No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.
20060614
america onirica
American Dreamz – di Paul Weitz 2006
Martin Tweed è un rampante presentatore tv, egocentrico, complessato e totalmente fuori dalla realtà; Sally Kendoo è una bionda di provincia arrivista fino all’estremo; Omer è un imbranato iracheno che vuole fare il terrorista ma ama i musical americani; il Presidente Staton è alla guida della più grande potenza mondiale, ma è un cretino.
Martin Tweed conduce il programma più visto del mondo, non solo degli USA: American Dreamz, Sally e Omer parteciperanno al programma fino in fondo perché sono casi umani, e alla finale parteciperà perfino il Presidente Staton in qualità di giudice straordinario.
Le storie dei personaggi (e quelli nominati sono solo alcuni) dapprima viaggiano da sole, poi si incrociano, fino, letteralmente, all’esplosione.
Dopo “American Pie” e “About A Boy”, non proprio riuscitissimi, e “In Good Company”, dove si intravedeva una sorta di svolta, una presa di posizione piuttosto netta, Weitz, apparentemente senza il fratello Chris, sfiora il capolavoro, con un film che mescola Mel Brooks, i Farrelly e molto altro ancora. Uno spaccato grottesco e sarcastico non solo degli USA odierni, ma del mondo intero visto attraverso la lente deformante della televisione spazzatura, con momenti straordinariamente esilaranti e personaggi al limite dell’idiozia (che, ovviamente, non sono abbastanza idioti per essere veri: ricordiamoci che la realtà supera sempre, e di gran lunga, la fantasia).
Manca la zampata finale, ma il messaggio arriva forte e chiaro: abbiamo una nuova grande firma del cinema comico come si deve. Regia scattante ma senza esagerazioni, ottima direzione del superlativo cast, dove non possiamo non citare un Dennis Quaid molto divertente e un William Dafoe stratosferico e gigione. Bravo anche Hugh Grant.
Ottimo, per essere d’estate.
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