No pain. The world is a wonderful whisper for those who can listen, if necessary in silence.

20200517

Non c'è anno

There Is No Year - Algiers (2020)

Il terzo album della band, considerata intercontinentale (per il fatto di essere per lo più provenienti da Atlanta, Georgia US, ma di essersi ufficialmente formati a Londra, UK), si basa concettualmente su un poema composto dal cantante Franklin James Fisher, intitolato Misophonia; il lavoro è probabilmente ispirato al libro del 2011 di Blake Butler (autore originario di Atlanta, che la band considera "un amico"), appunto There Is No Year. Il libro segue una famiglia colpita da una forma di attività paranormale. Si trasferiscono in una nuova casa e la realtà si piega attorno a loro. I corridoi si restringono e si contraggono, colpendo gomiti e ginocchia; il segnale televisivo è sfocato per i canali normali, ma la ricezione della stazione porno premium è chiarissima; i bruchi proliferano nella cassetta postale. Fisher trasferisce l'allegoria dark alla propria visione socio-politica del mondo attuale, e la musica, dove i synth stratificano l'angoscia, rendono il tutto cupo e senza raggi di sole. Nel complesso, la capacità compositiva della band  è ancora altissima, ed il disco offre diverse gemme, ottime canzoni, la padronanza nel miscelare i loro diversissimi generi di riferimento è ancora ammirevole: non solo, riuscirebbero pure a far ballare. Globalmente, il disco risulta leggermente meno incisivo dei predecessori, probabilmente perché ci hanno abituato a livelli molto, molto alti.



Third album of Algiers, band that is considered intercontinental (for being mostly from Atlanta, Georgia US, but having officially formed in London, UK), is conceptually based on a poem composed by singer Franklin James Fisher, entitled Misophonia; the work is probably inspired by the 2011 book by Blake Butler (author from Atlanta, whom the band considers "a friend"), indeed titled There Is No Year. The book follows a family struck by a plague of paranormal activity. They move into a new house and reality bends around them. The hallways constrict and contract, nicking elbows and knees; the television signal is blurry for normal channels, but the premium porn station comes in crystal clear; caterpillars spawn in the mailbox. Fisher transfers the dark allegory to his socio-political vision of the current world, and music, where synths stratify the anguish, makes everything dark and without sunlight. Overall, the compositional ability of the band is still very high, and the album offers several gems, excellent songs, the mastery in mixing their very different genres of reference is still admirable: not only that, they could even make people dance. Finally, the album is slightly less punchy than its predecessors, probably because they have accustomed us to very, very high levels.

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