Giudizio sintetico: si può vedere (3,5/5)
Un ventenne del Midwest, Paul, arriva a New York City e incrocia lo sguardo con quello di una giovane donna, Wye. I due si innamorano, frequentandosi, e dopo alcuni incontri Paul scopre che Wye è una donna trans.
Dopo molti cortometraggi, nei quali segue sempre comunità emarginate e usa attori non professionisti, la regista californiana Danielle Lessovitz debutta nel lungometraggio con questo film delicato e vagamente onirico, dove onirica è soprattutto la fotografia, e lascia intravedere talento e un occhio che sicuramente ci darà delle soddisfazioni in futuro. Inutile dirlo, ma Leyna Bloom (Wye) è bellissima.
After many short films, in which she always follows marginalized communities and uses non-professional actors, the Californian female director Danielle Lessovitz makes her feature film debut with this delicate and vaguely dreamlike film, where dreamlike is above all the cinematography, and lets us glimpse talent and an eye that will surely give us satisfaction in the future. Needless to say, but Leyna Bloom (Wye) is beautiful.
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