Giudizio sintetico: si può vedere (3,5/5)
Bloccato nel remoto villaggio iraniano di Kuhpayeh a causa di problemi con la macchina, un giornalista viene avvicinato da Zahra, una donna con una storia straziante da raccontare su sua nipote, Soraya, e sulle sanguinose circostanze della morte di Soraya per lapidazione il giorno precedente. I due si siedono mentre Zahra racconta la storia a Freidoune (il giornalista), che registra la conversazione. Il giornalista deve scappare con la sua vita per raccontare la storia al resto del mondo. Ali è il marito violento di Soraya che cerca di convincere il mullah del villaggio a far capitolare Soraya e a concedergli il divorzio in modo che possa sposare una ragazza di 14 anni. Ali riesce a convincere il mullah minacciando di raccontare al villaggio il suo passato di carcerato.
Film tratto da una storia raccolta dal gornalista Freidoune Sahebjam, che la raccontò nel libro La Femme Lapidée, storia la cui credibilità fu contestata da molti critici iraniani, dall'esperta Elise Auerbach di Amnesty International, e da alcuni critici cinematografici, sicuramente un po' grossolano, racconta ad ogni modo una storia agghiacciante che sicuramente ci ricorda quanto l'applicazione della lapidazione (ma in generale, della pena di morte) è quanto di più disumano possa esistere.
Film based on a story collected by journalist Freidoune Sahebjam, who told it in the book La Femme Lapidée, a story whose credibility was contested by many Iranian critics, by the expert Elise Auerbach of Amnesty International, and by some film critics, certainly a little gross, in any case it tells a chilling story that certainly reminds us how much the application of stoning (but in general, of the death penalty) is the most inhumane thing that can exist.
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