quanto appunto, disco formato da materiale non nuovo e originale. Ci sono una serie di versioni live (12 per la precisione), registrate in varie occasioni nel corso degli anni, qualche versione remix, e svariate cover, alcune molto gustose. Le versioni live non fanno altro che confermare la bontà tecnica della band, fatta esclusione per la voce di John D. Cronise, ma in generale, un disco celebrativo di questo tipo è l'occasione per riflettere sull'importanza, o meno, di una band, in un certo panorama. E vi assicuro che nell'ambito dell'heavy metal classico, i The Sword sono stati dal 2006 in poi, molto importanti.
The Texans from Austin have been desaparecidos for a few years. In 2018, right after the release of their sixth studio album Used Future, they said they would take a hiatus. It looks like they'll be touring with Primus, Wolfmother and Battles next year for a Rush tribute tour. In the meantime, for the beginning of this summer two compilations were planned: at the moment there is only one available, and it is this Conquest of Kingdoms, which we will talk about briefly, as it is a disc made up of not new neither original material. There are a number of live versions (12 to be precise), recorded on various occasions over the years, some remix versions, and various covers, some very tasty. The live versions do nothing but confirm the technical goodness of the band, with the exception of the voice of John D. Cronise, but in general, a celebratory record of this type is an opportunity to reflect on the importance, or not, of a band, in a certain landscape. And I assure you that in the field of classic heavy metal, The Sword have been very important since 2006.
E' già qualche anno che i texani di Austin sono latitanti. Nel 2018, subito dopo l'uscita del loro sesto disco in studio Used Future, hanno dichiarato che si sarebbero presi uno iato. Sembra che il prossimo anno saranno in tour con Primus, Wolfmother e Battles, per un tour di tributo ai Rush. Nel frattempo, per l'inizio di questa estate erano previste ben due compilations: al momento se ne trova una, ed è questa Conquest of Kingdoms, della quale parleremo brevemente, in quanto appunto, disco formato da materiale non nuovo e originale. Ci sono una serie di versioni live (12 per la precisione), registrate in varie occasioni nel corso degli anni, qualche versione remix, e svariate cover, alcune molto gustose. Le versioni live non fanno altro che confermare la bontà tecnica della band, fatta esclusione per la voce di John D. Cronise, ma in generale, un disco celebrativo di questo tipo è l'occasione per riflettere sull'importanza, o meno, di una band, in un certo panorama. E vi assicuro che nell'ambito dell'heavy metal classico, i The Sword sono stati dal 2006 in poi, molto importanti.
The Texans from Austin have been desaparecidos for a few years. In 2018, right after the release of their sixth studio album Used Future, they said they would take a hiatus. It looks like they'll be touring with Primus, Wolfmother and Battles next year for a Rush tribute tour. In the meantime, for the beginning of this summer two compilations were planned: at the moment there is only one available, and it is this Conquest of Kingdoms, which we will talk about briefly, as it is a disc made up of not new neither original material. There are a number of live versions (12 to be precise), recorded on various occasions over the years, some remix versions, and various covers, some very tasty. The live versions do nothing but confirm the technical goodness of the band, with the exception of the voice of John D. Cronise, but in general, a celebratory record of this type is an opportunity to reflect on the importance, or not, of a band, in a certain landscape. And I assure you that in the field of classic heavy metal, The Sword have been very important since 2006.
Er canaro
Dogman - Di Matteo Garrone (2018)
Giudizio sintetico: da vedere (3,5/5)
Marcello è un uomo piccolo e mite, che vive in un fatiscente sobborgo di Roma; possiede un negozio di toelettatura per cani e divide i suoi giorni tra il suo lavoro, sua figlia Alida e relazioni pacifiche con i vicini. Aumenta il suo scarso reddito vendendo cocaina ai conoscenti. Uno è Simone, un ex pugile grosso e cattivo che terrorizza il quartiere. Una notte Simone costringe Marcello a prendere parte a una rapina. Il lavoro procede senza intoppi, ma Marcello sente per caso dal suo complice che ha messo un cane nel congelatore per zittirlo. Dopo aver ricevuto la sua piccola parte del bottino, Marcello torna sulla scena, recupera il cane e lo rianima.
Senza dubbio, uno dei migliori film italiani ed europei degli ultimi anni. Garrone, a mio modesto giudizio, rende molto di più quando non si confronta con le favole, e fa quello che lo ha portato al successo, diventando sempre più bravo: ricordiamoci L'imbalsamatore e Primo amore. Duro ed esteticamente bellissimo nella sua descrizione della fatiscenza, straordinario Marcello Fonte nei panni del protagonista.
Without a doubt, one of the best Italian and European films in recent years. Garrone, in my humble opinion, does much more when he doesn't deal with fairy tales, and does what led him to success, becoming better and better: let's remember L'imbalsamatore and Primo amore. Tough and aesthetically beautiful in his description of the dilapidated, extraordinary Marcello Fonte in the role of the protagonist.
Giudizio sintetico: da vedere (3,5/5)
Marcello è un uomo piccolo e mite, che vive in un fatiscente sobborgo di Roma; possiede un negozio di toelettatura per cani e divide i suoi giorni tra il suo lavoro, sua figlia Alida e relazioni pacifiche con i vicini. Aumenta il suo scarso reddito vendendo cocaina ai conoscenti. Uno è Simone, un ex pugile grosso e cattivo che terrorizza il quartiere. Una notte Simone costringe Marcello a prendere parte a una rapina. Il lavoro procede senza intoppi, ma Marcello sente per caso dal suo complice che ha messo un cane nel congelatore per zittirlo. Dopo aver ricevuto la sua piccola parte del bottino, Marcello torna sulla scena, recupera il cane e lo rianima.
Senza dubbio, uno dei migliori film italiani ed europei degli ultimi anni. Garrone, a mio modesto giudizio, rende molto di più quando non si confronta con le favole, e fa quello che lo ha portato al successo, diventando sempre più bravo: ricordiamoci L'imbalsamatore e Primo amore. Duro ed esteticamente bellissimo nella sua descrizione della fatiscenza, straordinario Marcello Fonte nei panni del protagonista.
Without a doubt, one of the best Italian and European films in recent years. Garrone, in my humble opinion, does much more when he doesn't deal with fairy tales, and does what led him to success, becoming better and better: let's remember L'imbalsamatore and Primo amore. Tough and aesthetically beautiful in his description of the dilapidated, extraordinary Marcello Fonte in the role of the protagonist.
20200827
Folclore
Folklore - Taylor Swift (2020)
L'ottavo album di Miss Americana è arrivato a sorpresa, circa un mese fa, senza squilli di trombe, senza promozione. Taylor Alison Swift, oggi 30enne, ha approfittato del lockdown per dare sfogo al suo songwriting in tutta calma, aiutata principalmente da Aaron Dessner e Jack Antonoff (anche musicisti e produttori), con qualche eccezione (anche rilevante). Ne è uscito un disco, a mio giudizio, intimo, maturo, molto interessante. E', sempre secondo me, il disco più country/folk della sua carriera, e probabilmente meno pop, senza che questo le impedisca di essere decisamente ascoltabile e gradevole. Continua a parlare d'amore, in genere, ovviamente con una maturità diversa ed una sensibilità mutata, e dopo dischi iper-prodotti dove tentava, spesso riuscendoci, di far vedere fin dove potesse arrivare con il suo talento, qua torna alle sue origini con 16 anni di carriera (vissuti al massimo) alle spalle ed un'esperienza di vita amplificata e resa "difficile" dai riflettori, regalandoci un disco delicato, empatico, bello, con una splendida ciliegina sulla torta: Exile, il suo duetto con Justin Vernon dei Bon Iver, una canzone meravigliosa. Sorprendente in tutti i sensi.
Miss Americana's eighth album came as a surprise, about a month ago, with no trumpet blasting, no promotion. Taylor Alison Swift, now 30, took advantage of the lockdown to give vent to her songwriting in all calm, helped mainly by Aaron Dessner and Jack Antonoff (also musicians and producers), with some exceptions (also relevant). The result is a record, in my opinion, intimate, mature, very interesting. It is, again in my opinion, the most country / folk record of her career, and probably less pop, without this preventing her from being definitely listenable and pleasant. She continues to talk about love, in general, obviously with a different maturity and a changed sensitivity, and after hyper-produced records where she tried, often succeeding, to show how far she could go with her talent, here she returns to her origins with 16 years of career (lived to the maximum) behind her back and a life experience amplified and made "difficult" by the spotlight, giving us a delicate, empathic, beautiful record, with a splendid icing on the cake: Exile, her duet with Justin Vernon by Bon Iver, a wonderful song. Surprising in every sense.
L'ottavo album di Miss Americana è arrivato a sorpresa, circa un mese fa, senza squilli di trombe, senza promozione. Taylor Alison Swift, oggi 30enne, ha approfittato del lockdown per dare sfogo al suo songwriting in tutta calma, aiutata principalmente da Aaron Dessner e Jack Antonoff (anche musicisti e produttori), con qualche eccezione (anche rilevante). Ne è uscito un disco, a mio giudizio, intimo, maturo, molto interessante. E', sempre secondo me, il disco più country/folk della sua carriera, e probabilmente meno pop, senza che questo le impedisca di essere decisamente ascoltabile e gradevole. Continua a parlare d'amore, in genere, ovviamente con una maturità diversa ed una sensibilità mutata, e dopo dischi iper-prodotti dove tentava, spesso riuscendoci, di far vedere fin dove potesse arrivare con il suo talento, qua torna alle sue origini con 16 anni di carriera (vissuti al massimo) alle spalle ed un'esperienza di vita amplificata e resa "difficile" dai riflettori, regalandoci un disco delicato, empatico, bello, con una splendida ciliegina sulla torta: Exile, il suo duetto con Justin Vernon dei Bon Iver, una canzone meravigliosa. Sorprendente in tutti i sensi.
Miss Americana's eighth album came as a surprise, about a month ago, with no trumpet blasting, no promotion. Taylor Alison Swift, now 30, took advantage of the lockdown to give vent to her songwriting in all calm, helped mainly by Aaron Dessner and Jack Antonoff (also musicians and producers), with some exceptions (also relevant). The result is a record, in my opinion, intimate, mature, very interesting. It is, again in my opinion, the most country / folk record of her career, and probably less pop, without this preventing her from being definitely listenable and pleasant. She continues to talk about love, in general, obviously with a different maturity and a changed sensitivity, and after hyper-produced records where she tried, often succeeding, to show how far she could go with her talent, here she returns to her origins with 16 years of career (lived to the maximum) behind her back and a life experience amplified and made "difficult" by the spotlight, giving us a delicate, empathic, beautiful record, with a splendid icing on the cake: Exile, her duet with Justin Vernon by Bon Iver, a wonderful song. Surprising in every sense.
20 piedi dalla celebrità
20 Feet From Stardom - Di Morgan Neville (2013)
Giudizio sintetico: si può vedere (3,5/5)
Un documentario sulla vita di alcuni delle più grandi coriste.
Il film segue le esperienze dietro le quinte delle cantanti (soprattutto coriste) Darlene Love, Judith Hill, Merry Clayton, Lisa Fischer, Táta Vega e Jo Lawry, tra le altre.
Documentario che, forse con un po' di benevolenza, vinse l'Oscar nella sua categoria nel 2014 (c'erano dei concorrenti decisamente notevoli), e che parla di persone dal talento straordinario, che, a causa del loro lavoro, sono rimaste tutta la vita all'ombra delle celebrità, come dice il titolo. Bello, indubbiamente.
Documentary that, perhaps with a little benevolence, won the Oscar in its category in 2014 (there were decidedly remarkable competitors), and that talks about people with extraordinary talent, who, because of their work, have remained all life in the shadow of celebrities, as the title says. Nice, undoubtedly.
Giudizio sintetico: si può vedere (3,5/5)
Un documentario sulla vita di alcuni delle più grandi coriste.
Il film segue le esperienze dietro le quinte delle cantanti (soprattutto coriste) Darlene Love, Judith Hill, Merry Clayton, Lisa Fischer, Táta Vega e Jo Lawry, tra le altre.
Documentario che, forse con un po' di benevolenza, vinse l'Oscar nella sua categoria nel 2014 (c'erano dei concorrenti decisamente notevoli), e che parla di persone dal talento straordinario, che, a causa del loro lavoro, sono rimaste tutta la vita all'ombra delle celebrità, come dice il titolo. Bello, indubbiamente.
Documentary that, perhaps with a little benevolence, won the Oscar in its category in 2014 (there were decidedly remarkable competitors), and that talks about people with extraordinary talent, who, because of their work, have remained all life in the shadow of celebrities, as the title says. Nice, undoubtedly.
20200826
Brasile
Brazil 305 - Gloria Estefan (2020)
Dispiace dirlo, ma il quattordicesimo studio album della signora che ha contribuito a diffondere i ritmi latini in tutto il mondo, e per la quale nutro rispetto per molte delle sue perle del passato (delle quali vi ho pure parlato), è un disco con poca grinta, piuttosto deludente. Si tratta di una ri-registrazione di molti dei suoi grandi successi, arrangiati nuovamente su ritmi brasiliani, più quattro nuove tracce. Il tutto suona molto forzato, probabilmente anche perché molte delle sue grandi canzoni erano già perfette, e soprattutto, manca molta potenza nei ritmi brasiliani che dovrebbero scuotere i corpi nella danza. Ascoltandolo attentamente, mi è parso pure di percepire la tendenza a non salire troppo con i toni vocali. Tutto troppo smussato, mentre mi sarei aspettato un disco travolgente ed estremamente allegro.
Sorry to say, but the fourteenth studio album by the lady who helped spread Latin rhythms all over the world, and for whom I have respect for many of her pearls of the past (of which I have also spoken to you), is a record with little grit, rather disappointing. It is a re-recording of many of her greatest hits, rearranged on Brazilian rhythms, plus four new tracks. It all sounds very forced, probably also because many of her great songs were already perfect, and above all, it lacks a lot of power in the Brazilian rhythms that should shake bodies in dance. Listening to it carefully, I also seemed to perceive the tendency not to rise too much with the vocal tones. All too smoothed, while I would have expected an overwhelming and extremely cheerful record.
Dispiace dirlo, ma il quattordicesimo studio album della signora che ha contribuito a diffondere i ritmi latini in tutto il mondo, e per la quale nutro rispetto per molte delle sue perle del passato (delle quali vi ho pure parlato), è un disco con poca grinta, piuttosto deludente. Si tratta di una ri-registrazione di molti dei suoi grandi successi, arrangiati nuovamente su ritmi brasiliani, più quattro nuove tracce. Il tutto suona molto forzato, probabilmente anche perché molte delle sue grandi canzoni erano già perfette, e soprattutto, manca molta potenza nei ritmi brasiliani che dovrebbero scuotere i corpi nella danza. Ascoltandolo attentamente, mi è parso pure di percepire la tendenza a non salire troppo con i toni vocali. Tutto troppo smussato, mentre mi sarei aspettato un disco travolgente ed estremamente allegro.
Sorry to say, but the fourteenth studio album by the lady who helped spread Latin rhythms all over the world, and for whom I have respect for many of her pearls of the past (of which I have also spoken to you), is a record with little grit, rather disappointing. It is a re-recording of many of her greatest hits, rearranged on Brazilian rhythms, plus four new tracks. It all sounds very forced, probably also because many of her great songs were already perfect, and above all, it lacks a lot of power in the Brazilian rhythms that should shake bodies in dance. Listening to it carefully, I also seemed to perceive the tendency not to rise too much with the vocal tones. All too smoothed, while I would have expected an overwhelming and extremely cheerful record.
Uccello bianco in una bufera di neve
White Bird in a Blizzard - Di Greg Araki (2014)
Giudizio sintetico: si può vedere ma anche no (2,5/5)
Nel 1988, quando Katrina "Kat" Connors aveva 17 anni, la sua bella ma instabile madre, Eva, scomparve senza lasciare traccia. La storia va avanti e indietro nel tempo, tra il passato di Eva e i giorni nostri.
Il "solito" film di Araki, venato di sperma e sangue (oltre ad altri elementi ricorrenti e disturbanti), ma un po' esile come trama. Il cast femminile è di altissimo livello.
Araki's "usual" film, veined with semen and blood (in addition to other recurring and disturbing elements), but a little thin as a plot. The female cast is of the highest level.
Giudizio sintetico: si può vedere ma anche no (2,5/5)
Nel 1988, quando Katrina "Kat" Connors aveva 17 anni, la sua bella ma instabile madre, Eva, scomparve senza lasciare traccia. La storia va avanti e indietro nel tempo, tra il passato di Eva e i giorni nostri.
Il "solito" film di Araki, venato di sperma e sangue (oltre ad altri elementi ricorrenti e disturbanti), ma un po' esile come trama. Il cast femminile è di altissimo livello.
Araki's "usual" film, veined with semen and blood (in addition to other recurring and disturbing elements), but a little thin as a plot. The female cast is of the highest level.
20200825
La morte di un eroe
A Hero's Death - Fontaines D.C. (2020)
Un 8,1/10 da Pitchfork e una segnalazione di un amico meritano senza dubbio un approfondimento. Eccoci quindi a parlare dei Fontaines D.C., band etichettata come post-punk da Dublino (D.C. sta infatti per Dublin City, visto che Fontaines era un nome già "preso" da un'altra band di Los Angeles), Irlanda, che nel nome omaggia il personaggio di Johnny Fontane de Il Padrino. Un riferimento musicale è senz'altro quello degli Idles (con i quali sono stati in tour), ma qua siamo di fronte a un qualcosa di più poetico e leggermente meno militante, seppure, tanto per dirne una, il loro primo disco Dogrel del 2019, omaggia il Doggerel, uno stile poetico "del popolo" che risale al 1600. Il punk (sia pure post) si fonde con un gusto (sempre post) dark e new wave, tonalità che tendono al basso, andamento delle tracce che profuma di pogo e perfino di The Pogues, una band tra l'altro formatasi tra frequentatori del College musicale BIMMI di Dublino, ancora molto giovane, e quindi con margini di ulteriore miglioramento. Ci piacciono già, ma non poniamo limiti alla provvidenza.
An 8.1 / 10 from Pitchfork and a suggestion from a friend undoubtedly deserve further study. So here we are talking about Fontaines D.C., a band labeled as post-punk from Dublin (D.C. stands for Dublin City, since Fontaines was a name already "taken" by another band from Los Angeles), Ireland, which in the name pays homage the character of Johnny Fontane from The Godfather. A musical reference is undoubtedly that of the Idles (with whom they have been on tour), but here we are faced with something more poetic and slightly less militant, even if, for one thing, their first Dogrel album of 2019 , pays homage to the Doggerel, a "people's" poetic style that dates back to 1600. Punk (albeit post) blends with a taste (always post) dark and new wave, tones that tend towards the bass, the course of the tracks that smells of pogo and even of The Pogues, a band formed among other people at the BIMMI Music College in Dublin, still very young, and therefore with room for further improvement. We already like them, but we don't put limits on providence.
Un 8,1/10 da Pitchfork e una segnalazione di un amico meritano senza dubbio un approfondimento. Eccoci quindi a parlare dei Fontaines D.C., band etichettata come post-punk da Dublino (D.C. sta infatti per Dublin City, visto che Fontaines era un nome già "preso" da un'altra band di Los Angeles), Irlanda, che nel nome omaggia il personaggio di Johnny Fontane de Il Padrino. Un riferimento musicale è senz'altro quello degli Idles (con i quali sono stati in tour), ma qua siamo di fronte a un qualcosa di più poetico e leggermente meno militante, seppure, tanto per dirne una, il loro primo disco Dogrel del 2019, omaggia il Doggerel, uno stile poetico "del popolo" che risale al 1600. Il punk (sia pure post) si fonde con un gusto (sempre post) dark e new wave, tonalità che tendono al basso, andamento delle tracce che profuma di pogo e perfino di The Pogues, una band tra l'altro formatasi tra frequentatori del College musicale BIMMI di Dublino, ancora molto giovane, e quindi con margini di ulteriore miglioramento. Ci piacciono già, ma non poniamo limiti alla provvidenza.
An 8.1 / 10 from Pitchfork and a suggestion from a friend undoubtedly deserve further study. So here we are talking about Fontaines D.C., a band labeled as post-punk from Dublin (D.C. stands for Dublin City, since Fontaines was a name already "taken" by another band from Los Angeles), Ireland, which in the name pays homage the character of Johnny Fontane from The Godfather. A musical reference is undoubtedly that of the Idles (with whom they have been on tour), but here we are faced with something more poetic and slightly less militant, even if, for one thing, their first Dogrel album of 2019 , pays homage to the Doggerel, a "people's" poetic style that dates back to 1600. Punk (albeit post) blends with a taste (always post) dark and new wave, tones that tend towards the bass, the course of the tracks that smells of pogo and even of The Pogues, a band formed among other people at the BIMMI Music College in Dublin, still very young, and therefore with room for further improvement. We already like them, but we don't put limits on providence.
Vestito da sposa
Vestido de novia - Di Marilyn Solaya (2014)
Giudizio sintetico: si può vedere (3,5/5)
Cuba. Rosa Elena, una quarantenne, assistente infermiera e custode del padre malato, si è appena sposata con Ernesto, ingegnere capo di una brigata di costruzione. Insoddisfatta della vita che conduce, torna a cantare nel coro maschile dove cantava prima di incontrare suo marito. Rivelando un segreto di questo passato, entrambi sono esposti alla violenza strutturale del contesto egemonico, macho e patriarcale in cui vivono.
Film molto emozionante questo debutto nel lungometraggio di fiction per la regista cubana. Denuncia senza riserve del machismo imperante, e soprattutto dell'omofobia ancora imperante sull'isola. Nel cast il grande Jorge Perugorria, e la bravissima protagonista Laura De la uz.
Very exciting film this debut in the feature film for the Cuban director. Unreserved denunciation of the prevailing machismo, and above all of the homophobia still prevailing on the island. In the cast the great Jorge Perugorria, and the talented protagonist Laura De la uz.
Giudizio sintetico: si può vedere (3,5/5)
Cuba. Rosa Elena, una quarantenne, assistente infermiera e custode del padre malato, si è appena sposata con Ernesto, ingegnere capo di una brigata di costruzione. Insoddisfatta della vita che conduce, torna a cantare nel coro maschile dove cantava prima di incontrare suo marito. Rivelando un segreto di questo passato, entrambi sono esposti alla violenza strutturale del contesto egemonico, macho e patriarcale in cui vivono.
Film molto emozionante questo debutto nel lungometraggio di fiction per la regista cubana. Denuncia senza riserve del machismo imperante, e soprattutto dell'omofobia ancora imperante sull'isola. Nel cast il grande Jorge Perugorria, e la bravissima protagonista Laura De la uz.
Very exciting film this debut in the feature film for the Cuban director. Unreserved denunciation of the prevailing machismo, and above all of the homophobia still prevailing on the island. In the cast the great Jorge Perugorria, and the talented protagonist Laura De la uz.
20200824
Non hai ancora perso la testa?
Have You Lost Your Mind Yet? - Fantastic Negrito (2020)
Tutto vero, probabilmente anche il fatto che dal vivo sia insuperabile (non ho mai avuto il piacere): energia e passione da vendere, funk, hip-hop, soul, rock and blues senza dimenticare il gospel, mescolati insieme con testi ben piantati nel presente. Prince e Sly Stone, ma pure Stevie Wonder, James Brown e perfino Aerosmith, tutto questo serve indicativamente per descrivere la musica di Xavier Amin Dphrepaulezz in arte Fantastic Negrito, nato in Massachusetts da una famiglia numerosa di origine somala, il padre musulmano strettamente osservante e severo, qui al suo quarto album (in realtà sarebbe il quinto, se si conta anche The X Factor del 1996, a nome Xavier), che arriva a due anni di distanza dal precedente Please Don't Be Dead, vincitore di un Grammy e album che lo ha aiutato ad essere conosciuto un po' dappertutto. Voce versatile e coinvolgente, il tutto ai miei orecchi suona un po' tutto già sentito, il che non mi fa gridare al miracolo. Tutt'altro che un brutto disco, intendiamoci: a mio modesto parere, manca un poco di personalità.
All true, probably also the fact that live is unsurpassed (I've never had the pleasure): energy and passion to sell, funk, hip-hop, soul, rock and blues without forgetting the gospel, mixed together with lyrics well planted in the present time. Prince and Sly Stone, but also Stevie Wonder, James Brown and even Aerosmith, all this serves indicatively to describe the music of Xavier Amin Dphrepaulezz aka Fantastic Negrito, born in Massachusetts from a large family of Somali origin, with a severe and strictly observant Muslim father, here on his fourth album (in reality it would be the fifth, if you also count The X Factor of 1996, under the name Xavier), which comes two years after the previous Please Don't Be Dead, winner of a Grammy and album that helped him to be known all over the world. Versatile and engaging voice, everything in my ears sounds a bit all already heard, which does not make me cry for a miracle. Far from being a bad record, mind you: in my humble opinion, it lacks a bit of personality.
Tutto vero, probabilmente anche il fatto che dal vivo sia insuperabile (non ho mai avuto il piacere): energia e passione da vendere, funk, hip-hop, soul, rock and blues senza dimenticare il gospel, mescolati insieme con testi ben piantati nel presente. Prince e Sly Stone, ma pure Stevie Wonder, James Brown e perfino Aerosmith, tutto questo serve indicativamente per descrivere la musica di Xavier Amin Dphrepaulezz in arte Fantastic Negrito, nato in Massachusetts da una famiglia numerosa di origine somala, il padre musulmano strettamente osservante e severo, qui al suo quarto album (in realtà sarebbe il quinto, se si conta anche The X Factor del 1996, a nome Xavier), che arriva a due anni di distanza dal precedente Please Don't Be Dead, vincitore di un Grammy e album che lo ha aiutato ad essere conosciuto un po' dappertutto. Voce versatile e coinvolgente, il tutto ai miei orecchi suona un po' tutto già sentito, il che non mi fa gridare al miracolo. Tutt'altro che un brutto disco, intendiamoci: a mio modesto parere, manca un poco di personalità.
All true, probably also the fact that live is unsurpassed (I've never had the pleasure): energy and passion to sell, funk, hip-hop, soul, rock and blues without forgetting the gospel, mixed together with lyrics well planted in the present time. Prince and Sly Stone, but also Stevie Wonder, James Brown and even Aerosmith, all this serves indicatively to describe the music of Xavier Amin Dphrepaulezz aka Fantastic Negrito, born in Massachusetts from a large family of Somali origin, with a severe and strictly observant Muslim father, here on his fourth album (in reality it would be the fifth, if you also count The X Factor of 1996, under the name Xavier), which comes two years after the previous Please Don't Be Dead, winner of a Grammy and album that helped him to be known all over the world. Versatile and engaging voice, everything in my ears sounds a bit all already heard, which does not make me cry for a miracle. Far from being a bad record, mind you: in my humble opinion, it lacks a bit of personality.
Le parole
The Words - Di Brian Klugman e Lee Sternthal (2012)
Giudizio sintetico: si può perdere (2/5)
Clayton Hammond presenzia una lettura pubblica del suo nuovo libro, The Words. Clayton inizia a leggere dal suo libro che si concentra su un personaggio immaginario di nome Rory Jansen, un aspirante scrittore che vive a New York City con la sua ragazza, Dora. Rory prende in prestito dei soldi da suo padre, trova lavoro come smistatore di posta presso un'agenzia letteraria e tenta di vendere il suo primo romanzo, che viene ripetutamente respinto dagli editori.
Film di una pochezza estrema, se non fosse per l'alto tasso di bellezze femminili presenti nel cast. La sceneggiatura ha ricevuto perfino accuse di plagio (alcuni giornali svizzeri hanno fatto notare la somiglianza con il romanzo Lila Lila del 2004, dell'autore svizzero Martin Suter). Confuso e poco felice.
Films of extreme scarcity, if not for the high rate of female beauties present in the cast. The screenplay even received allegations of plagiarism (some Swiss newspapers have pointed out the similarity to the 2004 novel Lila Lila, by Swiss author Martin Suter). Confused and unhappy.
Giudizio sintetico: si può perdere (2/5)
Clayton Hammond presenzia una lettura pubblica del suo nuovo libro, The Words. Clayton inizia a leggere dal suo libro che si concentra su un personaggio immaginario di nome Rory Jansen, un aspirante scrittore che vive a New York City con la sua ragazza, Dora. Rory prende in prestito dei soldi da suo padre, trova lavoro come smistatore di posta presso un'agenzia letteraria e tenta di vendere il suo primo romanzo, che viene ripetutamente respinto dagli editori.
Film di una pochezza estrema, se non fosse per l'alto tasso di bellezze femminili presenti nel cast. La sceneggiatura ha ricevuto perfino accuse di plagio (alcuni giornali svizzeri hanno fatto notare la somiglianza con il romanzo Lila Lila del 2004, dell'autore svizzero Martin Suter). Confuso e poco felice.
Films of extreme scarcity, if not for the high rate of female beauties present in the cast. The screenplay even received allegations of plagiarism (some Swiss newspapers have pointed out the similarity to the 2004 novel Lila Lila, by Swiss author Martin Suter). Confused and unhappy.
20200823
Il massimo successo oggi
Ultimate Success Today - Protomartyr (2020)
Regolari, a tre anni di distanza dal precedente Relatives in Descent, ecco il quinto album in studio per la band statunitense, anche loro da annoverare nel sempre più nutrito gruppo di gruppi musicali che portano avanti una sorta di revival del punk. Il titolo fa riferimento alle numerose televendite che garantiscono un arricchimento veloce con pochi capitali investiti, e naturalmente è uno di quei dischi da ascoltare con le liriche a portata di mano (oppure da ascoltare attentamente), seppure lo stile di scrittura del cantante Joe Casey sia spesso ermetico. Lo stesso Casey ha dichiarato che la ristampa del loro album di debutto No Passion All Tecnique, avvenuta nel 2019 quindi nel momento in cui la band lavorava su questo Ultimate Success Today, lo ha fatto riflettere sul "passare del tempo e sulla sua conclusione definitiva", innescando una sorta di crisi di mezza età, e facendogli pensare a questo nuovo album come qualcosa a metà tra la conclusione di una commedia in cinque atti, e una pietra miliare dei loro primi 10 anni di carriera. A livello musicale c'è del lavoro: è chiaro che alla base c'è lo stile che abbiamo imparato a conoscere, e che, con varie sfumature, accomuna appunto le band che mettono in pratica il post-punk oggi, ma i Protomartyr hanno provato a fare qualcosa di diverso: nella lista dei musicisti aggiunti, infatti, figurano una cantante (Nandi Rose aka Half Walf), un sax contralto (Jemeel Moondoc), un multistrumentista addetto a clarinetto basso, flauto e sassofono (Izaak Mills), un violoncellista (Fred Lonberg-Holm), e un altro paio di ospiti per rumoristica e cori. Un disco quindi stratificato, da ascoltare con attenzione, perché sotto la superficie post-punk può svelarvi un mondo musicalmente più complesso. Se vi piacciono le asimmetrie, non rimarrete delusi.
In a regular way, three years after the previous Relatives in Descent, here is the fifth studio album for the American band, also to be counted among the increasingly large group of musical bands that carry out a sort of revival of punk. The title refers to the numerous infomercials that guarantee a quick enrichment with little capital invested (get-rich-quick, indeed), and of course it is one of those records to listen to with the lyrics at hand (or to listen carefully), even if the writing style of the singer Joe Casey is often hermetic. Casey himself stated that the reissue of their debut album No Passion All Tecnique, which took place in 2019 so when the band was working on this Ultimate Success Today, made him reflect on "the passage of time and its definitive conclusion" , triggering a kind of midlife crisis, and making him think of this new album as something between the end of a five-act comedy, and a milestone in their first 10 years of careers. On a musical level there is work: it is clear that the style we have learned to know is at the base, and that, with various nuances, precisely unites the bands that put post-punk into practice today, but Protomartyr have tried to do something different: in the list of added musicians, in fact, there are a singer (Nandi Rose aka Half Walf), an alto sax (Jemeel Moondoc), a multi-instrumentalist in charge of bass clarinet, flute and saxophone (Izaak Mills), a cellist (Fred Lonberg-Holm), and a couple of other guests for noise and choirs. An album therefore layered, to be listened to carefully, because under the post-punk surface it can reveal a musically more complex world. If you like asymmetries, you won't be disappointed.
Regolari, a tre anni di distanza dal precedente Relatives in Descent, ecco il quinto album in studio per la band statunitense, anche loro da annoverare nel sempre più nutrito gruppo di gruppi musicali che portano avanti una sorta di revival del punk. Il titolo fa riferimento alle numerose televendite che garantiscono un arricchimento veloce con pochi capitali investiti, e naturalmente è uno di quei dischi da ascoltare con le liriche a portata di mano (oppure da ascoltare attentamente), seppure lo stile di scrittura del cantante Joe Casey sia spesso ermetico. Lo stesso Casey ha dichiarato che la ristampa del loro album di debutto No Passion All Tecnique, avvenuta nel 2019 quindi nel momento in cui la band lavorava su questo Ultimate Success Today, lo ha fatto riflettere sul "passare del tempo e sulla sua conclusione definitiva", innescando una sorta di crisi di mezza età, e facendogli pensare a questo nuovo album come qualcosa a metà tra la conclusione di una commedia in cinque atti, e una pietra miliare dei loro primi 10 anni di carriera. A livello musicale c'è del lavoro: è chiaro che alla base c'è lo stile che abbiamo imparato a conoscere, e che, con varie sfumature, accomuna appunto le band che mettono in pratica il post-punk oggi, ma i Protomartyr hanno provato a fare qualcosa di diverso: nella lista dei musicisti aggiunti, infatti, figurano una cantante (Nandi Rose aka Half Walf), un sax contralto (Jemeel Moondoc), un multistrumentista addetto a clarinetto basso, flauto e sassofono (Izaak Mills), un violoncellista (Fred Lonberg-Holm), e un altro paio di ospiti per rumoristica e cori. Un disco quindi stratificato, da ascoltare con attenzione, perché sotto la superficie post-punk può svelarvi un mondo musicalmente più complesso. Se vi piacciono le asimmetrie, non rimarrete delusi.
In a regular way, three years after the previous Relatives in Descent, here is the fifth studio album for the American band, also to be counted among the increasingly large group of musical bands that carry out a sort of revival of punk. The title refers to the numerous infomercials that guarantee a quick enrichment with little capital invested (get-rich-quick, indeed), and of course it is one of those records to listen to with the lyrics at hand (or to listen carefully), even if the writing style of the singer Joe Casey is often hermetic. Casey himself stated that the reissue of their debut album No Passion All Tecnique, which took place in 2019 so when the band was working on this Ultimate Success Today, made him reflect on "the passage of time and its definitive conclusion" , triggering a kind of midlife crisis, and making him think of this new album as something between the end of a five-act comedy, and a milestone in their first 10 years of careers. On a musical level there is work: it is clear that the style we have learned to know is at the base, and that, with various nuances, precisely unites the bands that put post-punk into practice today, but Protomartyr have tried to do something different: in the list of added musicians, in fact, there are a singer (Nandi Rose aka Half Walf), an alto sax (Jemeel Moondoc), a multi-instrumentalist in charge of bass clarinet, flute and saxophone (Izaak Mills), a cellist (Fred Lonberg-Holm), and a couple of other guests for noise and choirs. An album therefore layered, to be listened to carefully, because under the post-punk surface it can reveal a musically more complex world. If you like asymmetries, you won't be disappointed.
Blu più brillante
Brightest Blue - Ellie Goulding (2020)
Con tutta la simpatia che provo verso Elena Jane Goulding, e avendone apprezzato alcune cose in passato, non posso promuovere questo suo quarto album intitolato Brightest Blue. Pur rilevando il sottile velo sperimentale-barra-elettronico che la diversifica leggermente dal resto delle cantanti pop, dopo ripetuti ascolti fatico davvero a trovare anche solo qualche traccia che possa riuscire a definire come guilty pleasure, vagamente coinvolgente. La voce è sempre quella, molto bella, il personaggio, come ho già detto, positivo e simpatico, il disco è francamente irrilevante. Peccato.
With all the sympathy I feel for Elena Jane Goulding, and having appreciated some of her things in the past, I cannot promote this fourth album of hers called Brightest Blue. While noting the thin experimental-slash-electronic veil that slightly differentiates it from the rest of the female pop singers, after repeated listening I really struggle to find even just some track that I can define as guilty pleasure, vaguely engaging. The voice is always the same, very beautiful, the character, as I have already said, positive and nice, the record is frankly irrelevant. What a pity.
Con tutta la simpatia che provo verso Elena Jane Goulding, e avendone apprezzato alcune cose in passato, non posso promuovere questo suo quarto album intitolato Brightest Blue. Pur rilevando il sottile velo sperimentale-barra-elettronico che la diversifica leggermente dal resto delle cantanti pop, dopo ripetuti ascolti fatico davvero a trovare anche solo qualche traccia che possa riuscire a definire come guilty pleasure, vagamente coinvolgente. La voce è sempre quella, molto bella, il personaggio, come ho già detto, positivo e simpatico, il disco è francamente irrilevante. Peccato.
With all the sympathy I feel for Elena Jane Goulding, and having appreciated some of her things in the past, I cannot promote this fourth album of hers called Brightest Blue. While noting the thin experimental-slash-electronic veil that slightly differentiates it from the rest of the female pop singers, after repeated listening I really struggle to find even just some track that I can define as guilty pleasure, vaguely engaging. The voice is always the same, very beautiful, the character, as I have already said, positive and nice, the record is frankly irrelevant. What a pity.
20200822
Il regno
The Kingdom - Bush (2020)
L'estate ci ha consegnato anche l'ottavo disco dei Bush, con un nuovo batterista rispetto al disco precedente. Più o meno possiamo ripetere le stesse cose, perché ben poco cambia nel loro stile. Ci sono da annotare meno ballate, più mid tempos, le solite liriche romantico-decadenti di Rossdale, che appare sempre in ottima forma vocale, e una certa aggressività ritrovata nelle ritmiche. Sempre belle le melodie, alla fine il quartetto riesce sempre a regalarci dischi onesti e qualche momento di bellezza. La storia della musica difficilmente riserverà loro un posto d'onore, ma noi (io e altri) guarderemo a loro sempre con una certa simpatia.
The summer also brought us the eighth Bush album, with a new drummer compared to the previous album. We can more or less repeat the same things, because very little changes in their style. There are fewer ballads to be noted, more mid tempos, Rossdale's usual decadent romantic lyrics, Rossdale which always appears in excellent vocal form, and a certain aggressiveness found back in the rhythms. Always beautiful melodies, in the end the quartet always manages to give us honest records and some moments of beauty. The history of music will hardly reserve them a place of honor, but we (myself and others) will always look at them with a certain kindness.
L'estate ci ha consegnato anche l'ottavo disco dei Bush, con un nuovo batterista rispetto al disco precedente. Più o meno possiamo ripetere le stesse cose, perché ben poco cambia nel loro stile. Ci sono da annotare meno ballate, più mid tempos, le solite liriche romantico-decadenti di Rossdale, che appare sempre in ottima forma vocale, e una certa aggressività ritrovata nelle ritmiche. Sempre belle le melodie, alla fine il quartetto riesce sempre a regalarci dischi onesti e qualche momento di bellezza. La storia della musica difficilmente riserverà loro un posto d'onore, ma noi (io e altri) guarderemo a loro sempre con una certa simpatia.
The summer also brought us the eighth Bush album, with a new drummer compared to the previous album. We can more or less repeat the same things, because very little changes in their style. There are fewer ballads to be noted, more mid tempos, Rossdale's usual decadent romantic lyrics, Rossdale which always appears in excellent vocal form, and a certain aggressiveness found back in the rhythms. Always beautiful melodies, in the end the quartet always manages to give us honest records and some moments of beauty. The history of music will hardly reserve them a place of honor, but we (myself and others) will always look at them with a certain kindness.
20200821
Fluide inversioni esistenziali
Fluid Existential Inversions - Intronaut (2020)
Sesto album in studio per la band di Los Angeles, California, da sempre autrice di un metal progressive con poliritmi incrociato con jazz e con lo sludge. Otto tracce più un intro, sempre iper tecnici, poco spazio al cantato harsh, ampio a quello pulito, ritmiche serrate, intricate, cesellate, ricerca melodica e al tempo stesso strizzate d'occhio alla ricercatezza compositiva e, appunto, tecnica. Mastodon e Tesseract, Baroness e Amplifier, senza perdere la propria identità. Eppure, non un disco indimenticabile, purtroppo.
Sixth studio album for the band from Los Angeles, California, always the author of a progressive metal with polyrhythms crossed with jazz and sludge. Eight tracks plus an intro, always hyper technical, little space for harsh sung, ample to the clean one, tight, intricate, chiseled rhythms, melodic research and at the same time winks at compositional refinement and, indeed, technique. Mastodon and Tesseract, Baroness and Amplifier, without losing their identity. Still, not an unforgettable record, unfortunately.
Sesto album in studio per la band di Los Angeles, California, da sempre autrice di un metal progressive con poliritmi incrociato con jazz e con lo sludge. Otto tracce più un intro, sempre iper tecnici, poco spazio al cantato harsh, ampio a quello pulito, ritmiche serrate, intricate, cesellate, ricerca melodica e al tempo stesso strizzate d'occhio alla ricercatezza compositiva e, appunto, tecnica. Mastodon e Tesseract, Baroness e Amplifier, senza perdere la propria identità. Eppure, non un disco indimenticabile, purtroppo.
Sixth studio album for the band from Los Angeles, California, always the author of a progressive metal with polyrhythms crossed with jazz and sludge. Eight tracks plus an intro, always hyper technical, little space for harsh sung, ample to the clean one, tight, intricate, chiseled rhythms, melodic research and at the same time winks at compositional refinement and, indeed, technique. Mastodon and Tesseract, Baroness and Amplifier, without losing their identity. Still, not an unforgettable record, unfortunately.
Una celebrazione della fine
A Celebration of Endings - Biffy Clyro (2020)
Così come in moltissimi altri casi, eccoci a parlare di una band abbastanza famosa che ha all'attivo molti anni di attività (25) e quindi anche molti dischi (questo è il loro nono da studio), alla quale mi avvicino da totale neofita, non avendo mai ascoltato niente di loro. Trio classico (chitarra basso e batteria, il chitarrista Simon Neil è anche la voce principale), scozzesi provenienti da Kilmarnock, sono autori di un particolarissimo arena rock, che alterna momenti divertenti e quasi sinfonici alla Queen, ad altri molto più intimi e decisamente alt rock che li avvicinano moltissimi ai Nada Surf. Non è finita qui: tra le note, si possono decisamente riconoscere tantissimi riferimenti e omaggi ai canadesi Rush, pionieri del progressive hard rock, ma le assonanze, leggermente meno evidenti ma non per questo non presenti, potrebbero continuare. Il risultato, ripeto, da neofita, è un miscuglio piacevole e relativamente poco impegnativo, che può risultare molto adatto a lunghi viaggi in auto.
As in many other cases, here we are talking about a fairly famous band that has been active for many years (25) and therefore also many records (this is their ninth album in studio), which I approach as a total neophyte, never having listened to anything from them. Classic trio (bass, guitar, and drums, guitarist Simon Neil is also the lead vocal), Scots from Kilmarnock, they are authors of a very particular rock arena, which alternates funny and almost symphonic moments like Queen, with others much more intimate and decidedly alt rock that bring them very close to Nada Surf. That's not all: among the notes, you can definitely recognize many references and tributes to the Canadians Rush, pioneers of progressive hard rock, but the similarities, slightly less evident but not for this not present, could continue. The result, I repeat, as a neophyte, is a pleasant and relatively undemanding mixture, which can be very suitable for long journeys by car.
Così come in moltissimi altri casi, eccoci a parlare di una band abbastanza famosa che ha all'attivo molti anni di attività (25) e quindi anche molti dischi (questo è il loro nono da studio), alla quale mi avvicino da totale neofita, non avendo mai ascoltato niente di loro. Trio classico (chitarra basso e batteria, il chitarrista Simon Neil è anche la voce principale), scozzesi provenienti da Kilmarnock, sono autori di un particolarissimo arena rock, che alterna momenti divertenti e quasi sinfonici alla Queen, ad altri molto più intimi e decisamente alt rock che li avvicinano moltissimi ai Nada Surf. Non è finita qui: tra le note, si possono decisamente riconoscere tantissimi riferimenti e omaggi ai canadesi Rush, pionieri del progressive hard rock, ma le assonanze, leggermente meno evidenti ma non per questo non presenti, potrebbero continuare. Il risultato, ripeto, da neofita, è un miscuglio piacevole e relativamente poco impegnativo, che può risultare molto adatto a lunghi viaggi in auto.
As in many other cases, here we are talking about a fairly famous band that has been active for many years (25) and therefore also many records (this is their ninth album in studio), which I approach as a total neophyte, never having listened to anything from them. Classic trio (bass, guitar, and drums, guitarist Simon Neil is also the lead vocal), Scots from Kilmarnock, they are authors of a very particular rock arena, which alternates funny and almost symphonic moments like Queen, with others much more intimate and decidedly alt rock that bring them very close to Nada Surf. That's not all: among the notes, you can definitely recognize many references and tributes to the Canadians Rush, pioneers of progressive hard rock, but the similarities, slightly less evident but not for this not present, could continue. The result, I repeat, as a neophyte, is a pleasant and relatively undemanding mixture, which can be very suitable for long journeys by car.
20200820
Diviso
Raskol - Batushka [Krysiuk] (2020)
Ennesimo capitolo nella disputa tra i due ex compagni di band (vedi qui); e ancora una volta, i Batushka che sembrano "quelli nel torto" (ricordiamo che al momento, esistono due band con lo stesso nome, non sappiamo a che punto sia la disputa legale), boicottati dai fan, la versione di Bartłomiej "Bart" Krysiuk, battono gli altri sul tempo, facendo uscire un nuovo EP contenente cinque tracce che confermano il percorso già intrapreso con l'album precedente, ma a mio modestissimo giudizio, mostra già dei miglioramenti. La "filosofia" che sta alla base musicale di entrambe le band omonime, e cioè quella dei canti liturgici ortodossi innestati nel black metal, è meglio amalgamata nella struttura delle tracce (che sono intitolate Irmos dall'I al V); l'andamento altalenante (arpeggi d'atmosfera contro parti violente, a loro volta suddivise in mid tempo e blast beat, con varie vie di mezzo) rimane onnipresente, la voce passa dal "liturgico" allo scream demoniaco, il risultato non può lasciare indifferenti.
Yet another chapter in the dispute between the two former bandmates (see here); and once again, Batushka who seem to be "the ones in the wrong" (remember that at the moment, there are two bands with the same name, we don't know where the legal dispute is), boycotted by fans, Bartłomiej "Bart" Krysiuk's version, beat the others on time, releasing a new EP containing five tracks that confirm the path already undertaken with the previous album, but in my humble opinion, it already shows improvements. The "philosophy" that lies at the musical basis of both bands of the same name, namely that of orthodox liturgical songs grafted into black metal, is better amalgamated in the structure of the tracks (which are entitled Irmos from I to V); the swinging trend (atmospheric arpeggios against violent parts, in turn divided into mid tempo and blast beat, with various middle ways) remains omnipresent, the voice passes from "liturgical" to demonic scream, the result cannot leave indifferent.
Ennesimo capitolo nella disputa tra i due ex compagni di band (vedi qui); e ancora una volta, i Batushka che sembrano "quelli nel torto" (ricordiamo che al momento, esistono due band con lo stesso nome, non sappiamo a che punto sia la disputa legale), boicottati dai fan, la versione di Bartłomiej "Bart" Krysiuk, battono gli altri sul tempo, facendo uscire un nuovo EP contenente cinque tracce che confermano il percorso già intrapreso con l'album precedente, ma a mio modestissimo giudizio, mostra già dei miglioramenti. La "filosofia" che sta alla base musicale di entrambe le band omonime, e cioè quella dei canti liturgici ortodossi innestati nel black metal, è meglio amalgamata nella struttura delle tracce (che sono intitolate Irmos dall'I al V); l'andamento altalenante (arpeggi d'atmosfera contro parti violente, a loro volta suddivise in mid tempo e blast beat, con varie vie di mezzo) rimane onnipresente, la voce passa dal "liturgico" allo scream demoniaco, il risultato non può lasciare indifferenti.
Yet another chapter in the dispute between the two former bandmates (see here); and once again, Batushka who seem to be "the ones in the wrong" (remember that at the moment, there are two bands with the same name, we don't know where the legal dispute is), boycotted by fans, Bartłomiej "Bart" Krysiuk's version, beat the others on time, releasing a new EP containing five tracks that confirm the path already undertaken with the previous album, but in my humble opinion, it already shows improvements. The "philosophy" that lies at the musical basis of both bands of the same name, namely that of orthodox liturgical songs grafted into black metal, is better amalgamated in the structure of the tracks (which are entitled Irmos from I to V); the swinging trend (atmospheric arpeggios against violent parts, in turn divided into mid tempo and blast beat, with various middle ways) remains omnipresent, the voice passes from "liturgical" to demonic scream, the result cannot leave indifferent.
20200819
Cacciatore raccoglitore
Hunter Gatherer - Avatar (2020)
L'ottavo disco per la band svedese sembra essere ancora una volta una sorta di concept. A loro dire, dopo che con il precedente Avatar Country si erano messi alla prova per vedere se fossero in grado di essere comici, adesso tornano su temi reali e attuali. Ecco quindi che il richiamo del titolo all'uomo pre-civilizzato, racchiude una serie di tracce che riflettono sull'essere umano e sulla sua cosiddetta evoluzione, tanto che, per fare un esempio, per la traccia di apertura Silence in the Age of Apes, sostengono di essersi ispirati al libro Sapiens: A Brief History of Humankind (in italiano Sapiens. Da animali a dei. Breve storia dell'umanità), dello storico israeliano Yuval Noah Harari. A livello stilistico, confermo quello che dissi in occasione del disco precedente: una band di trasformisti, che passa dall'heavy metal classico al melodic death, allo speed metal, al groove. Le tracce sono godibili, il disco si lascia ascoltare senza problemi, si apprezzano le influenze più disparate, ma alla fine, si ha l'impressione di trovarsi davanti ad una band di ottimi musicisti, che però stenta a delineare una personalità propria.
The eighth album for the Swedish band seems to be a kind of concept once again. According to them, after having tested themselves with the previous Avatar Country to see if they were capable of doing comedy, now they return to real and current themes. Hence the reference of the title to pre-civilized man, contains a series of tracks that reflect on the human being and his so-called evolution, so much so that, for example, for the opening track Silence in the Age of Apes, claim to have been inspired by the book Sapiens: A Brief History of Humankind, by the Israeli historian Yuval Noah Harari. On a stylistic level, I confirm what I said on the occasion of the previous album: a band of transformists, which goes from classic heavy metal to melodic death, to speed metal, to groove. The tracks are enjoyable, the album can be listened to without problems, the most disparate influences are appreciated, but in the end, one gets the impression of being in front of a band of excellent musicians, which, however, finds it difficult to define a personality of its own.
L'ottavo disco per la band svedese sembra essere ancora una volta una sorta di concept. A loro dire, dopo che con il precedente Avatar Country si erano messi alla prova per vedere se fossero in grado di essere comici, adesso tornano su temi reali e attuali. Ecco quindi che il richiamo del titolo all'uomo pre-civilizzato, racchiude una serie di tracce che riflettono sull'essere umano e sulla sua cosiddetta evoluzione, tanto che, per fare un esempio, per la traccia di apertura Silence in the Age of Apes, sostengono di essersi ispirati al libro Sapiens: A Brief History of Humankind (in italiano Sapiens. Da animali a dei. Breve storia dell'umanità), dello storico israeliano Yuval Noah Harari. A livello stilistico, confermo quello che dissi in occasione del disco precedente: una band di trasformisti, che passa dall'heavy metal classico al melodic death, allo speed metal, al groove. Le tracce sono godibili, il disco si lascia ascoltare senza problemi, si apprezzano le influenze più disparate, ma alla fine, si ha l'impressione di trovarsi davanti ad una band di ottimi musicisti, che però stenta a delineare una personalità propria.
The eighth album for the Swedish band seems to be a kind of concept once again. According to them, after having tested themselves with the previous Avatar Country to see if they were capable of doing comedy, now they return to real and current themes. Hence the reference of the title to pre-civilized man, contains a series of tracks that reflect on the human being and his so-called evolution, so much so that, for example, for the opening track Silence in the Age of Apes, claim to have been inspired by the book Sapiens: A Brief History of Humankind, by the Israeli historian Yuval Noah Harari. On a stylistic level, I confirm what I said on the occasion of the previous album: a band of transformists, which goes from classic heavy metal to melodic death, to speed metal, to groove. The tracks are enjoyable, the album can be listened to without problems, the most disparate influences are appreciated, but in the end, one gets the impression of being in front of a band of excellent musicians, which, however, finds it difficult to define a personality of its own.
20200818
Persone normali
Normal People - Scritto da Sally Rooney, Alice Birch e Mark O'Rowe, diretto da Lenny Abrahamson e Hettie Macdonald (2020) - Miniserie in 12 episodi - BBC Three / Hulu
Storia della complessa amicizia e relazione tra due adolescenti, Connell e Marianne, che frequentano entrambi la stessa scuola secondaria nella contea di Sligo e, successivamente, il Trinity College di Dublino (TCD). È ambientata durante la recessione economica irlandese post-2008. Connell è uno studente di scuola secondaria popolare, bello e molto intelligente, che inizia una relazione con Marianne, lei impopolare, spesso intimidatoria ma altrettanto intelligente; la madre di Connell è la donna delle pulizie della madre di Marianne. Connell tiene segreta la relazione ai compagni di scuola per vergogna, ma finisce per frequentare il Trinity con lei dopo l'estate e riconciliarsi dopo che il suo voler nascondere la relazione, porta inizialmente ad una rottura tra i due. La benestante Marianne sboccia all'università, diventando carina e popolare, mentre Connell lotta per la prima volta nella sua vita per adattarsi correttamente. La coppia intreccia la vita l'una dell'altro durante gli anni dell'università, sviluppando un legame intenso che porta alla luce i traumi e le insicurezze che li rendono entrambi ciò che sono.
Tratto dall'omonimo libro di Sally Rooney (alcuni sostengono meravigliosamente), Normal People è una delle serie che mi hanno più coinvolto nel 2020. Merito della storia si, ma pure dei due protagonisti, bravissimi, e della messa in scena, totalmente indovinata a mio giudizio. Si piange fino a disperarsi, ma così è la vita. Imperdibile.
Taken from the book of the same name by Sally Rooney (some argue wonderfully), Normal People is one of the series that most involved me in 2020. The merit is of the story, yes, but also of the two protagonists, very talented, and of the staging, totally guessed at my judgment. We cry until we are desperate, but this is life. Unmissable.
Storia della complessa amicizia e relazione tra due adolescenti, Connell e Marianne, che frequentano entrambi la stessa scuola secondaria nella contea di Sligo e, successivamente, il Trinity College di Dublino (TCD). È ambientata durante la recessione economica irlandese post-2008. Connell è uno studente di scuola secondaria popolare, bello e molto intelligente, che inizia una relazione con Marianne, lei impopolare, spesso intimidatoria ma altrettanto intelligente; la madre di Connell è la donna delle pulizie della madre di Marianne. Connell tiene segreta la relazione ai compagni di scuola per vergogna, ma finisce per frequentare il Trinity con lei dopo l'estate e riconciliarsi dopo che il suo voler nascondere la relazione, porta inizialmente ad una rottura tra i due. La benestante Marianne sboccia all'università, diventando carina e popolare, mentre Connell lotta per la prima volta nella sua vita per adattarsi correttamente. La coppia intreccia la vita l'una dell'altro durante gli anni dell'università, sviluppando un legame intenso che porta alla luce i traumi e le insicurezze che li rendono entrambi ciò che sono.
Tratto dall'omonimo libro di Sally Rooney (alcuni sostengono meravigliosamente), Normal People è una delle serie che mi hanno più coinvolto nel 2020. Merito della storia si, ma pure dei due protagonisti, bravissimi, e della messa in scena, totalmente indovinata a mio giudizio. Si piange fino a disperarsi, ma così è la vita. Imperdibile.
Taken from the book of the same name by Sally Rooney (some argue wonderfully), Normal People is one of the series that most involved me in 2020. The merit is of the story, yes, but also of the two protagonists, very talented, and of the staging, totally guessed at my judgment. We cry until we are desperate, but this is life. Unmissable.
Bivi così carini lungo la strada
Such Pretty Forks In the Road - Alanis Morissette (2020)
Il nono (e come sottolineano i più attenti, settimo a livello internazionale, vi ricordate che i primi due album di Alanis uscirono a livello solo canadese, e la vedevano alle prese con una dance-pop piuttosto anonima) album in studio per la mezzo-soprano oggi 46enne di origini canadesi, arriva a otto anni dal precedente Havoc and Bright Lights, ed è un disco che musicalmente dice molto poco (sono contento di vedere che al The Guardian la pensano come me), un rock molto levigato e con una preponderanza di ballate, anche piacevoli, ma che ci ricorda quanto siano belle e importanti le sue liriche: davvero notevoli.
The ninth (and as the most attentives underline, seventh internationally, maybe you remember that Alanis' first two albums came out only in Canada, and they saw her struggling with a rather anonymous dance-pop) studio album for the 46-year-old mezzo-soprano of Canadian origins, it comes eight years after the previous Havoc and Bright Lights, and is a record that musically says very little (I'm happy to see The Guardian think like me), a very smooth rock with a preponderance of ballads, even pleasant ones, but that reminds us how beautiful and important her lyrics are: truly remarkable.
Il nono (e come sottolineano i più attenti, settimo a livello internazionale, vi ricordate che i primi due album di Alanis uscirono a livello solo canadese, e la vedevano alle prese con una dance-pop piuttosto anonima) album in studio per la mezzo-soprano oggi 46enne di origini canadesi, arriva a otto anni dal precedente Havoc and Bright Lights, ed è un disco che musicalmente dice molto poco (sono contento di vedere che al The Guardian la pensano come me), un rock molto levigato e con una preponderanza di ballate, anche piacevoli, ma che ci ricorda quanto siano belle e importanti le sue liriche: davvero notevoli.
The ninth (and as the most attentives underline, seventh internationally, maybe you remember that Alanis' first two albums came out only in Canada, and they saw her struggling with a rather anonymous dance-pop) studio album for the 46-year-old mezzo-soprano of Canadian origins, it comes eight years after the previous Havoc and Bright Lights, and is a record that musically says very little (I'm happy to see The Guardian think like me), a very smooth rock with a preponderance of ballads, even pleasant ones, but that reminds us how beautiful and important her lyrics are: truly remarkable.
20200817
I bei villaggi rimangono tali anche quando bruciano
Lepa sela, lepo gore - Di Srđan Dragojević (1996)
Giudizio sintetico: si può vedere (3/5)
Il film si apre con un cinegiornale fittizio, che mostra l'apertura del tunnel della Fratellanza e dell'Unità con la visita del presidente Josip Broz Tito e il dignitario locale Džemal Bijedić il 27 giugno 1971. Durante la cerimonia del taglio del nastro, il presidente Tito si taglia accidentalmente il pollice con le forbici .
All'inizio della guerra in Bosnia nel 1992, Milan, un serbo bosniaco e il suo migliore amico Halil, un musulmano bosniaco, vivono una vita tranquilla in un piccolo villaggio nella Bosnia orientale, giocando a basket in un kafana di proprietà di Slobo. Mentre Milan e Halil si stanno prendendo una pausa, Nazim, un vicino bosniaco di Slobo, gli chiede se può badare a casa sua mentre sta visitando sua sorella a Tuzla. Halil risponde a Nazim che prima potrebbe visitare i suoi parenti vicini, visto che molti dei loro effetti personali sono nella loro auto e nella roulotte, cosa che Nazim nega. In seguito vediamo Milan ferito in un letto di un ospedale militare di Belgrado, dove schernisce un giovane soldato bosniaco ferito nella stanza vicina, che minaccia di uccidere se il suo amico nel letto accanto morisse.
Ho raccolto molte informazioni su questo film prima di vederlo, molto contrastanti. Rifiutato dai festival di Venezia (Pontecorvo, allora direttore, lo definiì "cinema fascista"), Berlino e Cannes, criticato da molti registi, al netto di quello che posso non aver compreso, ho trovato questo film divertente, perché prende in giro la guerra e le antipatie etniche, e in definitiva, anti-militarista.
I collected a lot of information about this film before I saw it, very conflicting. Rejected by the festivals of Venice (Pontecorvo, then director, called it "fascist cinema"), Berlin and Cannes, criticized by many directors, taking into account of what I may not have understood, I found this film amusing, because it makes fun of war and ethnic antipathies, and ultimately anti-militarist.
Giudizio sintetico: si può vedere (3/5)
Il film si apre con un cinegiornale fittizio, che mostra l'apertura del tunnel della Fratellanza e dell'Unità con la visita del presidente Josip Broz Tito e il dignitario locale Džemal Bijedić il 27 giugno 1971. Durante la cerimonia del taglio del nastro, il presidente Tito si taglia accidentalmente il pollice con le forbici .
All'inizio della guerra in Bosnia nel 1992, Milan, un serbo bosniaco e il suo migliore amico Halil, un musulmano bosniaco, vivono una vita tranquilla in un piccolo villaggio nella Bosnia orientale, giocando a basket in un kafana di proprietà di Slobo. Mentre Milan e Halil si stanno prendendo una pausa, Nazim, un vicino bosniaco di Slobo, gli chiede se può badare a casa sua mentre sta visitando sua sorella a Tuzla. Halil risponde a Nazim che prima potrebbe visitare i suoi parenti vicini, visto che molti dei loro effetti personali sono nella loro auto e nella roulotte, cosa che Nazim nega. In seguito vediamo Milan ferito in un letto di un ospedale militare di Belgrado, dove schernisce un giovane soldato bosniaco ferito nella stanza vicina, che minaccia di uccidere se il suo amico nel letto accanto morisse.
Ho raccolto molte informazioni su questo film prima di vederlo, molto contrastanti. Rifiutato dai festival di Venezia (Pontecorvo, allora direttore, lo definiì "cinema fascista"), Berlino e Cannes, criticato da molti registi, al netto di quello che posso non aver compreso, ho trovato questo film divertente, perché prende in giro la guerra e le antipatie etniche, e in definitiva, anti-militarista.
I collected a lot of information about this film before I saw it, very conflicting. Rejected by the festivals of Venice (Pontecorvo, then director, called it "fascist cinema"), Berlin and Cannes, criticized by many directors, taking into account of what I may not have understood, I found this film amusing, because it makes fun of war and ethnic antipathies, and ultimately anti-militarist.
20200816
Luoghi comuni
Lugares comunes - Di Adolfo Aristarain (2002)
Giudizio sintetico: si può vedere (3/5)
È la storia di Fernando Robles, un anziano professore di letteratura, e Liliana Rovira, la sua moglie spagnola, che lavora come assistente sociale nei bassifondi di Buenos Aires. Vivono insieme e felici, finché questa tranquillità sarà influenzata dal pensionamento anticipato che Fernando riceve, a causa della crisi del paese. Questo li costringerà a ripensare la loro situazione e forse a chiedere aiuto al loro figlio, emigrato in Spagna, che ha prosperato e ottenuto uno status borghese, abbandonando la sua vocazione letteraria per dedicarsi all'informatica. Questa relazione con il figlio ha aspetti traumatici, poiché la sua vita simboleggia tutto ciò che Fernando e Liliana hanno sempre respinto.
Basata sul romanzo El renacimiento del cugino del regista Lorenzo F. Aristarain, il film è, nelle intenzioni del regista stesso, la seconda parte di una trilogia sulle paure umane e sull'interruzione degli affetti familiari, insieme al precedente Martin (Hache) e al seguente Roma; sono tra l'altro, anche i suoi ultimi film. Ha tutti gli elementi dei buoni film di questo regista: attenzione appunto agli affetti familiari, e soprattutto, all'impegno civile, quasi militante. Sempre straordinario Federico Luppi (qui Fernando).
Based on the novel El renacimiento by the cousin of director Lorenzo F. Aristarain, the film is, in the intentions of the director himself, the second part of a trilogy on human fears and the interruption of family affections, together with the previous Martin (Hache) and the following Roma; among other things, these three are his latest films. It has all the elements of this director's good films: attention precisely to family affections, and above all, to the almost militant civil commitment. Always extraordinary Federico Luppi (here Fernando).
Giudizio sintetico: si può vedere (3/5)
È la storia di Fernando Robles, un anziano professore di letteratura, e Liliana Rovira, la sua moglie spagnola, che lavora come assistente sociale nei bassifondi di Buenos Aires. Vivono insieme e felici, finché questa tranquillità sarà influenzata dal pensionamento anticipato che Fernando riceve, a causa della crisi del paese. Questo li costringerà a ripensare la loro situazione e forse a chiedere aiuto al loro figlio, emigrato in Spagna, che ha prosperato e ottenuto uno status borghese, abbandonando la sua vocazione letteraria per dedicarsi all'informatica. Questa relazione con il figlio ha aspetti traumatici, poiché la sua vita simboleggia tutto ciò che Fernando e Liliana hanno sempre respinto.
Basata sul romanzo El renacimiento del cugino del regista Lorenzo F. Aristarain, il film è, nelle intenzioni del regista stesso, la seconda parte di una trilogia sulle paure umane e sull'interruzione degli affetti familiari, insieme al precedente Martin (Hache) e al seguente Roma; sono tra l'altro, anche i suoi ultimi film. Ha tutti gli elementi dei buoni film di questo regista: attenzione appunto agli affetti familiari, e soprattutto, all'impegno civile, quasi militante. Sempre straordinario Federico Luppi (qui Fernando).
Based on the novel El renacimiento by the cousin of director Lorenzo F. Aristarain, the film is, in the intentions of the director himself, the second part of a trilogy on human fears and the interruption of family affections, together with the previous Martin (Hache) and the following Roma; among other things, these three are his latest films. It has all the elements of this director's good films: attention precisely to family affections, and above all, to the almost militant civil commitment. Always extraordinary Federico Luppi (here Fernando).
20200815
Territorio dell'Asia settentrionale, che si estende, in longitudine, dal piede orientale dei monti Urali fino alle rive del Pacifico e, in latitudine, dalle catene dei monti Altaj e dei monti Saiani fino alle rive del mare Artico, territorio tutto compreso nella Russia
Siberia - Di Matthew Ross (2018)
Giudizio sintetico: da evitare (1/5)
Il mercante di diamanti statunitensa Lucas Hill si reca in Russia per vendere rari diamanti blu al gangster Boris Volkov. Tuttavia, il suo contatto a San Pietroburgo, Pyotr, che aveva i diamanti, è scomparso. Boris minaccia Lucas di consegnare i diamanti in 48 ore.
Uno dei film più brutti che mi sia capitato di vedere ultimamente, il secondo lungometraggio del regista di Frank & Lola. A parziale sua discolpa, non è l'autore della sceneggiatura. Una trama debolissima e uno sviluppo senza mordente. Anche le recitazioni subiscono la pochezza, seppure, a parte il rispetto per Keanu Reeves, mi ha colpito la bellezza strana della rumena Ana Ularu.
One of the ugliest films I've happened to see lately, the second feature by the director of Frank & Lola. In partial excuse, he is not the author of the script. A very weak plot and a gripless development. Even the acting suffer from the bad story, although, apart from the respect for Keanu Reeves, I was struck by the strange beauty of the Romanian Ana Ularu.
Giudizio sintetico: da evitare (1/5)
Il mercante di diamanti statunitensa Lucas Hill si reca in Russia per vendere rari diamanti blu al gangster Boris Volkov. Tuttavia, il suo contatto a San Pietroburgo, Pyotr, che aveva i diamanti, è scomparso. Boris minaccia Lucas di consegnare i diamanti in 48 ore.
Uno dei film più brutti che mi sia capitato di vedere ultimamente, il secondo lungometraggio del regista di Frank & Lola. A parziale sua discolpa, non è l'autore della sceneggiatura. Una trama debolissima e uno sviluppo senza mordente. Anche le recitazioni subiscono la pochezza, seppure, a parte il rispetto per Keanu Reeves, mi ha colpito la bellezza strana della rumena Ana Ularu.
One of the ugliest films I've happened to see lately, the second feature by the director of Frank & Lola. In partial excuse, he is not the author of the script. A very weak plot and a gripless development. Even the acting suffer from the bad story, although, apart from the respect for Keanu Reeves, I was struck by the strange beauty of the Romanian Ana Ularu.
20200814
Sleeves
Altered Carbon - Di Laeta Kalogridis - Stagione 2 (8 episodi; Netflix) - 2020
30 anni dopo il caso Bancroft, un Mat individua Kovacs e gli offre un lavoro, una custodia ad alta tecnologia e la possibilità di rivedere l'amata Quellcrist Falconer.
Dispiace dirlo, ma la seconda stagione di Altered Carbon è una delusione assoluta, da tutti i punti di vista. Se si escludono i siparietti di Edgar Poe, anche quelli un po' troppo tendenti a strappare lacrimuccie, il resto sembra il tentativo di tenere in vita una storia che ormai ha dato tutto, con cambi di strategia e di obiettivo forzati, con una trama spesso inconcepibile. Spero vivamente che l'agonia non sia prolungata.
Sorry to say, but the second season of Altered Carbon is an absolute disappointment, from all points of view. If you exclude the entr'actes of Edgar Poe, even those a little too tending to get some tears, the rest seems the attempt to keep alive a story that has given everything already, with forced changes of strategy and goal, with a plot often inconceivable. I sincerely hope that the agony will not been prolonged.
30 anni dopo il caso Bancroft, un Mat individua Kovacs e gli offre un lavoro, una custodia ad alta tecnologia e la possibilità di rivedere l'amata Quellcrist Falconer.
Dispiace dirlo, ma la seconda stagione di Altered Carbon è una delusione assoluta, da tutti i punti di vista. Se si escludono i siparietti di Edgar Poe, anche quelli un po' troppo tendenti a strappare lacrimuccie, il resto sembra il tentativo di tenere in vita una storia che ormai ha dato tutto, con cambi di strategia e di obiettivo forzati, con una trama spesso inconcepibile. Spero vivamente che l'agonia non sia prolungata.
Sorry to say, but the second season of Altered Carbon is an absolute disappointment, from all points of view. If you exclude the entr'actes of Edgar Poe, even those a little too tending to get some tears, the rest seems the attempt to keep alive a story that has given everything already, with forced changes of strategy and goal, with a plot often inconceivable. I sincerely hope that the agony will not been prolonged.
20200813
Chi ha ucciso Malcolm X?
Who Killed Malcolm X? - Di Rachel Dretzin e Phil Bertelsen (2020) - Miniserie in 6 episodi - Netflix
Il documentario segue il lavoro di Abdur-Rahman Muhammad, storico, giornalista, scrittore, attivista e guida turistica a Washington, DC, che da più di 30 anni sta indagando sull'assassinio di Malcolm X. Nel documentario, il condannato per assassinio Talmadge Hayer afferma che i suoi quattro co-cospiratori erano Benjamin Thomas, Leon Davis, William X e un uomo di nome Wilbur o Kinly, tutti provenienti dalla moschea Nation Of Islam di Newark, New Jersey.
Una interessante, e nonostante l'impegno del protagonista, incompleta investigazione, non solo sulla morte dell'attivista afroamericano, ma sulle vere ragioni, sui mandanti, sugli esecutori, e sull'inchiesta da parte della polizia. Il documentario lascia molto amaro in bocca, ma è un bel ripasso di storia.
An interesting, and despite the commitment of the protagonist, incomplete investigation, not only on the death of the African American activist, but on the real reasons, the principals, the perpetrators, and the investigation by the police. The documentary leaves a very bitter taste in the mouth, but it is a nice review of history.
Il documentario segue il lavoro di Abdur-Rahman Muhammad, storico, giornalista, scrittore, attivista e guida turistica a Washington, DC, che da più di 30 anni sta indagando sull'assassinio di Malcolm X. Nel documentario, il condannato per assassinio Talmadge Hayer afferma che i suoi quattro co-cospiratori erano Benjamin Thomas, Leon Davis, William X e un uomo di nome Wilbur o Kinly, tutti provenienti dalla moschea Nation Of Islam di Newark, New Jersey.
Una interessante, e nonostante l'impegno del protagonista, incompleta investigazione, non solo sulla morte dell'attivista afroamericano, ma sulle vere ragioni, sui mandanti, sugli esecutori, e sull'inchiesta da parte della polizia. Il documentario lascia molto amaro in bocca, ma è un bel ripasso di storia.
An interesting, and despite the commitment of the protagonist, incomplete investigation, not only on the death of the African American activist, but on the real reasons, the principals, the perpetrators, and the investigation by the police. The documentary leaves a very bitter taste in the mouth, but it is a nice review of history.
20200812
Piccole donne
Little Women - Di Greta Gerwig (2019)
Giudizio sintetico: si può vedere (3/5)
Nel 1868, Jo March è insegnante a New York City. Si reca da un editore, il signor Dashwood, che accetta di pubblicare una storia che ha scritto. Sua sorella Amy, a Parigi con la zia March, vede il loro amico d'infanzia Laurie e lo invita a una festa. Lì, si arrabbia per il suo comportamento da ubriaco e lui la prende in giro per aver trascorso del tempo con il ricco uomo d'affari Fred Vaughn. A New York, Jo viene ferita quando Friedrich Bhaer, un professore infatuato di lei, critica costruttivamente la sua scrittura, e lei mette fine alla loro amicizia. Dopo aver ricevuto una lettera che la malattia della sorella minore Beth è peggiorata, Jo torna a casa.
Secondo film diretto dalla Gerwig, una storia universale al suo ennesimo trasferimento su pellicola, diretto in maniera egregia, con ritmo notevole, e con un cast corale decisamente importante, nel quale spicca la sua musa Saoirse Ronan (Jo). Il film ha ricevuto sei nomination agli ultimi Oscar, vincendo quello per i migliori costumi.
Second film directed by Gerwig, a universal story to its umpteenth transfer to film, directed in an excellent way, with a remarkable pace, and with a decidedly important choral cast, in which stands out her muse Saoirse Ronan (Jo). The film received six nominations for the last Oscars, winning the one for Best Costume Design.
Giudizio sintetico: si può vedere (3/5)
Nel 1868, Jo March è insegnante a New York City. Si reca da un editore, il signor Dashwood, che accetta di pubblicare una storia che ha scritto. Sua sorella Amy, a Parigi con la zia March, vede il loro amico d'infanzia Laurie e lo invita a una festa. Lì, si arrabbia per il suo comportamento da ubriaco e lui la prende in giro per aver trascorso del tempo con il ricco uomo d'affari Fred Vaughn. A New York, Jo viene ferita quando Friedrich Bhaer, un professore infatuato di lei, critica costruttivamente la sua scrittura, e lei mette fine alla loro amicizia. Dopo aver ricevuto una lettera che la malattia della sorella minore Beth è peggiorata, Jo torna a casa.
Secondo film diretto dalla Gerwig, una storia universale al suo ennesimo trasferimento su pellicola, diretto in maniera egregia, con ritmo notevole, e con un cast corale decisamente importante, nel quale spicca la sua musa Saoirse Ronan (Jo). Il film ha ricevuto sei nomination agli ultimi Oscar, vincendo quello per i migliori costumi.
Second film directed by Gerwig, a universal story to its umpteenth transfer to film, directed in an excellent way, with a remarkable pace, and with a decidedly important choral cast, in which stands out her muse Saoirse Ronan (Jo). The film received six nominations for the last Oscars, winning the one for Best Costume Design.
20200811
La 24 ore di Le Mans
Ford v Ferrari - Di James Mangold (2019)
Giudizio sintetico: si può vedere (2,5/5)
Nel 1963, il vicepresidente della Ford Motor Company Lee Iacocca propone a Henry Ford II di acquistare la Ferrari, in quel periodo a corto di contanti, come mezzo per incrementare le vendite delle loro auto partecipando alla 24 Ore di Le Mans. Enzo Ferrari utilizza tuttavia l'offerta Ford per assicurarsi un accordo più redditizio con la Fiat che gli consenta di mantenere la completa proprietà della Scuderia Ferrari. Nel respingere l'accordo proposto con Ford, la Ferrari insulta anche intenzionalmente sia Ford Motors sia Henry Ford II. In risposta, una Ford furiosa ordina alla sua divisione corse di costruire un'auto per sconfiggere la Ferrari a Le Mans. Per questo compito, Iacocca assume il proprietario americano Carroll Shelby, un pilota automobilistico che vinse Le Mans nel 1959 ma fu costretto a ritirarsi a causa di una patologia cardiaca. A sua volta, Shelby chiede aiuto a Ken Miles, un pilota britannico irascibile, nonché ottimo meccanico in difficoltà economiche.
Ecco uno dei molti film confezionati appositamente per gli Oscar (ne ha vinti un paio nelle categorie tecniche): la storia non è neppure troppo appassionante, seppure il cast ce la metta tutta (da notare ancora una volta Christian Bale, qui alle prese con un grande lavoro sull'accento di Ken Miles). Interessante che un film statunitense ci racconti come andò veramente l'acquisizione Fiat di Ferrari.
Here is one of the many films specially made for the Oscars (it has won a couple in the technical categories): the story is not even too exciting, even if the cast give it all (to note once again Christian Bale, here dealing with a great work on Ken Miles' accent). It is interesting that an American film tells us how the Fiat acquisition of Ferrari really went.
Giudizio sintetico: si può vedere (2,5/5)
Nel 1963, il vicepresidente della Ford Motor Company Lee Iacocca propone a Henry Ford II di acquistare la Ferrari, in quel periodo a corto di contanti, come mezzo per incrementare le vendite delle loro auto partecipando alla 24 Ore di Le Mans. Enzo Ferrari utilizza tuttavia l'offerta Ford per assicurarsi un accordo più redditizio con la Fiat che gli consenta di mantenere la completa proprietà della Scuderia Ferrari. Nel respingere l'accordo proposto con Ford, la Ferrari insulta anche intenzionalmente sia Ford Motors sia Henry Ford II. In risposta, una Ford furiosa ordina alla sua divisione corse di costruire un'auto per sconfiggere la Ferrari a Le Mans. Per questo compito, Iacocca assume il proprietario americano Carroll Shelby, un pilota automobilistico che vinse Le Mans nel 1959 ma fu costretto a ritirarsi a causa di una patologia cardiaca. A sua volta, Shelby chiede aiuto a Ken Miles, un pilota britannico irascibile, nonché ottimo meccanico in difficoltà economiche.
Ecco uno dei molti film confezionati appositamente per gli Oscar (ne ha vinti un paio nelle categorie tecniche): la storia non è neppure troppo appassionante, seppure il cast ce la metta tutta (da notare ancora una volta Christian Bale, qui alle prese con un grande lavoro sull'accento di Ken Miles). Interessante che un film statunitense ci racconti come andò veramente l'acquisizione Fiat di Ferrari.
Here is one of the many films specially made for the Oscars (it has won a couple in the technical categories): the story is not even too exciting, even if the cast give it all (to note once again Christian Bale, here dealing with a great work on Ken Miles' accent). It is interesting that an American film tells us how the Fiat acquisition of Ferrari really went.
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